Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/61

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■Ba (lare. A questo è assoluto obbligo di provvedere e legt® immediatamente. A proposito d’Organi ne viene in mente che era ZAv già da qualche tempo nostro dovere di parlare d una Memoria (1) dell’esimio sig. dottore Paolo Giani sul gigantesco organo di S. Colombano, fattura dell ormai celebre Adeodato Rossi-Urbani di Bergamo. Ella è qucsla un’interessantissima Memoria, che oltre all’essere scritta con ogni eleganza di stile, distinguesti anche! por un dotto cenno clic l’Autore fa precedere sugli organi pneumatici in generale, come ancora per la lettera del chiarissimo Fr. Davide da Bergamo all Autore diretta, nella quale trovasi la più demagliata descrizione di questo magnifico strumento, che sembra essere, a della del signor Giani, o il più grande od uno dei i più grandi della Penisola, perchè composto di 107 registri c di 44G5 canne. ii. Alberto Mazzvcato. (1) L’Organo, e particolarmente del grandioso Organo di S- Colombano e del dì lui autore Adeodato Bossi-Urbani di Bergamo, Memoria del dottore. Paolo Giani. - Lodi, dalla Tip. di C. Wilmanl e figli, 1845.


CARTEGGIO il Caro Amico. Parigi 18 marzo 1844. Vi ho promesso alcune notizie musicali del mio sog- I giorno a Parigi, il tumultuoso emporio artistico di Europa. Ma oh Dio! da (piale dovrò mai incominciare nel caos di spettacoli, di com edi, di serale, di mallii naie grandi e, piccole, buone c cattive a cui in meno I di dieci giorni ho assistilo? In quaresima ogni artista,; I per poco che si creda forte, cerca di dare la sua accademia: ogni amatore o sedicente tale si compiace i settimanalmente invitare le sue conoscenze a serale in cui la musica ha la precedenza; non pochi fabbricatori di pianoforti per melici’ in evidenza il merito ’ della propria merce combinano de’ concerti a cui con1 corrono le, celebrila pianistiche; i più fastosi ricchi! estendono i proprj lussureggianti piaceri alla div ina arie, degni guiderdoni porgendo agli esecutori predi- | 1 ledi dalla moda. - Tutta Parigi ora fa musica c vuol musica; in questa stagione la grandiosa capitale seni- j i bra quasi tramutata in una smisurata sala ove inccs- | | santamente si suona e si canta. A dirvi il vero le mie j orecchie rimasero sbalordite, il mio spirilo cadde in I abbattimento, le mie fibre ebbero troppo frequenti scosse; mi sento come oppresso da una replezione. musicale. Per ora non mi sarebbe possibile informarvi delle molliplici sensazioni avute che facendovi di esse una sfuggevole enumerazione. Ilo sempre avuto fisso in mente die i concerti al! Conservatorio di musica, dovessero essere il non plus uliva della perfezione islrunientale-eseculiva. Arrivai pertanto ansioso più che mai di attingere alla delii ziosa fonte, c mia prima cura fu di cercare de’ biglietti. Mi si rispondo esser pressoché impossibile trovarne; ■ corro dalle persone più infliienli e ne ho la stessa j risposta. Aon mi perdo perii di coraggio; finalmente ne ebbi sospiralo il risultato; e per la gentilezza di. un ottimo signore arcivai ad essere collocato nel paradiso dell’elegante teatrino del Conservatorio. La parola paradiso non poteva meglio convenire a quell’angolo ove i miei sensi furono inebbriali da un incanto incI sprimibile; in quel punto era trasportato in una sfera celeste. Qual meravigliosa esecuzione nel colorilo, nella fusione e nel portamento de’ suoni, nella delicatezza e nella forza! Mirabile era il vedere la coorte de’violini, I 1 O delle viole, de’ violoncelli, de’bassi moversi come se fossero guidali da una sol mano, e più mirabile ancora era I’ udirli (alilo uniti da farli credere, per un solo istromento. Ora potevano paragonarsi ad un Rubini che deliziosamente ammorzasse la voce, ora ad una Teresa Milanollo che angeliche vibrazioni traesse. Prima della mali ina del 10 marzo non avrei potuto persuadermi che l iniera massa di una grande, orchestra potesse ottenere sì toccanti e finiti effetti nel pianissimo, nel cantabile, legato e nella accent nazione. Quand’anche non dirigesse il rinomato Habenek, per un fatale accidente ammalalo (1), a me parve che tutto fosse eseguilo a meraviglia, c questa mia opinione non si accorda con quella esternata da alcuni giornalisti parigini, i quali forse, avvezzi a prodigi ancor maggiori. avran potuto rilevare la differenza fra l’esecuzione del (punto eoncerlo c, quella de’precedenti; per me, nuovo a tale perfezione, essa riesci al sommo soddisfacente, e non mi dimenticherò mai del magico adagio della sinfonia in mi bemolle di Mozart e dello scherzo ed orage della sinfonia pastorale di Beethoven, il nume della benemerita Società del Conservatorio. M’interessò assai un religioso coro a voci sole, del XV secolo, un’aria dell’Ir-mida di Giuk con scelti accompagnamenti, ed un grandioso coro delle Buine di Alene pure di Beethoven. Per intermezzo l abile Klozé disse, alcune, variazioni. Troppo difficile io sono ad accontentarmi dei concertisti di clarinetto; ciò deve, succedere ad ognuno che sia avvezzo alla bravura di un Cavallini. In altra mia vi parlerò con qualche particolarità della pi ima orchestra del mondo c delle portentose sue prove. Con negligenza ed inesattezza s’interpretarono alla Grand’Opéra il l’reyschülz di Weber e Z’Assedio di Corinto, ed all’Opera comique l’Ambassadrice di Aubcr, relegante compositore francese, solerte direttore del Conservatorio di musica. Parlo |solo degli spartiti da me uditi. Al Teatro italiano invece fui più che mai soddisfatto di rinvenirvi una nuova luminosa > conferma della preminenza della nostra Opera nella lodevdiissima esecuzione de’ Puritani colla Grisi, Ronconi, Lablache e Mario. Quest’ultimo è di un merito superiore alla sua riputazione, possiede, una voce, non forte ma la più simpatica; ei la sa modulare con bel metodo e. con insinuante espressione. Lablache per l’imponente sua posatezza c. per compitezza e coscienziosità artistica non teme tubiera rivali: la voce di lui è sempre tale da sorprendere e. toccare. La Grisi, in ispecie nella polacca, mi aggradì; così pure Ronconi nell’adagio della sua cavatina. Gli abituati al teatro italiano di Parigi pretendono che si abbia a cantare nello stretto senso della parola c rifuggono dalle grida c dal frastuono. Fra noi fa altrimenti! è (piesta forse, la presente nostra supremazia musicaledrammalica’?.... Quasi tulle le mattine dalle due alle cinque, e, tulle le sere, dalle nove alle due sono stato introdotto in sale rigurgitanti di persone c di musica. Ommctlcrò di parlarvi delle romanze francesi per me sì stucchevoli nelle triplici loro riprese; ma peri» non tralascierò di encomiare Ponchard, Dupont, Geraldy i (piali han fatto meglio valere il non volgare, loro merito ne,’pezzi! di Mehul, Monsigny, Grelry, Donizelli. - Replicala-! mente, la signora Ronconi, la Castellila che lauto acqui- j1 sto in voce, la Dorus-Gras dall’agile gola, la Capdeville ■ alla (piale sorride un lido avvenire, si meritarono congratulazioni. Salvi e Ronconi non han bisogno che io mi occupi de’loro fasli nelle, società nelle (piali sono ’ sì ricercali. Lo stesso pulì pure applicarsi al bravo maestro Alary,:.le cui belle composizioni da camera si pregiano da tulli. Il novero de’ molli pianisti finora da me qui conosciuti va aperto col nome dell’egregio Halle il degno interprete di Beethoven e di Liszt. Fra i violinisti emerge. Alarti. - Seligiuann pel metodo, per l’omogenea cavata e pel giusto senlimento ognora si procaccia fervidi applausi. Piatti, violoncellista sorprendente, da molli suoi ammiratori viene qualificalo ■ per bravura a nessuno secondo; la sera del l.’i nella sala Erard ebbe, un compitilo incontro: (pianto prima ’ si esporrà al Conservatorio e poscia darà il suo concerto. ’- Applaudii Dorus suonatore di flauto notevole per dolcezza e, scorrevolezza; egli si produsse, nella magnifica sala di llerz, il pianista compositore sempre in voga. i Dòhler giovedì darà un concerto: lutti i posti da varj giorni sono già presi; il gran pianista italiano suonerà (piatirò suoi pezzi nuovi. - Aspettatisi Liszt, Thalberg, Sivori. Berlioz ha annunzialo un’interessante serata pel fi di aprile. Ecco quanto nella confusione delle mie, rimembranze musicali mi venne fatto alla meglio