Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/87

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GAZZETTA MUSICALE!

anno in.-N. 21. DI MILANO DOMENICA 26 Maggio 1844 Si pubblica ogni domenica. — Nsl corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica musicale. — Per quel Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. ÎOOO pezzi di musica, dal quale possono far scelta ili altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che sì paga I associazione annua; la metà, per la associazione semestrale, Leggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno fi, 4 843. • La musique, par des inflexions vives, accentuées, et, • putir ainsi dire, parlantes, esprime toutes les pas• sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • J. J. fìoussst^v. Il prezzo deH associazionc alla Gazzetta e alla.Musica è di ciïciiive Austriache L. i - per semestre, cd eneltivc Austriache 14 affrancala di porto tino ai confini della Monarchia Austriaca; il doppio per F associazione annuale. — La spedizione, dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio bicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso I Ltlicio della Gazzetta in casa /tiroidi. coni rada degli Omenoni N.° 172D; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli lillìci postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. SOMMARIO. I. Critica melodramma!ica. I. Roberto il Diavolo di Meyerbeer al Teatro (’.arcano. - 2. Emani di Verdi al Teatro S. Benedetto in Venezia. - il. Come si deforma la musica dalle Orchestre. - 111. Carteggio. Parigi. - IV. Notizie musicali diverse. - V. Cose diverse. - VI. Nuove puiiiilic.vziom musicali. CRITICA MSL0DRÀK1Ü.TICA i. IIOBEIITO Ili BIAVOLO, Opera in cinque alti di Scribe c <£. Delavi$ne, con musica di ÌTIeyerbeer, eseguila al teatro Corcano dalle signore Cu zza ni e JVIathey, e dai signori Bella Cella, Soldi, Euzet {la sera del 21 corrente). a rappresentazione di questa oVC partizione colossale di Meyerjfò^Jljeer al teatro Cercano conduce frù -Jba delle osservazioni un po singolari e dolorose. - Non era egli dunque possibile, che. dopo tredici anni di vita trionfali» che ornai conta quest Opera, il nostro Fcatro della Scala le schiudesse una volta le sue porte, le apprestasse i suoi grandi mezzi, la vestisse di tutta quella pompa che a un tanto lavoro conviensi? - Quali garanzie maggiori attendeva l’impresa del suddetto Gran Teatro per giugnere a persuadersi che questa musica di Meyerbeer è buona e bella, che questa musica può far effetto, che anzi eseguita appena appena convenientemente deve produrlo? E se non ci affidavamo agli entusiasmi di Parigi, di Londra, di Vienna, non eravamo in dovere almeno di prestar lede ai non dubbj successi del Roberto iu Firenze, in Venezia, in Padova, in Frieste, in Cremona? Teatri codesti, i quali certamente iiiin pretendono a gareggiare nè in vastità, né in ricchezza di mezzi con quello della Scala. - Ma forse più che della musica diffidavasi di chi doveva qui udirla e giudicarla. Si avrà temuto che le parole di Diavolo, di Satanasso, di Lucifero non suonassero troppo spaventose alle nostre delicate orecchie: che la risurrezione de’ cadaveri, le danze delle estinte, i chiostri, i cimiteri, i rami incantati, gl’incanti sonniferi, le orgie dei cavalieri, le canzoni degli spiriti dannati, i corali degli organi, gli osanna aerei, i valtzer infernali, le nuvole, i fuochi fatui, le fiamme del re degli abissi. tulio insomma codesto fantastico ammasso di cose, si avrà temuto, dicevasi. che troppo non cozzasse colle monoione e tranquille abitudini di spettatori non avvezzi per verità che alia solila routine delle nostre azioni liriche, che dal più al meno cominciano, camminano e terminano lutte ad un modo. Intanto dunque che il Grande Teatro alla Scala posatamente slava indagando 1 avvenire e scrutinando il venturo andamento e la piega delle future nostre tasi musicali, ad oggetto di maturarvi pian piano l’epoca e le circostanze opportune per farvi apparire codesto spettacolo, ecco improvvisamente un impresario coraggioso, per non dire