Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1844.djvu/91

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— 87 O ANNO III Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica aulica e moderna, destinali a comporre mi volume in 4." di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Asroi.om* classica mi suoi.k. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. Siimi pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi coi rispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Leggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno II, 1S43. GAZZETTA MUSICALE N. 22 SOMMARIO. 1. Musica k poesia. - II. Breve Notizia intorno all’Archivio musicale dell’!. IL Biblioteca di Vienna. - III. A arista. Viaggi (iella partizione di Boberto il Diavolo prima delia stia discesa in Italia. IV. Carteggio. Parigi. - V. Gazzettino settimanale di Milano.- VI. Notizie.-VII. Nuove pubblicazioni musicali. MUSICA E POESIA Articolo III. (Continuazione. Vedi i numeri 14 e 18). ominciamo a distinguere nella musica e poesia la forma dalla sostanza: nella poesia è forma la verseggiatura e quanto vi ha d’estrinseco, sostanza i concetti} così nella musica 1 armonia è forma, la melodia è sostanza. Quanto alla forma poetica nulla è di più facile nella lingua nostra per sè armoniosa ed arrendevole al verso. Tutti sanno (forse anche i filarmonici) che il Parnaso italiano non ha verso più breve del quadrisillabo, nè più lungo dell’endecasillabo} egli è chiuso tra il quattro e 1 undici. Si sa pure che i versi parisillabi hanno gli accenti sulle sillabe dispari, e viceversa: che quest’accento è una sillaba lunga su cui la voce si posa} che I armonia del verso non dipende tanto da questo, quanto dalla scelta de’ vocaboli, dal miscuglio di essi, dall urto delle vocali e consonanti, ecc. Le rime poi, e le stanze o strofe di versi eguali o disuguali, più o meno licenziose, spettano alia forma. Tale debbe pur essere la forma musicale} perchè all armonia in quanto è semplice ordinamento di suoni contemporanei appartengono i tempi, i ritmi, la durata delle note, la misura de1 periodi, la simmetria delle frasi, i toni, le cadenze, i passaggi, ecc., cose tutte che i musici conoscono, e che forse i poeti ignorano. Veniamo dunque a questo doppio formale: musico e poetico. L’uno e 1 altro riducesi a suono e tempo, od a suono misurato dal tempo: le sillabe sono le note della poesia, le note sono le sillabe della musica, le une e le altre semplici elementi di quel suono metrico o ritmico che genera il verso e 1 armonia. I! metro poetico poi. ovvero la specie de versi e loro mistura, corrisponde al tempo musicale, la cui varietà, perfino la biforma sestupla si O DI MILANO • La musique, par des inflexions vives, accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas• sinus, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière a ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir. • ’ può ridurre al 2 ed al 5. Veggo però che la pratica è poco scrupolosa in questa parte, non volendo i musici acconciare i i tempi ai metri. Cosi p. e. il verso ottoi natio male si acconcia alla Iripola che ha I movimento di polacca, come vediamo 3el e jaror delle tempeste.. Certo le due prime ti sillabe in levare danno a maraviglia babbrivo alla terza che è tronca} ma tosto il mal tempo la cantare dellè^ e le tempeste in tempo debole e sul fine della battuta non dicono niente. Un’altra prova di quest errore abbiamo in quel (pialletto simposiaco epicureo: Ridiamo, cantiamo, che tutto sen va... Il maestro, adattalo il metro pari al tempo pari, non pensò più oltre, I e con grave danno della prosodia e grammatica costrinse i quattro cantanti a sini copare ogni battuta, ed a pronunziare: ridiamolo, cantiammo. la viltà, piacerne, ecc. | Cito pochi esempj, ma i lettori debbono sollointenderne mollissimi. Egli è però gran danno che i compositori non si curino di queste cose} mentre essi o al teatro, od in piazza non sosterrebbero che un tragico, od un menestrello proferisse viltà, piacene, dolorre. I versi più sono brevi, più amano ritmo e tempo omogeneo: ma più sono lunghi, ammettono maggiore libertà} e prova ne ’ sia l’endecasillabo, che a mio parere può acconciarsi a qualunque tempo per una ragione che emana dalla sua struttura} perI che si può riguardare come composto d un l quinario e senario} il che pur dicasi del verso di nove sìllabe, la qual ragione non I estendesi all’ottonario, nè serve per il cleca! sillabo. Quanto al verso più lungo di nostra lingua, Ì moderni stentano un poco a metterlo in musica ritmica: ma gli antichi, i quali contrappuntavano 1 Orfeo, V Egle, la Dafni, i madrigali, le canzoni, i sonetti lo trovavano mollo arrendevole alla cantilena: forse questi badavano alla grande varietà che esso endecasillabo può avere. Quando abbonda di pause e (P elisioni, i quando il quinario ed il senario vi sono ben distinti, e gli accenti sono a toro luogo, nulla è di più sonoro e musicabile.?ion parlo de’ versi antimusicali: । Con tre. gole caninanie.nte latra. Esser può in prima ogni impossibil cosa, ecc. i Ma musicabili assai sono questi del Petrarca: i L’aura gentil, che rasserena i poggi. o DOMENICA 2 Giugno 4 844. siccome quelli die hanno accento e posa sulla quarta. Poi quelli che cominciano con un quinario piano: Pasco la. mente dun sì nobil cibo. mutarsi le sonore e spiccate vocali nei gorgheggi, od ululati canini. Oh come e facile trovare in una cadenza la i 7 elisioni Il prezzo dcH’iissofiazione alla Gazzetta t: alla.Musica è di effettive Austriache L. 12 per semestre, cd ctTellivc Austriache L. li affrancata di porto lino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per h associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicalo nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l l tlicio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Omenti N." 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli lltliei postali. ■— Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. i! Di cinque. perle orientai colore. Quindi se movono da un settenario tronco: Così di bene amar poi lo tormento. Ali trovo in allo mar senza Governo. Si dirà che in un sonetto p. e. la struttura de versi variando continuamente, la musica compassata a ritmo non potrà tenerle dietro, e bisognerà guastare la cantilena moltiplicando o sottraendo qua e la note alla battuta. Cosi nel sonetto: Laura gentil... giunti noi al terzo verso: y/Z soave suo spirto riconosco. volendosi ripetere il motivo del primo, troviamo ostacolo, non rassomigliandosi i due versi nella struttura. Questa difficoltà è solo apparente. Se avete cominciato il soseconderà la forma della poesia. Del resto se con tanta facilità mettons! in musica i decasillabi, non so perché una sillaba di più debba recare impiccio. In generale poi la buona verseggiatura non ama d’essere lacerala da quelle crude morsicature che sappiamo } perchè ella non vuole appoggiare i suoi accenti e troncamenti ai tempi deboli, sdegna di allungare una siilaba breve, abbreviare una lunga, fermarsi (piando vuol correre, sentirsi divorare le pietà, e la felicità con un codazzo di a a à.