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6 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO

zione. Quando il biscotto è terminato, Ricci è soddisfatto. Se non avesse tempo di desinare prenderebbe due biscotti in cambio di uno, ma per buona fortuna gli artisti, dovendo essi stessi desisinare, lo lasciano tranquillo all’ora del pranzo. È assai divertente il vederlo dirigere le prove. Al principio i cantanti credevano poter far con lui quel che son soliti fare cogli altri compositori, vale a dire che si permettevano di dare il toro giudizio, di aggiungere i loro consigli, di biasimare, ecc. Il Ricci ha tenuto fermo, ed ha mostrato che non è della stessa pasta dei compositori francesi. E ciò con tanta energia, che oggi gli artisti non osano fare una riflessione, anche quando sarebbe giustissima. Checché ne sia, non è un male che sia venuto un maestro italiano a mettere un termine alle buffonate ed alle scipitezze musicali che hanno ammorbato, da una dozzina d’anni a questa parte, i teatri minori. Già col Crispino e con la Follia a Roma aveva mostrato ai maestrucoli del giorno che si può far musica gaia, piacevole, buffa, senza cadere nelle scurrilità e senza imitare i versarci degli animali. I Direttori dei teatri lo han ben capito, e si sono diretti a lui per domandargli delle opere. Eccolo già su due teatri. Se il successo coronerà questi due nuovi lavori, come fece del Crispino e della Follia a Roma, vedrete che il teatro dell’Opéra Comique non tarderà a pregarlo di scrivere qualche cosa anche per le sue scene. Non voglio farla da profeta, ma posso fin d’ora promettervi che una almeno delle due nuove opere farà correre tutta Parigi.... almeno se debbo giudicarne dalle prove. Nella prossima mia lettera potrò parlarvi della prima rappresentazione del Roi Carotte, annunziata pel 6 corrente. Mirabilia magna! Ma i tre quarti del merito dell’opera sono pel macchinista. Non chiuderò la presente senza notare che quest’anno (come l’anno scorsoi le strenne musicali hanno brillato per la loro assenza. Gli anni precedenti, durante tutto il mese di dicembre si vedevano nelle vetrine degli editori e negozianti di musica, bellissimi album, sia di musica per pianoforte, sia di canto, riccamente o elegantemente legati. Se ne vendevano in gran copia. Era in uso il farne dono il di del Capodanno. Quest’anno, nulla. Neppur un album nuovo. E se qualche compositore ne ha. pubblicato uno, non ha osato annunziarlo come Strenna Musicale. Che cosa ha mancato? La voglia di comporlo o il danaro per farlo pubblicare? Forse l’uno e l’altro. A A Londra, 26 dicembre. (Ritardato ) Le pantomime sono all’ordine del giorno, e i teatri sono ancora una volta la potente attrazione del mondo giovanile. Quella ch’è per voi la gran stagione musicale dell’anno ( CarnevaleQuaresima ) è fra noi inglesi la gran stagione festiva dei fanciulli, i quali aspettansi di diritto a quest’epoca dell’anno non solo i presenti materiali legalizzati dall’uso, ma anche i presenti morali di utili e divertevoli trattenimenti, che sono le pantomime. Guai all’impresario del Drury-Lane e a quello del CoveniGarden, se mai osassero a questa stagione privare l’ansioso pubblico giovanile delle loro pantomime. Una rivoluzione potrebbe nascerne, e la peggio toccherebbe senz’altro agl’impresarj, come potete credere facilmente. Ma gl’impresarj nostri sono brava gente, e non che rischiare la loro popolarità e i loro interessi fanno tutto il possibile per servire a questi e, a quella. La messa in iscena di una pantomima costa sempre enormi somme, ma reca sempre con sè enormi profitti. Non una madre nè un padre solo manca di dare alla sua tenera famiglia l’annuo piacere di far conoscenza con sì illustri personaggi, quali furono e sempre sono Arlecchino, Brighella e Pantalone. Poiché le pantomime inglesi sono nello stretto senso della parola pantomime italiane trapiantate, e cosi le gesta degli Arlecchini. dei Brighella, dei Pantaloni sono sempre dello stesso colore, se non sono sempre letteralmente le stesse. Quando gl’inglesi vogliono ridere, bisogna che ricorrano alla commedia estera e principalmente all’italiana, poiché cercherebbonsi indarno nella loro letteratura personaggi si comici e popolari, come quelli summentovati. La maschera lombarda, la maschera piemontese ed altre maschere popolari italiane non hanno ancora fatto capolino nel teatro inglese: e ciò mi fa meraviglia, vista l’attività di questi scrittori, e dei guadagni enormi che potrebbero fare. Non m’arresto oggi a rendervi conto di alcune pantomime, poiché quelle che sono state già prodotte non sono forse le migliori, e quelle che credonsi e dovrebbero essere veramente le migliori vanno in iscena soltanto questa sera ai teatri del Covent-Garden, del Drury-Lane e della Princess. Le pantomime inglesi non sono rappresentazioni mimiche affatto silenziose. E nemmeno sono semplici riproduzioni di fatti e cose che furono e nel mondo reale o in quello dell’immaginazione, ma generalmente sono anche satire più o meno abili delle cose del giorno. Ora un memorabile annunzio viene fatto dal giornale teatrale YEra, il quale dice che il governo ha quest’anno introdotto il dito della censura in queste innocenti satire, ed ha ordinato agl’impresarj di tagliare tutte quelle cose che hanno e possono avere relazione colle cose del governo del signor Gladstone. Per l’onore del governo e delle libere istituzioni inglesi, io desidero di cuore che l’annunzio dell’ara venga dichiarato infondato. Il Messia è l’oratorio d’occasione, le cui note nell’ultima settimana sono state intese in presso che tutte le principali città d’Inghilterra. A Manchester un nuovo tenore, certo signor Maas, prese inaspettatamente il posto di Vernon Rigby; ma la rappresentazione non ne soffrì, come ne fanno fede i giornali locali. Il signor Maas è un allievo del maestro Leslie, ed ha voce abbastanza dolce e chiara, se non abbastanza forte pel teatro italiano. Una rappresentazione del Messia ha avuto luogo anche al Royal Albert Hall e ad Exeter Hall. AH’Academia Reale di Musica è stata fondata una classe di musica militare, sotto la direzione del celebre capo-banda D. Godfrey. A St. James’s Hall sarà inaugurata col giorno 3 gennaio prossimo una nuova serie di concerti specialmente consacrati alla produzione di ballate. Dicesi che questo genere di musica sia il genere di moda del momento, e se ciò è vero grande concorso di gente ponno aspettarsi i promotori. Il maestro Visetti è oramai libero di sè stesso. Il contritto che lo legava al tenore Urlo, il quale mosso dalla nobile sminia d’imparare avevaio nominato suo maestro particolare al piano, è cessato da vari mesi. Il signor Urto è ora in cerca d’allori nel continente; ed io son persuaso che ne raccoglierà, o^e si limiti a cercarli nelle sale di concerto. E il signor Visetti mrca ora fortuna in Londra. Per tutti gli uomini di buona voloità, per tutti gli uomini che amano poche parole efatti molti Loidra è un campo ricchissimo nel ramo d’industria sopratutto, al cuale il signor Visetti sembra dedicato. Ma il signor Visetti, mi duole il dirlo, e ciò dico a stimolo suo, è in guerra aperta colla nobile massima: «Poche parole e fatti molti.» FIRENZE. Jeri sera (4) ebbe luogo al teatro delle Logge la prma rappresentazione dell’opera Papà Martin del Cagnoni. — Per la massica parte l’esito fu buonissimo; ma certo sarebbe stato migliore se l’esecuione non avesse lasciato desiderare troppo cose! Vi furono applausi e chiamai in gran numero, ma talvolta a freddo. — I veri applausi e le chiamate varamente meritate, toccarono a quei pezzi nei quali entra il Bùttero, che è n ottimo Martin e come cantante e come attore. — In quanto alla musicata giudicarla da una sola rappresentazione) ve n’ha molta della buona, < ve n’ha della buonissima... ma qui e là, ve n’ha anche della comune. NAPOLI. La nuova opera del maestro Miceli L’Ombra bianca eseguita il 30 dicembre al teatro Nuovo Nazionale, piacque e meritò vari* chiamate all’autore. L’esecuzione fu buona. GENOVA. La Lucrezia Borgia ebbe liete accoglienze. I princpali interpreti la signora Pascal-Damianì ed i signori Gaiarre e Manfredifurono più volte applauditi e chiamati al proscenio. Piacque singolarmenteil giovane tenore signor Gaiarre. CAGLIARI. Ci scrivono: La stessa compagnia che colse alici nella Lucrezia Borgia, Luisa Miller e Reginetta porse al pubblico del nstro Civico teatro la grandiosa Isabella d’Magona del maestro Pedrotti. L prima rappresentazione lasciò trasparire molta incertezza, entrambe le sinjui date non dubbi segni di stanchezza -, si compatì quella, si perdonò a quest, e tanto più volentieri, in quanto che tutte le difficoltà si superarono dagli Egregi artisti con molta lode. Se voi mi chiedeste quali pezzi andarono più a sangue, vi pregherei di rileggere tutto il libretto, poiché io non saprei a quali dare ptferenza. Elsabella fu in una parola un vero trionfo per l’arte, argomeito di sincera gioia de’buoni artisti, i quali mettono ogni impegno per sodisfare il pubblico che li compensa colle più vive ed entusiastiche acclamaziai. Merita sin