Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/103

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IL PRIMO VIAGGIO DI GIUSEPPE HAYDN A LONDRA (Continuazione e fine. Vedasi i N 9 e 10J attorniata dalle conclusse presso sua moglie, che era Al px’esente numero è unit o il Fascicolo <5 della RIVISTA MINIMA. Intorno agli onori che gli erano resi, Haydn scrive nel suo giornale, parlando d’un banchetto datogli da lord Shaw, consigliere al Parlamento: 7 O < Egli venne a ricevermi alla soglia della porta e mi sue due figlie e da molte altre dame. Facendo loro le mie riverenze, notai che tutte le signore avevano nei capelli un nastro color grigio perla col nome di Haydn ricamato in lettere d’oro; lord Shaw l’avea anche ricamato in perle di acciaio alle due. punte del colletto del suo abito. Lady Shaw è la più bella donna che io mi abbia mai visto. Il suo sposo mi domandò una memoria. ed io gli diedi una tabacchiera che aveva comperato per una ghinea poco tempo prima; egli mi diede la sua in cambio e quando andai a vederlo alcuni giorni più tardi, notai che egli aveva fatto fare alla mia tabacchiera un astuccio d’argento, sul quale era incisa, meravigliosamente, una lira con queste parole: Ex dono celeberrimi Josephi Haydn. Mistress Shaw mi fece dono d’una bella spilla.» La celebrità di Haydn a Londra gli attirava sempre più numerose testimonianze di venerazione. Il pubblico dilettante ne era specialmente prodigo al suo entrare in teatro o al concerto. Una sera che egli aveva preso posto all’orchestra per dirigere la sinfonia, una folla di ammiratori entusiasti, che non lo conoscevano ancora personalmente, si affrettarono a lasciare i loro posti di platea per contemplarlo più da vicino. Si sarebbe detto che questo movimento generale fosse un’ispirazione della Provvidenza, perchè, appena il mezzo della platea era divenuto vuoto, il gran lampadario, staccandosi dalla volta, cadde e, spezzandosi in mille frantumi, cagionò un terrore panico nel pubblico. Quando la calma fu un poco ristabilita molti di quelli che erano scampati al pericolo sciamarono: «miracolo! miracolo!» Questo avvenimento,, così felicemente terminato, fece una profonda impressione nell’animo di Haydn, perchè egli si considerava necessariamente come la causa che aveva salvato, la vita a più di trenta persone. Si dice che la sinfonia, eseguita in questo concerto, continuò ad essere chiamata in Londra la sinfonia del miracolo. Durante il primo anno del suo soggiorno in Inghilterra, Haydn compose un’opera: Orfeo ed Euridice, come era stabilito per contratto. Dopo ciò che si è detto intorno alla celebrità del maestro ed al rispetto di cui egli era attorniato, si sarà assai stupiti di apprendere che quest’opera non potè essere rappresentata, e nemmeno messa allo studio, per colpa d’un difetto di formalità commesso al tempo della costruzione del nuovo teatro. Gl’imprenditori avevan tralasciato di domandare l’autorizzazione del re e del parlamento. Quando L edifìzio fu finito e vicino ad essere inaugurato coll’opera di Haydn, al momento medesimo in cui l’orchestra e i cori si erano radunati per la prima prova, un uomo di legge entrò e lesse un ordine del Re e del Parlamento che proibiva di rappresentare l’opera, aggiungendo che per l’avvenire nessuna opera potrebbe essere eseguita in questo teatro. Galiini, che era assai interessato nell’impresa, fece molti tentativi, ma non riuscì ad altro che ad ottenere di mutare il teatro in una sala di concerti. Noi troviamo nel giornale di Haydn il racconto d’un singolare avvenimento che prova l’effetto prodotto dalla sua musica su certi organismi. «Il 26 marzo 1792, scrive egli, vi era concerto presso il signor Barthelemon; un predicatore inglese che vi assisteva cadde d’un tratto nella più profonda tristezza, dopo di aver inteso un mio andante, perchè la notte precedente egli aveva sognato d’un simile andante che gli annunziava la sua morte. Egli lasciò tosto la comitiva, rientrò in casa sua, si mise a letto, ed oggi, 25 aprile., il signor Barthelemon mi ha detto che questo ecclesiastico è morto.» In mezzo ai suoi successi d’Inghilterra, Haydn rimpiangeva soventi la sua patria; egli scriveva alla signora di Genziger: