Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/142

Da Wikisource.

=- 438 ■>! Il 9 stono forse tante quinte per molo retto? Sì. E perchè anche in questo caso si ammettono? Perchè nessuna ottava e nessuna quinta Ira le descritte si può calcolare generatrice. In conseguenza delle addotte ragioni dal fatto già convalidate, come ne’citati esempj, sembrami di poter proporre un altro caso, che fu mai sempre lo scoglio degli scrittori. e che parmi sostenuto da un malindal lato dei teorici. Il caso in teso rigore discorso è V accordo la naturale risoluzione deicosi detto di sesta, eccedente: come fa, la., do, re $. La teoria non ammette che la sua risoluzione cada sul mi. sol si, mi, in visla delle successive due (punte perfette per moto relto fa, do e mi, si. In tale circostanza io m appello e alla ragione e aW’effelto. Se queste due armi sono abbastanza valide, ho virilo e sono certo d ora in avanti che i pratici scrittori me ne sapranno grado, e che i teorici miei contemporanei, seguendo una sana e spregiudicata critica, vorranno sancire e adottare la mia dimostrazione. Ed in quanto alla ragione. La quinta fa do è ella generatrice? Si, considerata astrattamente, non già nell attuale circostanza, ove 1 aggiunta del re $ la determina secondaria, e subordinala in modo tanto spiegalo e decisivo, da non lasciar nemmeno il dubbio della possibilità. Dico di più eli»; l’accordo stesso non è effettivamente di fa ma di ze $ in primo rivolto (D, che questo re vera base dell’accordo, è il quarto suono alterato di la minore, e che 1 assieme lutto, nell allo stesso che annuncia assolutamente il modo di la minore, addimanda altresì la inevitabile risoluzione sull’accordo della dominante sospesa mi maggiore. Ognuno dovrà concedere, in conseguenza di ciò, che la individuale e naturale procedura di ciascuno dei quattro suoni è quella di far ascendere il re | sul mi e far discendere il la sul sol il do sul si, ed il sul mi. E per verità tanto i teorici (pianto i pratici ammettono l’uso regolarissimo dei due complessi successivi re la, do. fa, mi, sol si, mi. Dunque se la quinta fa, do non è nè mostra di poter essere generatrice, c se la regolare procedura delle parli è la descritta, anche 1 assieme proposto fa, la, do. re $ può a tutta ragione risolvere sul complesso mi, sol $, si, mi. Passando ora all effetto, debbo osservare che i pratici, per servire fedelmente alla legge, usano di qualche ripiego, o facendo uno scambio fra le parli, od omniettendo la quinta do col passarla a raddoppiar altra parte, od in qual si voglia altra maniera, purché 1 occhio del critico esaminatore non vi riscontri queste due proibite quinte fa do, mi si fra le stesse due parti di seguito. Ma, vedi (piale inganno! Tocchio in tal guisa diviene il giudice di ciò che spetta all orecchio.... Cosa monta, in quanto alfeffetto, se succede uno scambio di parti, allorché i due complessi nel loro assieme risultano come li presentai? e quale ancorché delicatissimo orecchio si avvede, se quel do per 1 ultimo brevissimo spazio di tempo salta sul la e poscia risolve immediatamente sul si? Il nostro udito sente in tutta la sua pienezza il primo accordo fa, la, do, re $, e gusta la naturale sua risoluzione sull’altro accordo mi sol si, mi, senza avvedersi (!) La quinta preminente è re £ /n, che deve regolarmente risolversi nella terza maggiore mi, sol $. o dello scambio delle parli o dell ommissione del do per un si breve passaggero istante. L esperimento sul fortepiano o sull’organo potrà convincere pienamente quanto sia l’elice la successione dei due esposti accordi senza bisogno d alcun ripiego. Lo che devesi, a mio avviso, alla