raccapezzare. Se poi ri» avere un po’ di calma le mie succes(1) Vedi alle Notizie. sive relazioni saranno meno informi. Scusatemi e credetemi tutto vostro. Is. Cambiasi. P. S. (1!) marzo). Jori sera la contessa Samoyloff, la cui generosità e, splendidezza son pari alla gentilezza e cortesia, aprì il sontuosissimo nuovo suo appartamento di uno straordinario lusso unito al miglior buon gusto, con una grande accademia alla (piale, giusta il programma, presero parte Lablache, Mario, le tirisi c Brambilla, il Piatti ed il maestro Vera, i cui nomi equivalgono ai maggiori elogj, (piindi ad essa parteciparono due dilettanti milanesi che io e voi conosciamo. Tulio quanto offre Pai igi di talenti distinti, di persone eminenti era accolto nello sfarzoso ed elegante palazzo dell’illustre straniera; le orecchie e gli occhi degli invitati rimasero veramente affascinali. I V M OVO OKG tXO SERASSI (Articolo comunicato). Il signor Serassi da Bergamo, fabbricatore di Organi meritamente rinomalo per tutta Italia e fuori, ne coslrusse ora in Milano, nell’appartamento del signor Conte Giulio Lilla, imo di otto piedi reali, degna opera delle sue. mani. E questo superbamente islrumcntato con corno inglese, tromba soprano, violoncello, fagolto, tromboni ai pedali, contrabbasso, viola, fluito, ecc.; ha un ripieno dolce, e robusto, è insomma «piale doveva compirlo un Secassi per un munifico signore ed appassionato cultore della musica. Noi ne diamo notizia, perchè la perfetta fabbricazione degli istromenli di un’arte c di non lieve interesse. a’suoi studiosi; e chi appena conosce il meraviglioso meccanismo di un organo, c sa quale squisito senso dell’armonia si richieda in chi deve fabbricarlo, ammetterà con noi che l’industria del signor Serassi merita d’essere divulgala, e che ogni suo lavoro vuoisi attentamente. esaminare, come si fa dell’opere degli eccellenti artisti. Bergamo, (piesta città così famosa nei fasli musicali, ha dunque diritto di andar superba eziandio del suo Serassi; come gode la splendida Milano di udire, la solenne voce, dei di lui organi non solo nelle sue chiese e. nella imperiale sua scuola di musica, ma benanche nelle stanze di que’ suoi cittadini che possiedono colle, ricchezze, la rara scienza di profonderle come solo è utile ed onorevole. G. M. NOTIZIE MUSICALI DIVERSE — Parigi. Dohler di ritorno a Parigi dal suo brillante giro nelle principali città della Francia la mattina de) 21 diede un gran concerto che riusi i oltremodo soddisfacente. Il pezzo che destò maggior interesse nei veri apprezzatoli del Dello musicale si fu un magnifico trio di Beethoven maravigliosamente interpretato dal sommo pianista in compagnia del finito Seligmann e dèli’abile Alani. 1/elettrizzante Tarantella ebbe l’onore del bis-, piacquero pure la Fantasia sulla Saffo c l’andante sopra una romanza del Don Sebastiano, squarci (die appena verranno pubblicati formeranno le delizie dei cultori del pianoforte. — Ecco come si esprime la Berne de Paris nel Numero del tO marzo in rapporto al violoncellista Piatti: - fra i nuovi islromci.listi comparsi questo inverno nella ■ nostra capitale, un solo italiano chiamalo Piatti pro» dusse una distinta sensazione Egli suona il violoncello» come Paganini suonava il violino. Piatti non ha lo sguar» do celeste, nè la fisonomia rafaellcsca di Batta: egli è • un uomo piccolo di statura, molto semplice, che ri» fogge da qualsiasi anellazione e ciarlatanismo. Sola• mente al sentire il proprio istromento fremere sotto» le sue dila s’inspira, i suoi ocelli scintillano dietro • i suoi occhiali ed allora egli si potrebbe dire un per» sonaggio di Hoffmann. Piatti sembra aver rinvenuto» nel violoncello de’profondi accenti ignoti ben anco a • lui stesso. La voce, umana non ha inflessioni più vi» braie c più patetiche: talvolta si supporrebbe udire» il corno di Galluy. Merita poi speciale menzione un • jiezzo da lui composto sopra motivi della 5onn«m• buia c che eseguisce a meraviglia. Per la portentosa • di lui facilità nel superare i più ardui e complicati • passi, Liszt prima di noi lo aveva paragonato a Pa» gannii: che si potrebbe dir di più?» 10