Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/107

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— 405 — O DIECI GIOBBI A LONDBA Londra, l’immane colosso delle capitali dell’Europa, la città delle spaziose vie, de’giganteschi ponti, degli sterminati parchi, è pure la principale sede de’concerti mostri e degli spettacoli teatrali senza fine. Gli inglesi che tutto calcolano in lungo ed in largo, per abitudine lasciansi sedurre da un programma di quattro facciate, e sono pienamente soddisfatti de’ trattenimenti musicali che abbracciano una buona quarta parie di una giornata. Non si creda però che alle interminabili accademie pubbliche assistano in modo sbadato o divagandosi; si cadrebbe in un grosso errore: essi stanno allenti e silenziosi, e s’ingojano da trenta a trentacinque pezzi, l’uno dopo l’altro, senza altra interruzione che quella degli applausi di cui certamente non sono parchi. Qui si fa poca distinzione fra la musica moderna e l’antica; si slima e festeggia a preferenza quella che appartiene ad autori di stabilita rinomanza, e che vien eseguila da cantanti o suonatori che portino un nome celebre. E assai raro il caso in cui un abile artista senza fama a Londra abbia incontro; c ciò può ascriversi a duo cagioni: la prima si è quella che gli inglesi, forse diffidando alquanto del proprio discernimento, non si piccano di voler sembrar giudici in fatto di musica: e l’altra che. intrinsecamente alla bell’arte non attaccano tutta l’importanza che ella si merita; e la coltivano o per interesse, o come un fregio necessario ad una compita educazione: raramente pcr amore o per speciale istinto. In nessuna altra città sì di frequente ed in tanta quantità come a Londra si producono de’ pezzi classici vocali ed islromentali: le. grandi sinfonie, i quartetti, i concerti, le sonate, le fughe, gli oratorj, quasi ogni giorno nella buona stagione risuonano acclamali. Handcl è veneralo (piai patriarca della musica, e mai gli inglesi si stancano di ammirare i concepimenti di quel sommo che annoverano fra le loro glorie nazionali per aver composto dietro lo sborso delle loro ghinee c sotto il nebbioso loro orizzonte. A’ moderni inglesi deve bastar il vanto di aver saputo conservare la giusta tradizione nella maniera d’interpretare Handcl: senza ricorrere ad essi, a mio credere, non si può formare una adeguala idea della potenza dell’incomparabile alemanno. Ebbi la sorte di bearmi delle, bibliche immagini del Messia affidate a circa INO parti. Non è esagerazione il dire che alle mie orecchie si schiuse un nuovo mondo. Quale maestà, grandiosità ed imponenza nelle masse! Quanta complicazione contrappuntistica, cd in uno quanta chiarezza e naturalezza negli intrecci e negli sviluppi! 11 genio si è congiunto all’arte con legami indefinibilmente divini. Dragonelti, presiedendo a’conlrabassi dava incantevole risalto alle meraviglie di Handcl, la veneranda canizie del contrabassista tipo, gloria italiana, consuonava colla maestà della musica del perfezionatore dell’oratorio. A tre pezzi il pubblico in segno di rispetto alzossi in massa; ad ogni brano applaudì e dimostri» la propria soddisfazione agli esecutori, fra cui nolaronsi alcune donne dotate di belle voci: in Inghilterra non si scarseggia di validi organi vocali; la Dolby va distinta. Appena giunto nella tumultuosissima metropoli il giorno 1 giugno mi affrettai d’intervenire alla mattinala da Moscheles cd Ernst data nella Sala de’ concerti della Regina. 