prepotenza di quel re $ risolvente sul mi. in maniera tanto viva e compiuta, che toglie fin anco al più avveduto critico la possibilità di accorgersi, e risentirsi delr esistenza di quelle du»; indicate quinte progressive. Se dunque 1 effetto corrisponde felicemente, se la ragione lo riconosce dimostrativamente giusto, si potrà, senza tema di errore, stabilire il descritto caso svincolato dalfobblig ) di rigorosamente osservare la stabilita legge. Nella lusinga che non abbia ad apparire privo d’interesse questo mio. qual siasi, primo lavoro. mi occuperò di apparecchiarne un secondo, in cui preciserò i tre differenti casi, cioè: 1) quando le ottave e le quinte siano veramente generatoci: 2) quando possano aver sembianza di esser tali: 3) quando finalmente non siano, nè possano sembrare di esser generatrici. Nei primi due casi la loro successione per moto relto deve evitarsi: nel terzo invece si potrà ammettere. Melchiorre Balbi. BIBLIOGRAFIA NUOVE PIBBLHIZIOVI STRUMENTALI elle belle arti, in ispccic nella piaiiislica, di rado avviene di scoprire un ^compositore che lenti arrivare ad una speciale individualità; in generale gli artisti troppo facilmente si abbandonano ad imitare i modi più favoriti dalle sommità ed in conseguenza dal pubblico, inavvedutamente trascurando di rintracciare, nuovi mezzi pcr rendersi degni (In veracisufpoca fatica ed in breve tempo si giunge a conseguire un momentaneo risultato, nel mentre nel secondo lunghe veglie, non interrotti studj abbisognano a convalidare. il proprio ingegno, ad innalzarlo a nuovi voli ed a renderlo apprezzalo. I giudizj della posici ila servono però di lusinghiero guiderdone alle valide premure ed a’ coscienziosi sforzi de’ pochi che lenlarono di creare; l’obblio di essa di giusta pena per coloro che lasciaronsi sedurre a porsi nell’agevole cammino preventivamente da altri aperto. Qui non ci faremo ad accennare (piali fra i pianisti compositori della giornata siansi resi meritevoli del rispetto, quali altri avranno ad incorrere nella trascuranza de’ posteri: troppo scarso sarebbe il numero degli eletti; la mancanza di originalità c di carattere nelle recenti produzioni è a lutti manifesta, pochissime eccezioni potrebbero farsi: l’abuso delle solite forme, la futilità del genere a cui ora di preferenza appigliansi sono oramai giunte al limito che non mollo può essere lontano il momento di emanciparsi da uno stalo che tanto profana c rende monotona la musica per l’istromento sopra ogni altro amato c coltivato c che da sè solo presenta le maggiori risorse possibili. Bando alle tristi riflessioni 1 la speranza che le cose non tardino ad assumere una più ragionevole direzione c’infervori! Ad alcune opere accenniamo non colla penetrazione di quello che potrebbero essere, ma puramente dietro l’esame di quel che sono in confronto delle altre or ora accolte sotto favorevoli auspici!. Consideriamo le produzioni non in riguardo all’arte, ma in visla delle esigenze prcvalenù presso gli amatori nelle società, c per lai modo i nostri dogj non potranno esser imputali di urtare colle massime qui sopra esposte, c d’incocrenza.... Ragionisi da prima degli artisti indigeni, alcuni de’ (piali (escludendo Dohler il), che dovunque primeggia), pon bene accoppiarsi a varj che in ollrcmontc festeggiati camminano a viso alio c ad ogni loi’ passo impongono un prezzo che tosto ottengono, e che si sarebbe ben alieni dall’accordare ad autori i cui nomi si chiudessero in ini o in etti. Anche in ciò speriamo presto potersi introdurre qualche salutare cangiamento. Non si tratta forse di un sacrosanto diritto che gli ingegni italiani han comune con quelli delle altre