Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1843.djvu/45

Da Wikisource.

-Rincolli]} la (la comI giate cantanti, le quali talmente gareggia| rono «li finitezza da sembrare una sola. Nel secondo atto avvi un grandioso finale in cui le singole parli e le «nasse vocali ed istromentali, basate sopra buoni con;etti, son disposte e condotte con dottrin chiarezza ed imponenza. 11 largì bemolle di un energico risultato va ammirato per un impreveduto sforzando a larghe proporzioni. che. più fiale essendo ripetuto, dà alPinsieme un carattere d’insinuante novità. La stretta n’ò calorosa ed incalzante, il forte accordo delle voci e degli strumenti nella replica del motivo producono un effetto che da solo potrebbe bastare al successo del pezzo. La prima parte dell’ultimo alto va ricca di un trio nell1 adagio ad omogenee ed appassionate cantilene coscienziosamente e con maestria sviluppale ed intrecciale. Nella seconda parte, o meglio gran scena di Bianca, 1 interesse non langue mai, e vi abbondano le valide ed espressive melodie, che produssero una generale sensazione. La preghiera di Emma (la Candiani), non che il coro nell’interno, che ode si più tardi, congiungendosi alle accentuate inflessioni di Bianca, viemmaggior potere acquistano. Il cantabile - Fra le tue braccia stringimi - è una di quelle pagine, eccellenti sotto ogni riguardo (ed in cjuesta partizione ve ne hanno altre non meno belle) che Mazzucato può presentare a confusione de’suoi detrattori, i/ultimo tempo dell’opera, mentre Bianca si avvelena e muore, è concepito con altrettanto di sentimento, che di cognizione drammatica musicale, anche negli accompagnamenli, in cui la viola sì arproposito manda suoni lamentevoli oltremodo alti a render più efficace la straziante situazione del lirico sviluppo. Questo spartito in pieno giuuicossi lavoro di merito, ed ha il vantaggio d’andar sempre aumentando «li effetto e d’interessare tanto il semplice amatore quanto il dotto artista. Il canto, tranne qualche brano, in ispecie nel primo atto, ove parve esservi abuso di frasi a staccato, è trattato con maggior cura e regolarità e buon gusto che nelle ultime opere di Mazzucato, a cui da taluno vuoisi ancora appor taccia per certi dettagli d’orchestra, i quali o distolgono l’attenzione della melodia affidata ai cantanti, o per la loro frastagliatura inceppano il libero andamento di esse: e perchè gli stromenti, e più spesso quelli da fiato, si compiacciono troppo frequentemente interrogarsi, rispondersi ed imitarsi a piccoli tratti. A queste osservazioni, che fino ad un certo punto ponilo esser giuste, devesi però aggiungere che nello stromentale del Luigi È’, vi sono eziandio varj ingegnosi movimenti che procacciarono anche sotto «juesto aspetto -meritate lòdi al maestro; oltre il preludio, si ascolti T orchestra nel coro delle donne, nel finale secondo e nell1 ullima scena, e pii si giudichi. In poche parole riassumendo quanto or colla maggior franchezza, per non dire severità, si accennò, Mazzucato nel Luigi V luminosamente provò di aver fatto non ilidifferenti progressi, e di essersi convinto che il principale attributo di un’opera in musica deve riporsi nella espressione e nella vaghezza della spontanea melodia, ciò che,. onorandolo, non può mancare di aocrej scere il numero degli ammiratori del suo f bello ingegno. 