11 celebre pianista non corrispose alla mia aspettazione; il prode violinista di Broun alla metà di un suo concerto sentissi male, abbandonò il suo posto e da forti convulsioni fu martorialo: poco dopo, riavutosi alquanto, colla elegia commosse. La magnifica ouverture, - Shakspeare’s Midsummer Night’s Dream a nuovi effetti di varialo colorito e di un risultalo distinto mi fece concepire di Mendelssohn la più alta stima. Mendelssohn occupa pure uno de’pii mi posti come esecutore-pianista; il concerto a tre pianoforti con orchestra di S. Bach ch’egli eseguì in compagnia di Thalberg e di Moscheles è un pezzo straordinario per la freschezza de’pensieri, la distinzione de’passi, la squisitezza della condotta, e la efficacia dcll’islromcntazione. Il finale venne replicato. I nomi della triade sullodala assicurano dell’eccellenza dell’esecuzione. Alla Domenica Londra non è più la città degli altri giorni: ogni divertimento è proibito,e ben anco la musica da camera c da teatro; quella da chiesa vuoisi generalmente coltivala: io non ho udito che. de’corali in San Paolo, quali profondamente mi penetrarono. Lunedì: Fra Diavolo tradotto in inglese al Drury Lane: il mio odilo ne soffrì. Martedì: La Grisi nella Semiramide mi fece passare alcuni deliziosi istanti; nell’adagio del finale e nel duo con Arsaee superò sè stessa. Eornasari (Assur) ommise la grande, aria, c Lablache innalzò la parte di Oroc al livello della singolare sua abilità. La Lavanti sluonò qua e là con qualche frequenza. Alla mattina, dal signor Ella, uno de’ primi violini del Teatro dell’opera italiana e riputato critico musicale, me la godetti con un quintetto di Beethoven cd un quartetto di Spohr: l’abile, violinista Sainton era alla testa. Quindi Dohler c Sivori della magica soi nata in la minore di Beethoven compresero lo spi1 rito. L’accento, l’anima c la bravura di que’valen! tissimi italiani fecero miracoli: essi non mi scinbra! rono mai tanto grandi come in questa circostanza. Dohler annunciò pel 17 il primo suo concerto c pel l luglio il secondo: egli a Londra si occupò moltissimo, compose varj nuovi pezzi, fra cui una vivace polka, due espressivi notturni ed una brillante fantasia sulla ’ Favorita, nella quale i più gradili motivi di Donizetti figurano nel modo il più aggradevole. Questo egregio artista tende nientemeno che a porsi alla testa di lutti i pianisti moderni; dal suo ingegno assai puossi attendere; di uguali non v’ha che Liszt e Thalberg. Giovedì: U teatro della Regina davansi i Puritani i cogli stessi soggetti di Parigi, ad eccezione di Eornasari, aclista di merito: grandi applausi. Dopo quest’j ultima opera di Bellini, maestro a Londra molto amalo, la Tacchinardi Persiani cantò l’aria finale della Sonnambula sfoggiando maggior agilità e perfezione di <piel che facesse al nostro teatro Corcano. L’orchesica nel suo complesso è delle migliori ch’io conosca: i violini sono ben uniti, cd i contrabassi, che portano l’arco alla Dragonelti, rendono una forza inesprimii bile ed assai superiore a quella che si ottiene adoprando l’arco come si fa co’ violoncelli: l’orchestra di questo teatro si può dire avere più solidi fondamenti di qualunque allea. Il maestro Costa n’è il direttore. Venerdì: Nell’elegante sala del Princcss’thédtre asi sisletti ad un concerto dato da’maestri Macfarrcn e Davison, i quali, oltre molte loro languide nenie vocali, produssero l’eccellente trio Op. 49 di Mcndelssohn affidato all’islesso rinomalo autore, al Joachim, ragazzo di quattordici anni che tratta il violino colla forza e colla precisione de’più provetti artisti, ed al violoncellista Ilaiismann. 