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fl 98 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO ¥ 11 signor Maton, candidato al posto di direttore d’orchestra del teatro la Monnaie di Bruxelles, fu nominato dal Re del Belgio cavaliere dell’ordine di Leopoldo. ¥ I giornali francesi hanno alimentato, mettendola in giro una notizia stravagante, uscita dal cervello di qualche reporter delirante. La notizia è che Verdi sta per finire lo spartito d’una grand’opera composta sulla Principessa Giorgio, di Dumas (!!!) ¥ Il bel teatro Louit di Bordeaux sarà trasformato in Alhambra da una Società che dispone d’un capitale di 80,000 lire. Vi sarà cafè-concert, spettacolo e ballo. 11 di W * libi Napoli, 19 marzo. E pare che il regno del Musella al massimo sia finito. Avete a sapere che nelle ultime sere di spettacolo avvennero scandali sì fatti al San Carlo che mai gli eguali. Confesso che gli abbonati non avevano tutto il torto di tumultuare. In cinquantasei rappresentazioni che cosa ebbero? Rigoletlo, Lucrezia Borgia, Anna Balena e Barbiere; il Tancredi era un problema; dell’opera nuova per Napoli di celebre autore non si teneva discorso, della Selvaggia, nuova opera del maestro Viceconte, facevansi perdere le speranze, si che gli abbonati deliberarono di mostrare apertamente tutta la loro collera, e una sera furono tanti i fischi, così assordanti gli urli, che non si potè proseguire la-rappresentazione. La Commissione nel fine di porre un termine agli sconvenienti chiassi vietò ogni altro spettacolo e impose non si riaprisse il teatro se non con le prime recite del Manfredi e la rappresentazione del nuovo ballo del Monplaisir La Sirena. Il Musella non si stette cheto a quest’ordine, ma tanto seppe dirne che gli fu concesso di mettere a stampa un manifesto, nel quale faceva noto ai sottoscrittori del cartellone d’appalto che non si ristava dal far rappresentare le opere che già erano nel repertorio fino a che non fosse all’ordine l’andata in iscena del Manfredi. Quegli abbonati pertanto che non erano contenti dello spettacolo avevano facoltà di dichiararlo al botteghino fino al mezzodì e quella recita non andava nel novero delle promesse, e in cambio avrebbero ricevuto un biglietto in una sera d’appalto sospeso. Pensarono gli abbonati: Il Musella venne manco a tutti gli obblighi, siamo in fin di stagione, non avremo gli appalti sospesi, non avremo le opere promesse. Il Musella annunzia la Borgia, tutti gli abbonati non accettano le recite, ma vanno a comperare il biglietto, e la sera siamo daccapo con gli scandali. Allora la Commissione non vuole più saperne di teatro aperto, e il Musella chiede al Sindaco la restituzione della cauzione, un compenso di 40,000 lire e la risoluzione del contratto, daco gli fa noto che di per sè nulla può deliberare; che il Consiglio prenda sul proposito deliberazioni. E lo scorso sabato i consiglieri del Comune radunaronsi in blea dietro proposta dell’assessore Fusco fu fermato che i; Il Sinaspetti quando assemil Musella perchè non aveva mantenuto i suoi patti, fosse condannato ad una multa di L. 6000; che il contratto fosse ritenuto nullo e si udisse il parere dell’arbitro. Questo parere non fu peranco pronunziato, ma dubito non sia consentaneo a quello già emesso dal Municipio. Credo pertanto che il contratto resti saldo per questo resto di stagione e che si andrà in cérca di impresario pel novello anno teatrale 1872-73; v’ha chi afferma che il Comune intenda far rispettare i diritti già acquistati co’ loro contratti regolari dalla Stolz della Waldman e dall’illustre Verdi. Stasera avrà luogo la prova generale del Manfredi che andrà in scena sabato prossimo, e per domenica, a quanto dicesi, sarà pronto il nuovo ballo del Monplaisir. Furore al Mercadante la bellissima opera del Pedrotti: Tulli in maschera; quanto valgano le buone esecuzioni a far convenientemente pregiare un lavoro fu dimostrato dalle rappresentazioni di quest’opera. Altre due volte questa partizione, per un’esecuzione imperfetta, ebbe un esito freddo