3 Nella esecuzione, non di rado vacillante, | emersero l’esperta Yietti e l’animata Cazzaniga. Quella conservossi all’altezza da essa toccata nel Tancredi, ove ricordò le acclamate esecutrici de’ più bei tempi del canto italiano. Questa superò la comune aspettativa, ed il Mazzucato suo maestro può andar altiero di averla educata, e nelf istesso tempo di aver si validamente cooperato al suo trionfo, per essa scrivendo note tanto convenienti al di lei genere di canto ed all’estesa sua voce, che nel Luigi V quasi non sembra più difettare per disuguaglianza, l/accento or patetico, or concitato, co! quale questa interessante giovanotta interpretò la difficile e forte sua parte, commossero tutto l’uditorio che fa voti onci’ essa possa guardarsi dall’esagerare di forza nell’emettere i suoni acuti. Anche la esordiente Candiani si disimpegno in guisa da ottenere buona dose di applausi che prodigaronsi pure alle buone intenzioni ed alle zelanti premure del Donati, De-Bellati e llodas. Js... C... CENNO NECllOLOGICO FRASI CESCO SCHOBUKLECHKER. Ad un’accurata Autobiografia dell- illustre Lichlentlial, inserita nella Gazzella universale eli.musica di Lipsia, abbiamo attinto la maggior parte de’ seguenti cenni intorno un artista al quale professammo non volgare stima, c la cui perdita riuscì assai dispiacevole a clu lo ebbe a conoscere. Nacque Schohcrlcchner in Vienna il 21 luglio Ì797, ove i genitori suoi attendevano al commercio. Molto a buon ora uicominciossi la educazione musicale di lui, chè il padre, assai appassionato per la bell’arte c buon suonatore di violino anch’csso, diedesi ogni premura per incamminarlo in proficui studj sul pianoforte, affidandolo al maestro Zcuner, appena ebbe oltrepassato il primo lustro. Quindi sotto il celebre G. N. Kummel in poco tempo fece cosi significanti progressi clic nel decimo anno di età fu in grado di meritarsi i pubblici suffragi nella gran Sala del Ridotto in un concerto in ilo maggiore per lui espressamente composto dal medesimo Kummel, il pianista che ne’ primordj del corrente secolo seppe introdurre una notevole modificazione ne* modi esecutivi c nelle composizioni per pianoforte, po’ ■lenitosi a capo di una nuova scuola alemanna, e le cu1 scelte opere ponno ancora servire di tipo per que’ maestri i quali alla ragionevolezza ed elevatezza nulla musica amano unire [eleganza c chiarezza di concetti e passi brillanti c graziosi. - Ila quella epoca in poi Kummel proclamò il Sclioberlechner per uno de’migliori suoi discepoli, intraprese con lui alcuni viaggi c diede m sua compagnia varie accademie; ne mai cessò di proteggerlo. Nello studio dell’armonia Schobcrlcchner ebbe a maestro.’il famoso Forster ed imparò eziandio il canto ed il violino. Forte del,.suo ingegno c di quanto aveva appreso, verso il cadere dell’impero napoleonico, c ne’ primi anni della ristaurazionc, visitò Trieste, Bologna, Firenze, Roma e Napoli c dappertutto i suoi concerti riuscirono encomiati. Pia tardi ottenne di venir eletto a maestro di Cappella di Corte della Duchessa Maria Luigia di Spagna clic risiedeva a Lucca. Avuto poscia congedo, si rivolse alla città natia, passando per Milano. Nel 1824 arrivò a Pietroburgo c là condusse in isposa Sofia Dcll’Oca figlia dell’italiano maestro di canto Filippo.Otto anni dopo il Gran Duca di Toscana scelse Sclioberlechner a maestro della sua Corte, c dell’Istituto musicale di Firenze, incarico clic scorsi quattro mesi cedette al maestro Lcidcsdorf, tornato da Parigi, antecedentemente investitone. Troppo lungo sarebbe se qui si avesse voluto accennare a tutte le città visitate, a tutti i concerti dati dal nostro pianista in cui quasi sempre venne assecondato dalla sua consorte già esimia cantante di camera, quindi divenuta attrice melodrammatica di primo rango. Pietroburgo, Vienna, Milano, Firenze hanno più volte applaudito Sclioberlechner per l’agile, sua bravura ed in queste città fu utile eziandio per l’insegnamento. Da qualche tempo la salute di lui andava declinando, c fino dall’or passata primavera in Chianti, presso Firenze, suo domicilio], serie inquietudini agli aderenti aveva dato: ma in apparenza riavutosi alquanto, egli, come sempre fece, volle accompagnar la sua consorte, chiamata alle regie scene di Berlino, ed ivi dal più terribile malore che uomo possa tormentare,da una cancrena al spina dorsale, rassegnato la mattina del 7 gcnnajo cessò i di vivere. Molte sono le opere composte da Schobcrlcchner, «qui giovi rammentarne alcune: I.° Da teatro il gli arrise propizia sorte - / Virtuosi teatrali, farsa e: guita a Firenze per la beneficiata del buffo Pai Arabi nelle Gallie pure per Firenze; Il Giovane Aio, operetta in tedesco pel teatro di Porta Corinzia a Vienna; il Barone di Dolsheim per Pietroburgo; c /tossane prodotta alla Scala nel carnovale 1S39. - II.0 Da Chiesa - l’n Ilequiem presentato al Gran Duca di Toscana III.0 Stromcntali-G quartetti per due violini, viola c violoncello; circa una settantina di pezzi per pianoforte solo o con accompagnamento fra cui notatisi: un Concerto, un /fondò sopra temi russi, le Variazioni sulla Donna del lago, sulla A’iobc c sulla Sonnambula con accompagnamento di orchestra; due Duetti per pianoforte c violino, l’uno intitolato alla Malibran scritto coll’egregio Beriot e l’altro sopra motivi del Giuramento, insieme coll’abilissimo direttore dell’orchestra della Scala Eugenio Cavallini; le Variazioni a due pianoforti sulla Fidanzata di Aubcr; una Sonala melanconica, c le Variazioni sull’Anna Balena, sopra un Valtz di Lcidesdorf, ecc., per pianoforte solo, non clic un Trio per violino, violoncello c pianoforte ed un Duo per questi ultimi stromenti, ben elaborati pezzi ambiduc tuttora inediti. Tutti i quali componimenti per pianoforte, se non portano l’impronta del genio e di un animo fervidamente appassionato, distinguonsi però per movimenti corretti, brillanti, chiari, c di scorrevole esecuzione. Is. C. NOTIZIE MUSICALI ITALIANE — Mii.ano. 1. IL Teatro alla Scala. La Peri, hallo fantastico del sig. Taglioni, non piacque nè a me, nè al pubblico. In cjuesta azione inimica tutti sono sacrificati:, cominciando dalle scene, che sono però appena mediocri, e salendo sino a madamigella Taglioni, compresi dunque il vestiario che è magnifico, i mimi e«f il corpo di hallo, tutte le vaste risorse offerte con larghezza dall impresa, vennero impiegate dal coreografo con sì poca arte, da tradire le tremila aspettazioni, che erano pure grandi e ragionevoli, sapendosi che la prima danzatrice dell’epoca dovea essere la protagonista. Alcuni attribuirono questa mancanza di successo alla qualità clell’argomento, ma io protesto contro tale asserzione. I balli fantastici sono i soli che non urlino troppo vivamente col cresqénte sviluppo del buon senso contemporaneo, e lasciano d’altronde libero il campo all’imaginazione del compositore, che se ha delle ispirazioni felici, può fabbricare degli spettacoli «leliziosi. Il pubblico si mantenne dunque in uno stato <[uasi continuo di freddezza, e manifestò un cerio disgusto per alcune scene, che meriterebbero «lualclie osservazione, se non isperassimo di vederle modificate, nel caso che il ballo venga riprodotto. Non possiamo però omettere di accennare la nostra disapprovazione pella scena del padiglione. che eccitò una sensazione dispiacevole, giacché parve stilano il vedere una danzatrice sì distinta, di maniere tanto squisite, piegarsi ad una ridicola serie di seduzioni, per corrompere la fedeltà di tre rozzi carcerieri. Quella specie di passo a «piatirò era di una novità assai poco aggradevole. La Taglioni ebbe dei momenti sorprendenti, e ne fu ricompensata da larghi applausi, che echeggiarono pure rumorosi pel bravo Merante. I passi però ed i ballabili no» aveano molta freschezza, come’ pure non avremmo molti elogi i cesse parlare della musica. ■ pia