nazioni?... Le due fantasie sul Nabiicodonosor (*), ipiellc sulle Saffo (’) c Favorita c la Polka (’) sono cinque pezzi dal nostro Dohler scritti per appagare, qualsiasi gusto c venir in ajuto a qualunque grado di abilità. Difficilmente ora sapremmo trovare alcun altro eminente pianista che al pari di Dohler di quando in (piando pubblichi delle opere da potersi presentare tanto al provetto e sicuro concertista, quanto al giovane apprendente. In generale, i grandi esecutori compongono esclusivamente per le proprie mani, e perciò le loro produzioni sono inaccessibili alla pluralità. Dohler invece si cura dj tulle le classi di suonatori e ad ognuna di esse riesce utile ed aggradevole. - Chi ama il brillante, il pomposo, l’energico scelga la fantasia sopra i temi di Bacini e sarà soddisfallo. Coloro che voglion esser commossi da espressive c sensibili cantilene, dal vezzo melodico, ricorra ai felici concelli della Favorita, il capolavoro drammatico che Donizctli regalò alle scene francesi, da cui Dohler trasse la simpatica sua composizione. La Polka inciterà in molo tutti gli entusiasti della nuova danza, principale delizia c pensiero dei ballerini parigini nello scorso inverno; essa è il più grazioso c vivace bouquet musicale che mai [tossa darsi; deve figurare sopra ogni pianoforte. Pcr gli allievi non molto inoltrali rimangono i due pot-pourri coi molivi del Nabucco nitidamente posti ed ornati. L‘ inspirato, brioso, agile ed appassionalo principe dei pianisti italiani co’ sullodali cinque pezzi, che non aspirano ad esorbitanti pretese in quanto a forme ed a novità di passi, si rese sempre più degno de’favori e della riconoscenza dc’proleiformi cultori del pianoforte, de’ frequentatori delle accademie e degli editori, giacché dappertutto verranno studiati, ascoltali c venduti. E già lunga pezza che non abbiamo la soddisfazione di vedere nuove produzioni deli egregio Panna che da molti anni mcrilossi la pubblica stima in Italia per le scelte sue opere pcr pianoforte, alcune delle quali vennero ben anco ristampate all’estero. La sospirata comparsa di un nuovo suo lavoro deve accogliersi con festa; ragione per cui tutti s’interesseranno della Introduzione del quarto atto dell’Emani di Verdi liberamente trascritta a quattro mani (’) che qualche meno scrupoloso pianista avrebbe potuto nel frontispizio innalzare al rango di Fantasia. Anche nelle cose di minor importanza i buoni maestri si danno a conoscere. Come i lettori di questa Gazzetta ne’prcccdcnti numeri avrai! rilevalo, Gambini è un giovane assai intelligente che con perseveranza c maestria maneggia il pianoforte e compone per questo istromento da uomo che sa, ma che talora ne’suoi pezzi con qualche intemperanza si abbandona al difficile, da cui ne proviene la maggior parie delle sue opere non poter esser ricercate che dai pianisti di primo ordine c il suo nome non aggirarsi ancora solfali della popolarità, che non molli sono coloro che ponilo pretendere ad appianare il complicalo c lo scabroso. Nella fantasia sul Nabucco ("), opera del maestro che all" Euterpe italiana va schiudendo nuovi teatrali trionfi, il Gambini mostrò diffidarsi della ricercatezza e della confusione, c più che negli antecedenti suoi lavori aver in mira la chiarezza, la spontaneità, e la varietà di tinte senza le quali non avvi compiuto effetto musicale, provando un no(1) Teodoro Dohler, in uno dei passali numeri dietro un giornale viennese per sbaglio posto nel novero de’ pianisti nati nella monarchia austriaca, come si asserì nel N. 4-184-2, vide la luce il 20 aprile 1814 a Napoli ove ricevette gli ammaestramenti musicali da Lonza e Benedici. Giova ciò ripetere.