anzichenò, ma questa volta fu gustata immensamente. Il pubblico accorre in gran folla quando ne vede l’annunzio. Vo’ aggiungere, ch’è ben meritata, una parola d’encomio per le signore D’Alberti e De Fanti, pel baritono Archinti, e pel buffo Giacomelli e più per il giovane maestro Scalisi che con zelo ed intelligenza concertò e diresse l’opera. De’ tanti concerti annunziati l’altra volta non ebbero effetto che due solamente, quello delle Raboschi e del violoncellista Bonbée; la Patti, appena arrivata, infermò d’una difterite; ora non vuol più farsi udire e partirà tosto. Non potei assistere all’accademia delle Raboschi, ma fui a udire il Bonbée e me ne trovai contentissimo. Il Bonbée parti or son quattro anni per un viaggio artistico e ritorna ora concertista eccellente; ammirasi in lui un trarre d’arco vigoroso e sicuro, un colorito tutto suo per l’evidenza e la forza, un senso musicale squisito, un’intonazione mirabile, uno slaccalo leggiadro, preciso e netto, e molta potenza ne’ passi cosi detti di bravura. Il Bonbée esegui tutti pezzi composti da lui, ma francamente preferisco in lui l’esecutore. In questo concerto fu ammirato nuovamente il Palumbo. Egli suonò la fantasia suirjE7mr d’amore del Thalberg, e nell’introduzione vinse la natura medesima dello strumento, chè ne cavò, un canto sovranamente legato e continuo; scoppiarono ad ogni tratto gli applausi, ma erano tosto frenati dal timore di perdere qualche nuova bellezza. Ed infatti questa nota fantasia, sotto la potenza delle sue dita, acquistò tale grandiosa impronta di novità che a tutti sembrò di udirla la prima volta. Lo stesso Palumbo, il Bonbée Alberto e il fratello Paolo, violinista dilettante, eseguirono un trio di Mendelssohn. Ognuno di loro, è forza dirlo, è un atleta sul proprio strumento, ma nel trio parve che le loro forze s’unissero in una sola. La signora Valenza cantò una romanza del concertista Bonbée e l’aria dell’Aida: O pairia mia. Questa brano dell’ultimo capolavoro del Verdi fu religiosamente ascoltato e gli applausi infine proruppero unanimi, fragorosi. La Valenza l’esegui perfettamente. ha voce estesa ed intonatissima, e nel generato da metodo corretto, v’è grazia giudiziosa e pefetta precisione nell’agilità. In questo concerto presero parte pure il maestro suo canto, nel colorito Miceli, ma come cantante, e il baritono Fabbricatore; cantarono assieme il duetto di Marinai del Rossini, ma non mi piacque il modo come l’interpretarono. Vi parlai del teatro filarmonico e della sua prossima riapertura a spettacolo di musica. Ora aggiungo che l’impresa mise fuori il prospetto d’appalto; ne è impresario un De Angelis che fu altra volta farmacista. Il vero impresario io credo sia il maestro Fornari, autore d’un opera: Maria da Torre che si darà su queste scene appunto nella stagione che è per cominciare. Con questo primo lavoro del Fornari, riudremo A Don Pasquale, T Osleria di Andujar del tanto compianto maestro Lillo, Le Pré aux clercs dell’Hérold, e, copio dal prospetto, T Elisa e Claudio o la Regina di Golconda, Torquato Tasso o la Nina di Paesiello La compagnia è composta cosi: Prime donne soprano: Laura Sains e Virginia Malvezzi-Pollettini; primi tenori: Vincenzo Montanaro e Filippo Bini; primi baritoni: Raffaele Mastriani e Adolfo Torre; primo basso comico Augusto Tessada; primo basso assoluto Luigi da Torio. Termino con annunziarvi che Domenica scorsa in casa del Clausetti, Gaetano Braga fece udire la sua Reginetta. Tutti gli astanti ammirarono le molte bellezze del lavoro, e fra gli altri lo Strakosch fece molti complimenti all’autore. jAiCUTO. Toi’ino, 21 marzo. «Torniamo all’antico e sarà un progresso» ha detto T autore dell’Aida e con molta prova e che tra i nazioni, volte che rere alle lo conferma. Senza suoi proverbii, e i ha lasciato scritto fatto?ogni giorno lo la mosse da Salomone, sono la scienza delle sole novum, tutte le ragione il prendere proverbii Nil sub nella divina nostra arte musicale ei avviene di ricorproduzioni di altre epoche troviamo sempre non solo>