cambiato, e per la prima volta si udiva
a Napoli della musica eseguita a perfezione,
nel suo vero sentimento e con tutte le necessarie
mezzetinte.
L’incuria, l’incapacità dell’amministrazione
è grande quanto mai può credersi.
Una riforma radicale nellorganizzazione e
nel sistema degli studi! è indispensabile-,
ma essa è tanto poco in istato di eseguirla
come di comprenderne la necessità. Dapprima
abbisognerebbe eh ella rinunciasse
una parte delle sui* attribuzioni a profitto
del potere del direttore di musica, ciò
eh essa non farà certamente.
Ho di ciò parlato qualche volta con Mercadante,
il quale, come colui che conosce
il paese e 1 inutilità degli sforzi elici potrebbe
fare, contentossi di sospirare e tacere.
- Ma perchè mai, diss io ad un artista
di cui tacerò il nome, per non comprometterlo.
perchè si è affidata tutta questa
amministrazione a degli amatori mancanti
d esperienza? - Voi v ingannate, risposero!
non sono nemmen amatori; perchè
ove si vedessero spogliati del potere di cui
sono cotanto gelosi, impiegherebbero tutta
la loro influenza a nuocere a questo medesimo
Conservatorio che oggi mostrano
proteggere. E per essi ciò non sarebbe difficile,
perchè il re non ama la musica, nè
tampoco il Conservatorio. Su di ciò egli
si è già abbastanza spiegalo, dicendo die
potrebbe convertire in una buona caserma il
fabbricato di questa scuola, e la rendita
di essa gli basterebbe a vestire due reggimenti.
Nei vostri paesi costituzionali
non sarebbero possibili simili atti di autorità-
ma qui, nemmeno una voce s’alzerebbe
per lamentare la perdita del Conservatorio.
Il personale dei maestri è composto nel
Conservatorio di Napoli nella maniera seguente:
4. Direttore generale di Musica, Saperlo
Mercadahte.
2. Direttore di Canto, Gerolamo Crescentini.
5. Professore di Contrappunto, Francesco
Buggi.
4. Professore d’Armonia e di Accompagnamento,
Giacomo Cordella.
5. Professore
risi.
6. Professore
marosa.
7: Professore
Busti.
8. Professore
citelli e Onorio
9. Professore
d Armonia. Gennaro Padi
Solfeggio, Paolo Cidi
Canio. Alessandro
di Violino, Antonio Giade
Iito.
di Violoncello, Gaetano
Ciandelli e Antonio Panzetta.
40. Professore di Clarinetto. Ferdinando
Sebastiani.
14. Professore di Flauto, Pasquale Buongiorno.
42. Professore di Oboe. Felice Ferrazzano.
lo. Professore di Fagotto. Pietro Zoboli.
44. Professore di Cembalo, Francesco
Lanza.
4 5. Professore di Arpa. Filippo Scotti.
A questi maestri sono aggiunti un professore
di filosofia, un maestro di lingua
francese, uno di lingua latina, ed uno di
declamazione.
La scuola degli alunni esteri ha dei maeÒ
stri particolari che sono Casella, per il
C f cembalo, e l’accompagnamenlo^ Polidoro,
per il canto} Loveril per gli stremanti a
Buonomo^ per gli istroinenti da
Estevan^ per le belle lettere.
corde }
fiato e
Non ho nulla da aggiugnere a ciò che
dissi di Mercadante. Rispetto a Crescentini,
fu senza dubbio un gran cantante e un
eccellente professore, olire a ciò egli è un
uomo molto buono ed amabile:y ma arrivalo
a un’età avanzata. cidi non ha che
un impiego senza incombenze nel suo posto
di direttore di canto. Buggi. professore
di contrappunto, è egli pure mollo vecchio^
ebbe buone tradizioni di scuola: ma
un giovine professore che conobbi a Napoli,
dissemi ch’egli non ha nè metodo, nè
ragionamento. Cordella, che insegna 1 armonia
e facCompagnamento, era un antico
compositore drammatico, ora in età di
56 anni, che ebbe qualche successo al
teatro, fra gli altri nello Scambio, e nel
Ciarlatano, opere buffe rappresentale a
Milano nel 1806. Allievo di Fenaroli. segue
nell insegnamento il metodo del suo
maestro. Il professore di solfeggio, Paolo
Cimarosa, è, credo, un figlio del celebre
compositore.
Il sig. Busti, professore di canto, è un
giovine artista di talento che farebbe senza
dubbio buoni scolari, se nella sua scuola
vi fossero voci; benché ciò possa sembrare
un paradosso nei nostri freddi climi,
avvi molto meno voci sotto il cielo di Napoli
che nei climi temperati del mezzogiorno
della Francia. Un sole troppo ardente
pare dissecchi I’ organo della voce.
Molte volte sentii Mercadante lamentarsi
di questa mancanza di voci al Conservatorio.
e il sig. Busti, col quale parlai a
questo proposito, dissemi pure ch’egli non
vedeva speranza di ottenere fra i suoi allievi
buoni cantanti drammatici. Il sig. Lanza
professore di cembalo, appartiene a una famiglia
d artisti, di cui il talento è ereditario.
Il sig. Sebastiani si è dato a conoscere
a Parigi in alcuni concerti, nel 48’27.
Il merito degli altri maestri mi è sconosciuto.
Se le persone che compongono il corpo
d insegnamento del Conservatorio di Napoli
non sono tutte d’egual forza, sarebbe possibilissimo
fare delle riforme, e ravvivare il
sentimento artistico nella scuola-, non ci
vorrebbe per questo che lasciare a Mercadante
maggior potere. o piuttosto abbandonare
a lui l’intiera direzione di tutto
ciò che riguarda l’arte, cominciando dagli
studi! elementari! fino alla produzione del1
artista laureato. Non sono senza dubbio
diseredati i Napoletani del genio musicale
che produsse fra loro tanti sommi talenti
nel corso del secolo decimottavo. Ho molte
volle incontrato fra gli allievi che passeggiavano
nei lunghi corritoi del vasto fabbricato
di S. Pietro in Majella, occhi di
fuoco, indizio di un’anima ardente, e fronti
spaziose indizio di forte e attiva intelligenza^
niun dubbio che in essi non vi
fosse il germe del talento; per farlo fruttare,
non vi manca che l’impulso, e questo non
può esser dato che da un artista sommo.
Un gran vantaggio di cui godono i giovani
compositori del Conservatorio di Napoli,
si è che le loro messe sono eseguile
nelle chiese di questa città, e che le loro
opere di prova sono rappresentate dai loro
compagni sul piccolo teatro della scuola-,
ne risulta che colla propria esperienza
s’instruiscono nella pratica dell’arte di scrivere,
prima di abbandonare le loro produzioni
alla critica del pubblico. E un miglioramento
che dovrebbe essere introdotto
nel regime del Conservatorio di Parigi.
Per lo straniero che visiti il Conservatorio
di Napoli la biblioteca musicale di
questo stabilimento è di un grande iuteresse.
E stata per assai tempo affidata alle
cure di Sigismondi. vecchio suonatore,
morto nel 1826, all elà di novanlaquattro
anni. Era in quel tempo inaccessibile al
pubblico, ed in tanto disordine, che il
bibliotecario stesso sarebbe stato imbarazzato
per trovarvi alcuna cosa. Dopo lui,
il sig. Fiorimo. condiscepolo di Bellini e
suo amico. venne incaricalo di porre in
ordine questo deposito, affinchè gli allievi
ne potessero cavare qualche profitto. Pieno
d’amore e di zelo per la sua biblioteca, il
sig. Florimo si è senza interruzione occupato
delf opera a lui affidala, ed ora la
biblioteca si trova in un ordine perfetto.
Uomo amabile e di buonissime maniere,
il bibliotecario accoglie gentilmente
i forestieri. e si dà premura di comunicar
loro lutto ciò che desiderano. Non si può
dissimulare che le rivoluzioni di cui Napoli
è stala testimonio negli ultimi anni
del secolo XVIII e al cominciare del XIX
sono state fatali alle collezioni degli antichi
conservatori! di cui s è composta la
biblioteca della scuola attuale. Ebbero luogo
molti spogliamenti di manoscritti originali
e preziosi. Da quel tempo se ne poterono
ricuperare alcuni, e in questi ultimi anni
il sig Fiorimo vi fece rientrare quarantaquattro
spalliti originali delle opere di Picini.
Questa collezione è tutta composta
di musica pratica, e sopra tulio di sparliti
d’opere italiane, nel numero di otto mila,
ben legati ed in buon ordine. Si trovano
fra i manoscritti originali rimarchevoli,
oltre i lavori di Picini di cui ho già
parlato, la più parte delle opere di Paesiello,
e tutti i lavori di Zingarelli.
Non essendo ammessa al Conservatorio
di S. Pietro in Majella nessuna donna, è
stata formata una scuola di musica speciale
per esse, vicino alla Chiesa della Frinita
maggiore. Le allieve sono in numero di
ventiquattro. Vi si trova qualche bella voce.
Il sig. Busti è professore di canto anche
di
questa scuola.
Fetis Padre.
Direttore del Conservatorio di Bruxelles.
La scorsa Domenica da sessanta a settanta de’ migliori
nostri professori istrumentali e vocali erano chiamali
nell’appartamento del signor Conte Giulio Lilla
ad eseguire una composizione sacra, un De Profundis
del dello Nobile dilettante. Questo bel componimento, il
primo che il nobilissimo Autore si esperimento a tentare
nel genere ecclesiastico, è cosa sotto ogni rapporto
pregevolissima. - Il Salmo dividesi in quattro
numeri 0 pezzi. Il primo è basato, se la memoria non
ne tradisce, sul solo primo versetto. Dopo un mesto
e tranquillo ritornello dell" orchestra in sol minore, il
coro v’intuona le prime parole, le, quali vengono
tratto trailo alternate da qualche breve solo di tenore.
La chiusa di questo primo pezzo, proposta dalla voce
sola del tenore cilato e ripetuta in massa armonica
dal coro, è larga e nuova; e conchiude maestosamente
questa introduzione, cui si potrebbe apporre il lieve
difetto d’esser presa forse con forme troppo ampie,
qualora la si voglia misurare cogli altri tre seguenti
numeri. - L’aria per tenore in la bemolle cd a sestupla
che vi succede poggia su d’una melodia delicatissima quanto
mai. I sordini mollo a proposito adoperali
negli strumenti d’arco vi improntano una affettuosa
mestizia. Avrebbesi però potuto impiegare
ne’, violini qualche suono più acuto. Il sorciino nelle
note alle rimane più caratterizzato. - L’aria seguente
delì basso contiene un buon tratto a foggia di crescendo
in la maggiore, cui maggior effetto danno
cori. L’idea manca tuttavia, ne sembra, di tutta la
O