Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/137

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X^IZ^ETTOlFtÉ GIULIO RICORDI SALVATORE FARINA OGNI DOMENICA Al presente numero è unito il fascicolo 8 «Iella RIVISTA MINIMA. IL SECONDO VIAGGIO DI GIUSEPPE HAYDN A LONDRA ( Continuazione, Vedi N. 15 ) Più oltre Haydn dà un curioso esempio della maniera con cui gli impresarii sfruttano talvolta i compositori: «Il dottor Arne ha composto un’opera per il teatro di Drury-Lane; ma siccome l’impresario temeva che non avesse a piacere, Arne dovette consentire a far le spese dell’esecuzione per tre sere. Ciò gli costò più di 700 lire (17,000 lire italiane); ma l’impresario pagò ad ogni volta buon numero di gente per fischiare l’opera, di modo che Arne fu troppo felice di lasciargliela per 200 lire sterline. L’impresario la riprodusse con qualche cambiamento e con migliori decorazioni, e in un anno guadagnò 20,000 lire. L’editore ne ha dal suo canto guadagnato 5000 e il povero compositore ne ha perduto 500. Oh! i bricconi!» Altrove Haydn ei fa conoscere un’usanza singolare stabilita allora fra i professori che davano lezioni ai - figli degli stranieri residenti in Londra durante l’inverno. «Quando un professore di canto, di clavicembalo o di danza domanda una mezza ghinea per lezione, egli esige alla prima lezione un diritto d’entrata di sei ghinee. La ragione è che durante l’inverno molti Scozzesi ed Irlandesi fanno dare per orgoglio delle lezioni ai loro figli dai migliori professori e non possono più pagarli alla fine. Il diritto d’entrata è soppresso se il maestro domanda una ghinea per lezione, ma allora convien che sia pagato volta per volta.» Continuando a sfogliare il giornale di Haydn vi troviamo alcune linee di critica musicale: «Spectas et tu spectabere, s i legge sul sipario del piccolo teatro di Haymarket. Vi ho inteso il 29 giugno un’opera nazionale; un gagliardo vi gridava la sua aria d’una maniera così lamentevole e con tali smorfie orribili che io sudava per tutto il corpo. NB. L’aria fu fatta ripetere! O che bestie! «Ho inteso l’opera Acis e Galatea di Bianchi. La musica è molto ricca di strumenti a fiato e mi pare che se ve ne avesse un po’ meno, si comprenderebbe meglio la melodia principale. L’opera è lunga, specialmente perchè bisogna che la Banfi la sostenga quasi da sola, giacché Brida, (buon figliuolo, dotato d’una bella voce ma pochissimo musicale), Braghetti e la povera seconda donna non vi meritano e non vi ottengono alcun successo. L’orchestra è quest’anno più ricca di personale, ma così meccanica, così mal distribuita, come era altre volte. «Si ha dato al teatro di Covent-Garden una grand’opera spettacolosa: Windsor Castle. La musica è di Salomon ed è discreta. Le decorazioni, i costumi, i cambiamenti a vista e il numero prodigioso di comparse, tutto ciò è esagerato. Tutti gli Dei dell’Olimpo e dell’inferno e tuttociò che ha vita sulla terra si trovano là entro. Sono andato 1 altio giorno a un gran concerto e sono arrivato presto. Il primo pezzo stava per incominciare, tutti i suonatori erano pronti, quando il timpanista domandò ancora un minuto per accordare i suoi timpani. Ma il direttore d’orchestra non volle aspettare e gli gridò: «Ebbene! trasportate allora! > Per ordine del re si davano tutti gli anni, a Londra, molti gran concerti dove non si eseguiva altra musica se non opere di Haendel. Questo favore tutto speciale sembrava significare che nissun altro maestro poteva rivaleggiare con questo. Era una specie di affronto per Haydn, che occupava allora il primo posto fra i musicisti del suo tempo, ed è facile che il desiderio di vedere rendersi infine piena giustizia entrasse in gran parte nella sua determinazione d’intraprendere un secondo viaggio in Inghilterra. Questa volta il suo trionfo fu compiuto, e in uno di questi gran concerti una delle sue sinfonie fu ammirabilmente eseguita dall’orchestra. Per ringraziare il re del permesso che gli aveva accordato, Haydn volle provargli che aveva studiato a fondo le opere di Haendel, suonando sull’organo un salmo di quest’ultimo con una precisione rimarchevole.