11 pezzo conseguì un compiuto successo, ed il melodico andante e lo scherzo si vollero udire due volle: il tocco di Mendelssohn è sicuro, robusto e magistrale; in (pianto a maneggio non avrebbe potuto far meglio, e. prese la stretta dell’ultimo tempo con incalzante energia. Il Joachim di Pestìi felicemente uscì vincitore dall’arduo cimento di superare le immani difficoltà di una fuga di S. Bach a violino solo: la bravura e professione di questo nuovo prodigio di precocità sono veramente, straordinarie: è però assai inferiore alla Teresa Milanollo pcr squisitezza di sentimento e di gusto, per omogeneità di cavata, e, per quell’aureola di perfezione che nella insuperabile italiana trasporta alle sfere celesti. L’accademia ebbe compimento col quartetto Op. 44 di Mendelssohn. Sabbato: Prova della Società filarmonica. - Sinfonia in do minore di Beethoven - Le incancellabili rimembranze della sublime orchestra del Conservatorio di Parigi non mi permisero di essere compiutamente appagato. - Concertante a quattro violini di Maurcr. L’ottima esecuzione, in cui emerse Sivori, valse a render applaudito il mediocri’ pezzo - Ouverture, Le.Vujadi di W. S. Bendi. - Mia sorpresa nel rinvenire in questa importantissima e bellissima composizione, abbondanza di immagini graziose ed espressive, condotta elegante e chiara, unità nell’insieme, cd istromenlazione dotta e ben tratteggiala senza alcuna esagerazione. Se mi è, lecito (pii esporre, una mia opinione, dopo Mendelssohn, fra gli autori a me, cogniti che ora vari immaginando sinfonie, sicno esse, descrittive o semplicemente ideali, io senza esitare assegnerei il più distinto posto a Benett, a Londra sopranominalo il Mozart dell’Inghilterra, c le cui opere dovrebbero essere sparse in tutta Europa. - La Castellali fra la severità de’ pezzi che componevano il programma, nell’aria del Pirata poteva paragonarsi ad un rossignuolo gorgheggiente, non più ne’boschi, ma fra le roccie: gli spettatori la rimeritarono d’incessanti applausi; la bella sua voce e le sue cognizioni superarono qualunque ostacolo. - Il grandioso lavoro di Mendelssohn intitolato a Mitsummer Night’Dream (preceduto dalla mirabile ouverture di cui più sopra feci elogio, interpretato da un brioso Scherzo, da un armonioso notturno istromenlale, da una pomposa marcia e da un duo a voci bianche, e chiuso con un finale a coro di donne ed orchestra) interessi» gli intelligenti che lo proclamarono per un capolavoro a niun altro secondo. Il sommo maestro col maggior zelo e con particolare accuratezza diresse tutti i pezzi: nessuna menda lasciò passare inavvertita, varie volle si tornò da capo. Domenica: Il Pialti tanto ne’gravi pezzi da camera concertati a più stromenli, quanto in quelli di bravura e da concerto mostrò non temere rivali. Lunedì suonò a corte, in presenza delle LL. MM. la Regina, l’ImI peratore delle Russie ed il Re di Sassonia: n’ebbe luminose onorificenze. Gli artisti italiani a Londra primeggiano. - Ammirai la prepotente robustezza e la velocità del famoso pianista Leopoldo Mayr di ritorno dalIV/arcni di Costantinopoli. Lunedì finalmente. - Il eoncerto-moslro della pianista Dulken cominciò ad un’ora pomeridiana c terminò alle sci. Ecco i brillanti nomi degli esecutori. Pel canto la Grisi, Persiani, Dorus-Gras (agilissima) Thillon, de Monaca, Rainforth, ecc. Lablache padre c figlio, Mario, Salvi (il lion della presente stagione), Slandigl (il celebre basso tedesco), Fornasari, Gorelli, Drizzi ecc.;; per l’istromentale la Dulken, Mendelssohn, Ernst, I Parish Alvars (l’arpista delle cento dita), Offenbach, ecc. i 11 fortunato cd instancabile Benedici accompagnò

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diresse. Con tutti questi invidiabili elementi l’accademia riuscì abbastanza nojosa; il trio del Guglielmo Teli fra Mario, Fornasari e Lablache, l’aria del Sansone di Handcl delta dalla Slandigl, cd il duetto del Mairimonio segreto fra i due Lablache mi lasciarono una gradila impressione; il rimanente si perdette o si offuscò nell’inconcepibile caos di un programma di trenta pezzi, due de’qutdi vennero ben anco ripetuti. (!!) Moriani e Cavallini sono testò arrivali. Londra II giugno 1841. Isidoro Cambiasi. N’B. I eniamo pregati ad inserire il seguente AVVERTIMENTO La vantaggiosa opinione che si sono acquistala, c nella quale manlengonsi inalteratamente da molti