audace, che vi annuzia Roberto dalle gigantesche forme. ristretto a forza tra le non vaste pareli <1 uno de nostri secondar) teatri. Arduo cimento! Lo scorso martedì adunque se uè lento la prima rappresentazione, ed il successo mostrò ben assai chiaramente che tutti i dubbj suaccennati dovevano, com’era facilissimo di prevedere, svanire interamente. Il pubblico milanese ha dato più volle indubbie prove di (pianto egli sappia apprezzare, la vera musica, in (pianto conto egli tenga i grandi nomi, (piali fra gli altri quello d un Meyerbeer. perchè non fosse permesso sospettare ed immaginari* un solo momento ch’egli volesse volgere a disprezzo, a ridicolo o a non curanza l offerta gentile che gli si faceva dell udizione d un simile capolavoro. Perciò noi siamo conienti di poter asserire che la musica, laddove I esecuzione potè rendere interamente od anche in parte il pensiero del sommo compositore, destò una grande impressione. Il terzo atto in particolar modo ve la suscitò maggiore d’assai di quanto polevasi attendere: questo immenso, terribile poema vi fu compreso e gustalo da capo a fondo. Si: di (piesto non vi fu pezzo, non frase che non iscuolesse e non trascinasse ad irreprimibiii applausi. La romanza d Isabella dell alto quarto pure vi suscitò tale e cosi solenne entusiasmo, (die da lungo tempo non ricordiamo l’eguale. L ultima imponente perorazione fu d un effetto elettrico. Fu nel più stretto rigore del termine un vero momento d estasi. - Molti altri brani vennero ed applauditi ed apprezzati: tutto poi lo spartito, che, quantunque sensibilmente per più e differenti ragioni accorcialo, non dura tuttavia meno di quattro lunghe ore, fu ascoltato con indefessa attenzione, diremmo quasi con devoto raccoglimento’; prova non । incerta della più sentila venerazione pel Î grande autore e per hi sua musica. L’ese; dizione riuscì migliore di quella chi; la prevenzione vociferava: lontana però le! mille miglia da quella che si potrebbe de| siderarvi. che essere dovrebbe. Poiché, a j parli* mancanza di slromcnli d’arco sufficienti. (che per equilibrare quelli di fiato, । principalmente quelli di metallo, clic in questa partizione hanno una parli* si continua ed importante, avrebbero dovuto esservi in numero triplo; mancanza però, alla quale 1 Impresa avrebbe potuto almeno in parte provvedere): a parte mancanza di voci maschili e femminili bastanti: a parte mancanza di alcuni slromcnli necessari come per esempio dì (piatirò Iimpani in luogo di due, a parli* la soppressione i delle cornette, a. pistoni^ del quale difetto non ha però colpa l’impresa perché ani cova tra noi questo stromenlo non venne I adottato; a parie tutte queste cose, aveavi ancora assolutamente impossibilità reale a ciò che un’opera di codesto genere potesse (‘seguirsi convenientemente in un teatro di area ben poco vasta, quale è il Carenilo. Era naturale che siffatto difetto di vastità facesse prontamente ricorrere desi। deroso il pensiero alla Scala. t n altra cosa ancora pin positiva irrimediabilmente ve lo trascinava. S’intende (e ne dispiace discendere ad un discorso che non sente mollo del poetico, ma che pure è forza di qui sviluppare. perchè secondo noi gravemente dannoso agli mteI ressi dell’impresa del Carcano), s’intende parlare del raddoppiato prezzo del vigliello d entrala, che viene ni tal modo ad equivalere precisamente a quello della Scala. Gli accorrenti a modo d esempio (anno immediatamente un calcolo, c pur troppo ragionatissimo, al quale non si può davvero nulla opporre} ed è che il medesimo spettacolo di Roberto il Diavolo anche dato alla Scala nulla di più verrebbe a co| stare (Ventraia, vale a dire le solile tre lire, e dicono essi: «alla Scala avressimo avuto anzi tutto la Scala che a ragiono? preferiamo al Cercano; l’orchestra che c I doppia, e migliore d assai; i con che soi<> più ancora del doppio: le ballerine /lie sono Ire volle tante: e tante e tant dire! belle cose che la nostra cara Scala offre e che il Cercano non può dare: /landò non si voglia aggiungere, cosa />e pur assai valutasi. la centrale posizif e della