Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/75

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i. STORIA MUSICALE carattere. (Continuazione: vedi il foglio antecedente). laceravano h Seroi di’ oro della mugica italiana. Progressi della Melodia. Valenti Comg>ogitori italiani. Scuole celebri • La musique. par des in fierions vives. accentuées. il. • pourainsi dire, parlantes. exprime toutes Iss pas• sions. peint tous les tableaux, rend tous les objets. • soumet la nature entière a ses savantes imitations, • et porte ainsi jusqu’au coeur de /’Aonmie des seti• timents propres a l’émouvoir.» per t.suoni scorso. Può a produr la certa regola ne adatta i essa concorrere dal canto suo espressione ora ordinando con i suoni, come la grammatica vocaboli; ora unendo con alStoria musicale. Secol d’oro della musica italiana, ere,, eco. - II. Della critica is fatto d’arte. III. Progetto pi usa scova riforma musicale. IV. iSoTIZIB MUSICALI DIVERSE. - V. ÒUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI. pascolo, e se il terrore e la pietà non gli animi degli spettatori, si sentivano essi rapili dall ammirazione, il GAZZETTA MUSICALE ANNO Ili N. 18 DI MILANO Si pubblica ogni domenica. — Ari corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinali a compone un volume in 4." di centocinquanta pagine circa, il ([naie in apposito elegante frontespizio si intitolerà As’kuogia classica miskai.f. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. Stimi pezzi di musica dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi coriispondenli a N. iòti pagine, e questi vengono dati gratis all atto che si paga P associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. eggasi I’avvertimento pubblicalo nel joglio N. jp, anno II, 1ï43. ■a sica tutto insieme piaceva noni^dimeno agli Italiani ad onta de’ suoi difetti si per la noviyq^^^ar^ta. si perchè non ne avevano un altro migliore. Avendo perduta intieramente l’idea del teatro antico, e non vedendo sul moderno se non le tragedie, e commedie piene di mille assurdità, era ben naturale che s’appigliassero al melodramma, in cui trovavano un ampio compenso. Se il cuore non vi si mischiava per nulla, gli occhi almeno trovavano il loro (piale alletto sostituito ad ogni altro rendeva spregevole uno spettacolo contrario per sè stesso al buon senso. 1 suoi difetti erano riputati altrettante bellezze, e si metteva come pregio iutrinsico del componimento la sloggiala pompa del macchinista, la quale faceva perder ogni suo effetto alla musica e alla poesia} senza riflettere, come osserva un grandissimo ingegno, che quest’apparente ricchezza altro non era che povertà, nella medesima guisa che i fiori sparsi innanzi al tempo sulle campagne indicano per lo più la sterilità del terreno. Tuttavia non poteva a meno di non avvenire che fra le tante lascivie dell’arte, ond erano ingombrate la musica e la poesia. non uscisse alle volle dagli istromenti qualche suono, il quale penetrasse più avanti nell’animo e qualche tratto non infelice dalla penna dei poeti. La natura ha questo di proprio, che basta che ci si mostri nel suo vero aspetto, perchè tosto faceia nascer vaghezza di sè. Ecco il momento della rivoluzione. I poeti cominciarono a conoscere, che si potevano interessare gli animi a preferenza degli occhi, c s avvidero i musici che la possanza dell’arte loro, avvegnaché abbia per fondamento gli accordi e le leggi armoniche, era nondimeno riposta principalmente nella melodia. Essa in fatti è la sola che converte la musica ni vera arte imitai rice della natura, esprimendo colla varia successione de’ tuoni e delle note i diversi accenti delle passioni. Essa è quella che adoperando i ino • vimenli or rapidi, or lenti, or con debita misura sospresi, ci strappa le lagrime nel dolore, affretta il corso del sangue nell’allegrezza, ci fa smarrire nell’abbattimento, e ci determina alla speranza, al timore, al coraggio ed alla melanconia. Essa è, che riproducendo le sensazioni che in noi risvegliarono le immagini rappiesentalive degli oggetti fisici, sa dipingere il mormorio U un ruscello, che scorre lentamente fra herbe, e lo strepito d’un torrente, che rumoreggia precipitando dalle montagne, lo spavento d una tempesta, e il susurro voluttuoso d’un fresco venticello, gli urli delle furie e il sorriso delle grazie, la maestà e il silenzio della notte, o 1 allegrezza d un meriggio rischiarato dal sole (1). Essa è l’unica parte della musica, che cagioni degli alletti morali nel cuor dell uomo, i quali oltrepassano la limitata sfera dei sensi e che trasmette a1 suoni quella energia dominatrice, che s ammira ne1 componimenti de gran maestri. La quale non altronde deriva se non se dal prendersi le inflessioni musicali come altrettanti segni delle nostre affezioni e delle nostre idee: dal che nasce, che risovvenendoci degli oggetti che vengono per mezzo di esse rappresentati, ci sentiamo parimenti agitare da quei movimenti medesimi che avrebbe in noi eccitati la presenza loro. Essa è finalmente quella che sottopone, a cosi dire, l’universo all’imperio dell’orecchio. non altrimenti che il sottopongono la pittura e la poesia, quella al giudizio degli occhi, e questa a quello della immaginazione. (f) Con questa come con altre opinioni dell’esimio scrittore cui togliamo questi frammenti (vedi Arteaga, iìivoluzioni del teatro musicale) noi non concordiamo al tutto. (ìli ultimi progressi della critica hanno indotte in chi parla ili arti a’ giorni nostri delle convinzioni ben diverse da quelle di coloro che ne ragionavano al finire del passalo secolo. Ma è pur sempre curioso e istruttivo il vedere come ne ragionassero. La II. DOMENICA ò’ Maggio 4 844. Il prezzo dell’associazione alla Cassetta e alla Musica è di effetlivc Austriache L. lì per semestre, ed enclins Ausli.ichc I,. 14 affrancata di porto fino ai confini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. La spedizione dei pezzi di musica viene falli mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio //icordt. nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso lIfficio della Gazzetta in casa /licordi. contrada degli Dinenoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli t’itici postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porlo. I ulto ciò non può ottenersi dalla semplice armonia considerata in sè slessa: imperocché, consistendo principalmente nelle proporzioni equilemporanee dei suoni, è atta bensì a formare un accozzamento gradevole che diletti I udito. ma non può sollevarsi fino al privilegio d imitar la natura. colla (piale 1 unione degli accordi non ha se non se una relazione troppo lontana, ne può avere un influenza notabile sugli alletti, che e il vero scopo della musica teatrale. Media stessa maniera che le sole regole della grammatica faranno bensì un discorso puro e regolato, ma non saranno giammai sufficienti a formar uno scrittore eloquente. La forza degli argomenti. la convinzione dello spirito, l’eccitamento delle passioni, 1 arte in somma di persuadere, sebbene non possano ottenersi senza osservar la sintassi, non e perciò che dalla sintassi in tal modo dipendano, che basti 1 averla osservata perchè altri divenga oratore. La retorica e quella che disponendo a sua voglia delle regole, e delle parole, e servendosi di esse come di veicoli delle idee, comunica loro quella espressione che da sè sole non avrebbero fra le mani di un grammatico. Ora come la melodia è per la musica ciò che la retorica per il linguaggio, cosi l armonia e cune leggi di modulazione la succession loro, come I ortografia ne distingue i periodi; ora rendendo più giuste le inluonazioni per mezzo degli intervalli, come la sintassi rende più intelligibile l’orazione per mezzo dell’acconcia collocazione delle parole: ora assoggettando al sistema generale dei suoni le inflessioni difettive e vaganti, non altrimenti che la grammatica lenta di accomodare ai precetti generali le anomalie denomi e de’verbi. Ma fintantoché il compositore resterà fra colai cancelli. la musica non avrà nè vita nè spirilo; 1 accento spontaneo e naturale delle passioni si convertirà in un intervallo armonico, il quale appunto perchè e figlio dell’arte, non produrrà il menomo efletto sul cuore. che mai non vien mosso da proporzioni astratte, o da semplici ragioni numeriche; restringerà ad un nicciolissimo numero di modi le varie c molteplici inflessioni, di cui è capace il linguaggio If fi