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- - - gjg 3 GAZZETTA MUSICALE ANNO IV. - N. 6. DI MILANO DOMENICA. 9 Febbrajo 4 845. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati» comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà:.Istologia classica musicale. COLLABORATORI. M.° Balbi. - Battaglia. - M.° Bellini. - M.° Bercanovich. - Bermani. - Pr. Bigliani. - M.° Boucheron. - Doit. Calvi. - Cambiasi. - Avv. Casamorata. - Cattaneo. - Dott. Liciitentiial. - M.° Manna. - M.° Mayr. - Pr. Mazzucato. - Minoi.i. - M.° Cav. Pacini. - M.° Perotti. - M.° Picchiasti. - M.° Rossi. - Dott. Torelli. - M.° Torrigiani. - Vitali. - Zucoli, ccc., ecc. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta eall’^nfoloyia Classica Musicale è di eiïctthe Austr. lire 12 per semestre, ed effettive Austr. lire 14 affrancata di porto fino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per l’associazione annuale. — 1,e associazioni si ricevono in Milano presso lUllicio della Gazzetta in casa bicordi, contrada degli Omcnoni nuin. 4720, e nelle sale sotto il portico di fianco all’!. R. Teatro alla Scala; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. SOMMARIO. I. Esercizj nell’I. R. Conservatorio di Musica. - II. Corso teorico-pratico di lezioni d’Armonia. - 111. Su la Musica in genere. - IV. Gazzettino settimanale di Milano. - V. Carteggio. AMialegrasso, Firenze. - VI. Notizie. - VII. Altre cose. - Vili. Nuove pubblicazioni musicali. HSLL’I. R. CO&SSRTATORIO DI MUSICA della vemmo nuovamente nella scorsa settimana la soddisfazione di vedere nel nostro Conservatorio di musica un esercizio di allievi assumere l’aspetto di uno spettacolo. La gran sala delle accademie e distribuzione de’ prendi venne trasformata in un piccolo teatro, certamente non cafepace a contenere la folla delle ff persone ansiose di assistere ai 1 lodevoli esperimenti, ma pure abbastanza acconcia a porgere la visuale illusione. L’opera tragica vi si rappresentò co’ voluti costumi e colle decorazioni portate dal soggetto. Parte degli allievi, convenientemente abbigliati in attori o coristi, animosi affrontarono il bagliore della ribalta. Molti di questi sedettero nell’orchestra. Sei eseguirono due pezzi istrumentali nell’intermezzo degli atti. Uno comparve nella qualità di compositore. Tutti questi ben avviati giovanetti diedero maggiore o minor saggio della individuale loro capacità e della rispettiva vocazione, per pronosticare, per quanto è possibile, sul loro avvenire. - Moltiplicare gli esercizj fra gli allievi, metterli spesso in presenza del pubblico è cosa di prima ed assoluta necessità, da tutti riconosciuta vantaggiosissima e generalmente in ogni Conservatorio praticala. Ne deriva il fecondo germe dell’emulazione, il valido stimolo dell’incoraggiamento, e l’alunno in certo qual modo può render conto a sè stesso delle proprie forze: la dolce emozione del suffragio, o la mortificazione del silenzio che tengono dietro alle prove di ciascuno, servendo a consigliare e guidare. - Pertanto a migliore e più profìcuo risultato non potevano essere riferiti i ricreamcnti che nel carnovale soglionsi concedere ai convittori del musicale collegio milanese. Lode a coloro che ne furono promotori e cooperatori. L’ildegonda, il patetico melodramma dell’immaginoso Solerà, venne scelto per esser musicato dall’Arriela, giovane spaglinolo da circa tre anni ammesso nell’!. R. Conservatorio c da straordinario trasporlo per la bell’arte spinto ad indefessi studii. Cominciando dall’introduzione, che l’overtura non troppo ci garba in quanto al carattere ed alla fattura, in tutto il corso di questa opera ed in ispecie in