anni gli istromenti fabbricali dal sottoscritto presso gli intelligenti ed amatol i della musica, sì nazionali che esteri, non ha mancato di essere incentivo ad avide speculazioni; e di falli è venuto egli a scoprire clic sono stali e vengono venduti sotto la di lui firma a prezzo elevato dei pianoforti di scadente qualità per riguardo tanto alla forza, limpidezza ed eguaglianza del suono, quanto rispetto alla solidità del macchinismo. Comprenderà ognuno che queste contraffazioni, colle (piali vengono tratti in inganno i compratori, devono riescire anche, maggiormente spiacevoli al sottoscritto, attesa la lesione che recano al buon nome meritatosi da lui con tanti sforzi, e conservalo in sì lungo corso di tempo. Crede egli necessario adunque di mettere in avvertenza il pubblico musicale, c di pregare istantemente che ogni volta insorgesse in qualcuno il minimo dubbio sull’aulcnticità di un pianoforte da lui acquistato o che intendesse di acquistare, portante la firma del sottoscritto, voglia rivolgersi ad esso per ottenerne sicura informazione. Basterà a tal fine di indicare al sottoscritto il numero e l’anno espressi suWelichetta incollala sulla tavola armonica di ogni pianoforte, della sua fabbrica, e della (piale egli conserva la matrice. Sarà questo il mezzo sicuro per preservare i signori acquirenti c il sottoscritto dalle frodi che da sì gran trailo di tempo vengono commesse a grave loro pregiudizio. Vienna, giugno 1814. F. B. Streicher. Fabbricatore di Pianoforti dell’I. R. Corte. settimanale i»i Milano La Cenerentola alla Canobbiana riscaldò, se non le panche della platea (che sono come prima vuote), almeno le mani degli innamorati della musica di Rossini. Gli esecutori, tranne il sig. Corsi che è nuovo, sono i soliti. Tutti vengono applauditi, chiamati, richiamati. Un mare insomma di belle cose! — Al Re jeri sera per beneficiata del sig. Giunti si dava la farsa il Campanello, poesia c musica di Doniietti. Ne parleremo. — Venerdì sera 21 giugno al Corcano la signora Zutgia Piallimi festeggiò il suo onomastico colla sua beneficiata anch’essa. Oltre all’intero Roberto il Diavolo, regalò gli accorrenti del second’atlo della Norma. Molti applausi e sufficiente concorso. — Non è che lo stesso Venerdì clic la signora Cinzani riapparve su queste stesse scene, dopo la sua non breve indisposizione. In (pici frattempo la benemerita Rug. gerì supplì col solito zelo e sicurezza. Non si ebbe perciò a regrettare nel Roberto che i due soli pezzi a solo d’Isabella. - Non abbiamo mai saputo renderci ragione del perchè i supplementi, ai quali incorre l’obbligo di supplire, abbiano da supplire a ciò che meno cale, omettendo i pezzi che più riescono graditi al pubblico. Non conosciamo gli autori del codice delie leggi dei supplementi; ma temiamo assai cbe non sieno i primi-cantanti-assolnli medesimi che impongano il divieto a codesti loro subalterni di camminare ne’ loro particolari dorninj. Sarebbe ella gelosia di mestiere? Infatti, senza voler ora applicare a nessun caso speciale, ne sembra però, che il signor supplemento, qualora sia dotato di sufficiente abilità (la (piale potrebbe essere giudicata del maestro concertatore), non solo abbia il diritto, ma gli sia anzi dovere di rendere l’intera parte dell’indisposto attore. La carica dei supplementi prenderebbe in tal modo un posto più onorifico, e sarebbe facile il vedersi sviluppare in mezzo a questi de’sconosciuti talenti, i (piali non riterrebbero allora più a disonore di coprire un ufficio che quale esiste presentemente è in vero di troppo modesta incombenza. - La maldicenza vorrebbe anche persuaderci che in tale ipotesi le malattie de’cantanti sarebbero forse anche assai meno frequenti. — Abbiamo fra noi il maestro Vincenzo Battista, napoletano, l’autore delle tanto acclamale opere rlnna la Prie