Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/203

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— 199 — ALL’ESTENSORE DELLA GAZZETTA MUSICALE»I MlEAWO. Signore! ÈMS o scopo principale di queste poche lince ad altro non tende, senonchè a rin^sj^graziare il signor G. V itali per l articolo Sr’-^intorno alla mia opera Ermengarda, inj^serito nella Gazzetta Musicale del 17 noŸ^t^^S^^veinbre corrente. Dalla lettura di quell’articolo ognuno può traveder di leggeri come il signor Vitali ad una critica sensata unisca anco le lodi al nobile scopo di ben avviare e incoraggiare chi move i primi passi nella spinosa carriera di i compositoi’ teatrale: cd io per certo non mancherò d’approfittare degli utili consigli che in esso articolo abbondano; solo mi permetterò di notare come in alcuni punti io sia di discorde opinione dal dotto scrittore. È incontrastabile che due.Ine per un solo personaggio, e nello stesso atto, debbano riuscire almeno (mi si perdoni l’espressione) un inopportuno pleonasmo; ma come habent sua fama libelli, così pure, ed egli il signor Vitali pratico di faccende teatrali ben lo sapra, ’ ’ ’ ’ i libretti da musicarsi. hanno i loro destini anche Sarà forse che io abbia non sempre mantenuto il riimo musicale in perfetta consonanza col ritmo poemo’ d’esempio, nella scena tico, ma a me pare che, a i settima dell alto secondo, in cui mi si nota d’aver trascurala l’azione per abbandonarmi a giuochi d islrumcntazione, non sia applicabile al caso: ed infatti gli è ben vero che al giungere di Carlo e Desiderio I islrunientale signoreggia, ma avend’io posta la melodia ai primi c secondi violini sulla (piarla corda (e certamente che questa melodia non è gaja), son d avviso che quella musica esprima abbastanza 1 orrore che provano i soprav vegnenti al vedere che Earvaldo stringe fra le braccia Ermengarda. Convengo che alle parole No, non è vero, per sempre è mio, ecc. una musica maggiormente caratteristica sarebbe stata più veritiera; ma non vorrà il signor Vitali apporne per lo meno in (pieslo caso la mancanza d’effetto anche in parte all’esecuzione che vorrebbe forse essere più concitata? Alle parole 4 notte oscura, Della reggia fra le inora, perchè non pulì aver luogo una progressione di semitoni? lo non trovo che questi valgano esclusivamente ad esprimere le passioni del dolore, ma che I’ effetto vario dipenda dal modo di valersene; sia d’esempio la Polacca dei Puritani in cui 1 immortale Bellini fece uso di mollissime scale eromaliche; eppure il canto di Elvira non è, e. non doveva essere appassionato, c d altronde col Pedale che ho posto ai fagotti ed ai corni tentai di esprimere quell’aria di mistero adatta alla situazione. E intorno all’opportunità di porre maggiore studio nel far uso del basso principale (o meglio fondamentale), io pregherò il signor Vii ali a volermi indicare più chiaramente (piali sieno le. mende ch’io dovrei togliere, dacché (c forse sarà mia colpa) non mi fu dato di ben intendere (piale sia E intenzione dello scrittore. lo non avrei osato di manifestare questi miei pochi riflessi, se le parole lusinghiere del signor Vitali e i molti consigli ch’io saprò apprezzare non me ne avessero dato animo. Ho l’onore, ecc. Gualtiero Sacelli. CICALATE {Vedi i numeri 42 e 45)., n autore che abbia dal cervello suo stilife-lato qualche cosa di pregevole, è cerio •Adi avere delle lodi e delle censure. Ove esse siano dettale dalla e dalla buona fede possono tornar utili all’autore cd agli studiosi. Altravolla gli scrittori di gazzette e di fogli periodici si incaricavano di diffondere ai curiosi simile merce. In oggi le gazzette e i fogli periodici hanno scapitato assai su questo proposito, perchè lodan tutto, o le loro censure si limitano a certi nèi, si direbbe al pel nell’ovo. Si vorrà quindi inferire che il giornalista intenda con sì scarsa censura di accrescere iì pregio all’opera che prende ad esaminare? Non è questo il suo scopo. Egli accenna questi nei per mostrarsi supcriore di giudizio e di sapere all’autore che. censura. Vedi un po’ dove si scopre l’umana albagia, o l’umana miseria! In fatto di musica sono ben rare le analisi dettagliate, gli scandagli artistici fatti con giusto proposito; c se i fogli periodici sono ripieni di relazioni intorno alle produzioni musicali, non crediate che giovino un ette al progresso dell’arte; il più delle volle essi non fanno che accennarci con parole strane, che in toscano linguaggio suonerebbero ben altro, se la lai fattura sia stata elevala pel favore del pubblico sin sopra il firmamento, al terzo o al quarto cielo. Questa mancanza di analisi e di profonde censure dipenderà probabilmente dal non essere ben fissati i principi d’arte, sui (piali devono essere basale; e infatti qui abbiamo un’anarchia di principi (die spaventa. Altri vuole intieramente riportarci agli antichi, altri ai moderni scrittori; altri dice non esservi bello se non seguendo la data scuola che egli prefigge; altri vuole che ci ammaestriamo unicamente sul calilo fermo, altri che ci sprofondiamo nelle fughe; quindi chi ci richiama aU llandel, chi allo Scarlatti, (dii al Gluck, chi agli italiani, chi agli oltramontani; e fra noi chi è per Bossini. (dii per Bellini; senza poi stabilire mai il buono che ciascun autore ha adottalo per la natura del suo ingegno, e il mollo più di buono (die non ebbe a seguire, e che è duopo andar a cogliere in altri autori. Questo è il luogo di replicare che gli studiosi di musica hanno a mano ben pochi libri per far tesoro (lidie bellezze dell’arce.. Ben raro è che si veggano pubblicale in originale le opere classiche musicali, e se qualche volta lo sono, riescono cosi cosiose (die indarno applicherebbe al loro acquisto chi.si da alla carriera musicale. Ond’io, lo voglio pur dire, mosso da generoso disgusto nel vedere che si vanno dimenticando tante opere eccellenti, c i pochi esemplili di tanti capolavori rimangono spesso sepolti negli archiv j in preda alla polvere e. cibo de’ tarli, esternai nello scorso anno il desiderio (die si avessero d un modo economico a rendere comuni queste fatture de’genj (1); e proposi questo modo che mi parve, e mi paia* tuttavia, di facile riuscita; pure non veggo che altri tenga buono a’miei invili, e non so indovinare le difficoltà che abbiano ad emergere. Anzi, se debbo aver riguardo a (pianto da diverse persone me n’è vernilo detto e scritto, ho ragione di arguire che tale impresa sarebbe ben accolla, e produrrebbe a chi l’assumesse onore e lucro. Oh se molli degli scrittori di musica avessero costantemente soli’ occhio le opere degli autoriche, li precedettero, non limiterebbero così, coni’ essi fanno, il genere de’componimenti, i modi di trattare, un argomento; e le bellezze (((di arie non iscarseggerebbero così ne’loro scritti, ch’or mai sono ridotte ad una: al fragore ed all’unisono! D’altra parie noi siam pur capricciosi e indiscreti! Se (cattasi de’ parli di un valente, che fama e impero nell’arie ottenne, ci facciamo ad ammirare perfino i falli che vi son entro; se poi trattasi (Ielle produzioni di un incipiente, non soltanto gridiamo ai falli, ma lo trattiamo da eretico se alcun poco si distacca dai severi precetti e dalle, sante, norme tracciale dai pedalili; finché alla sua volta non capita ei pure per favore di popolo (per fasore dei pedanti non vi giungerebbe mai) sul seggio della fama; e allora siamo a luti’ uomo devozione per lui, e ammiriamo e seguiamo (pie’difelli, (die ci parvero laido detestabili. Tutta la difficoltà è del passo per giungere all’alta fama. Non ho io veduto de’vecchi maestri, che furono sprezzatola acerrimi del giovine alida, e dappoiché questi surse a pari celebrità, tentare que.’ capegli grigi di imitarne i modi; e mentre erano essi famosi nella lor messe o per la grandiosità delle armonie, o per l’avvenente semplicità de’ concetti, o pel mirabile, magistero con cui li sviluppavano, diventar piccini e ridicoli per questo trasportarsi nella messe altrui? Sì certo, ne ho veduto più d’uno, che dignitoso ed avvenente entro il suo abito sfarzoso, mi parve assai goffo nell’abito di damerino che gli piacque di indossare. Trattandosi di un’arte, di mero diletto, (piai’ è. la musica, parmi che nell’esaminare le sue produzioni, delibasi avere speciale riguardo all’clfcllo (die generalmente producono; c dappoiché la censura, che della musica si facesse colla slessa musica, sarebbe basala sull’effetto, io troverei che la satira musicale possa apportare da «pieslo lato de’ grandissimi vantaggi, e supplire tanlo quanto alla mancanza di altre analisi. E per cuculiare con musiche note una scuola o I’ altra, o meglio (dii sorte dal proprio stile per vaghezza dello slil d’altri, parmi che si possa fare assai presto, e basti un po’di vena satirica c alquanto di brio. lo ho scrilto tempo fa mia satira ( he intitolai: Storia della musica. Essa incomincia con una semplice cantilena che si ravvisa addirittura imitare il cauto di un ( 1 ) Veggasi la lettera di Bartolomeo Montanello a Giovanni Ricordi, con cui gli propone un modo facile ed economico per istamparc la musica. inno corale antichissimo; indi passo all" imitazione di œ un ridicolo canto fermo, sempre, unisono, il quale poi vado poco dopo contrappuntando e fugando alla foggia dei tempi di Paleslrina. Sospendo poscia e abbandono il primo tempo della sinfonia, c vengo ad una fuga più libera ne’ soggetti e più complicata ne’ modi, c