tre arie, in due cori di claustrali, in un altro di cavalieri, nclI’ adagio del finale primo e nell’ultima scena, l’Arrieta si cattivò generali c ripetute acclamazioni per spontanee ed appassionate melodie, per sicura e ben colorita disposizione delle parti, per istinto ed uso delle armonie, delle modulazioni e dell’istroinenlazione, in line per la pcriodologia, sì piacevole e sensibile all’uditore, ma non agevole ad esser definita in uno scritto. Questo diligentissimo allievo, dotalo di gusto, estro c cuore, è riservato, ne pare, a bella carriera. Possa questa carriera, invece di tendere all’eccessivo sviluppo del fragore istrumenlale ed all’abuso delle grida (difetti inerenti al sistema moderno c forse dall’Arrieta nella prima sua produzione non abbastanza evitati), segnare un punto di ritorno alla purezza del vero canto italiano c di utile riforma nello smodalo batter della grossa cassa e nell’oricalchico strepitare delle trombe ed olìcleidi! La parte della protagonista fra la meraviglia e commozione di tutti gli spettatori venne interpretata da madamigella Carlotta Sannazari di Genova. La natura le fu all’estremo prodiga di un dono che collo studio non si acquista e che i maes^. non potranno mai trasfondere, vogliam dire - l^^ù. Chi non fu al Conservatorio le sere del 5 e del 7 imputerà forse di esagerazione quanto siamo per asserire: noi ci appelliamo a coloro che ebbero la sorte di esser presenti. Assai di rado sull’orizzonte musicale apparve un astro che appena all’alba già assicuri uno splendido meriggio come la Sannazari. Il sentimento di questa gentile giovanotta ha alcun che di estremamente toccante: all’ultima desolante scena strappò le lagrime. Egli è giungere alla potente c sublime naturalezza della virginea espressione nella musica, nella parola, nello sguardo c nel gesto. L’omogenea voce della Sannazari spesso è affetta da un penetrante tremolio, che si potrebbe accusare, se non provenisse dalla piena dell’emozione da cui mirabilmente è investita. La sua educazione musicale onora più che mai lo stabilimento a cui eziandio, giova ripetere, pur appartiene la Pecorini, ora l’applauditissima Linda al teatro Re. Il tenore Laudi (nizzardo) cantò con garbo c con passione; il basso Rocco "(Rolando) in parecchi momenti trasse buon partilo dalla profonda e robusta sua voce, al pieno risalto ed alla flessibilità della quale assai potranno giovare una assidua continuazione di studio c gli eccellenti consigli del suo istitutore Ronconi. Il Buzzi (Ermenegildo), il Cenlcmcri (Rogiero), la Pollonio (Idelbcne)^ i coristi e l’orchestra, abilmente diretta e per la maggior parte composta da allievi, contribuirono al compiuto successo di un esercizio drammatico-musicalc che al nostro Conservatorio verrà lungamente ricordato. Dopo l’atto primo deY Ildegonda, le belle qualità degli alunni Castelletti fratelli, Torriani c Rossari furono poste in evidenza nella fantasia sopra motivi della Donna del lago per flauto, fagotto, clarinetto e corno scritta dal professore Candii; le variazioni particolarmente vennero pregiate. L’Isidoro Truffi prima del terzo allo, accompagnalo dal Fumagalli, il forte pianista, degnamente rappresentò la efficace scuola di violoncello del Merighi. La copia degli applausi diretti a questo valente suonatore a più di uno fece rammentare il tempo in cui il famoso Piatti, giovanissimo ancora, ncll’istessa aula era oggetto del più caldo entusiasmo. Se le giovanili sembianze di lutti i sullodati ’ alunni cantanti ed istromentisti non avessero; tradito la loro età, ognuno avrebbe potuto ere- 1 dersi presente ad una rappresentazione di prò- | velli artisti. I. Cambiasi.