dapprima con adagio indi con presto, avendo tolte, da scritti posteriori frasi e modi che mi parvero cader presto nel ridicolo, tentai di portare la fuga alla massima complicazione. Ripresi in seguilo il tempo quieto e venni a cantilena spiegata e semplicissima; mi servì essa di tema ad aieime variazioni, che mi espressero usarono in sul finire dello scorso secolo; ne derivai per ultima variazione ima cabaletta balzante, stralicila, e riecrcalclla all’uso moderno, e. venni svolgendo e rendendo rumorosissimo il liliale della sinfonia coi crcscendo, colle interminabili modulazioni, cogli interminabili inganni, ed ho chiuso col fortissimo unisono generale a note vibrale e marcale, il (piale mi rispose all’unisono ed al canto corale della prima parte. Questa sinfonia potrebbe tornare di qunlcho utilità, se fosse, fattura di tuli altro scrittore, clic non son io; poiché scherzi e salire vogliono essere, sapientissimi, c dettati da compositori che hanno l’arte a menadito; non pertanto io mi fari) a pubblicare qm Ila satira non per altro che per dare un saggio; e per dimostrare che la condotta in simili lavori non è molto difficile, ancori hé l’argomento presenti, siccome (pieslo, malerie Altri potrebbe di questa foggia fare un discorso panegirico; anzi, se ben mi ricordo, parmi d’aver sentilo quali he componimento isterico-musicale; ma io ho voluto prendere i progredimenti della musica dal lato burlevole, e le cantilene c i modi sono ivi caricali con ironia, allo scopo di spargere il ridicolo sulle Eu in ogni tempo mania de’ vecchi il lodare, le passate cose, e biasimare le presenti; ma oggi siffatta mania non é de’ vecchi soltanto, ed udiamo gli imberbi nelle scuole, i giovani che cominciano a spiegar l’ali per entro il magistero dcU’arle, e gli adulili, già aclisti talli, riportarsi ne loro studj agli antichi autori e rifiutare i moderni siccome di poco conio. Né trionfo per aver traili gli studiosi del lor partilo, e continuano egregiamente a sprezzare le moderne futIuri*, per (pianto si studino i moderni di modellarle sulle, più antiche. Così fanno oggi pittori, poeti, oratori, architetti, scultori e musici. Ma il fatto sla (die hanno ragione e scapoli. Hanno torlo i vecchi, perchè talvolta non s’accorgono d’aver irrigidite le fibre, c di non esser più alti a percepire sensazioni nuove e diverse da quelle che lasciarono ad essi profonda impressione nella giovanile. c’a, e appresso questi le cose nuove valgono (pianto le cose, viete. Hanno torlo i giovani «piando in luogo di produrre de’ componimenti con le ammirabili bellezze antiche, sortono un insieme stranissimo di stile vecchio e nuovo, e per conseguenza le loro produzioni riescono insipide e informi. Le arti hanno in pendono bensì da una serie di cause difficili a indovinarsi, ma che pure hanno prepotente impero sullo scrittore, ed è a lui (piasi impossibile di sottrarsene; e (piando la composizione non ha l’impronta del tempo in cui è falla, possiamo dire senza tema di sbaglio che non è. buona. Piacerà ad alcuni, lusingherà alici, sorprenderà molli, ma il suo effetto saia momentaneo c sara ben presto posto in dimenticanza. Ecco un alleo argomento di satira. Prendale pensiero di far vecchio e. piacevolmente giuncatelo con frasette o desinenze o sospensioni alla moderna, voi coglierete in questa satira molte delle ultime produzioni. La musica sacra poi somministrerà argomento a cento satire; ed io ne scrissi una a sole vaici che intitolai: il Kyrie eleison. Nello scrivere (pieslo satirico ghiribizzo non ho avuto intenzione di seguire il padre Albrechlsberger nella sua famosa messa, dettala Messa de’contadini; ove egli altera, decompone, e accozza stranamente le parole della messa per farne risultare ridicolissimo guazzabuglio. Con tale dottissimo scherzo ei prenderebbe di mira particolarmente i modi di esecuzione. Per mettere insieme la mia satira io non ho fallo alleo (die raccogl classiche (’(imposizioni cialmeule di melodie contrarie al senso delle parole, di falsa giacitura delle parole, per cui risultano vuole di senso o prendono un senso sconcio, di ripetizioni inestricabili, di leziosaggini, di bizzarrie scmivenien lissime al luogo santo in cui devonsi udire; ed esagerando alquanto il diletto affinchè riesca meglio marcato, sortii tale componimento che in (pianto alle forme parmi regolaree ragione vole (è l’autore che. parla), in (pianto allo spirito vivacissimo; ma poi, comunque sia, le classiche sconcezze, sono ivi poste in tanta evidenza, che speclatuin admissi, vi sfido a tenervi nella pelle; c se per nostro divertimento ei siam provati qualche voila, in privatissima brigaleìla, ad eseguire, quella satira, non si potè arrivare alla fine senza che