Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1872.djvu/173

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-^TSTISTO 3XT. 20 I© MAGGIO 1872 DIRETTORE GIULIO RICORDI SI PUBBLICA. OGNI DOMENICA Il secondo numero di maggio della Rivista Minima uscirà domenica prossima. DI GOETHE E LE SUE TRADUZIONI MUSICALI Nessun poema mai ebbe tanta virtù d’innamorare eli artisti come la mirabile creazione di Goethe. Gli è o che nel Faust è posto come il problema della vita, e lo spirito si affaccia sbigottito a quel bujo misterioso. I contrasti della scienza impotente a sollevare il lembo dietro cui si nasconde la felicità, della gioventù che osa, e dell’amore che indovina è di tal natura da tentare irresistibilmente la fantasia. Le tele di Scheffer, di Delacroix e di cento altri sono per così dire emanazioni del genio di Goethe. La musica non doveva rimanere indifferente a questo poema; per essa anzi la tentazione era più diretta, il fascino più potente, i mezzi di traduzione più efficaci e più complessivi. L’infinita varietà dei quadri,’ dei personaggi, delle situazioni, si presta meravigliosamente agli effetti indispensabili in una lunga tela musicale. La soave figura di Margherita, l’ebbrezza sconfinata del vecchio che sente un’altra volta il rigoglio della gioventù e la febbre dell’amore, l’amara beffa dell’infernale Mefistofele, le scene di magia, le baraonde degli studenti, i bivacchi militari, i cori d’angeli, e quell’eterno sconforto della filosofia che ritorna ogni tanto — tutto ciò è supremamente musicale. Abbiamo dato altra volta l’elenco dei compositori che trattarono l’argomento del Fatisi’, faremo di più. Non è molto il signor Jullien ha pubblicato, nella Revue et Gazette Musicale di Parigi, uno studio dotto e diligente dove è detto d’ogni singola opera, e in special modo delle quattro più importanti che sono quelle di Spohr, di Berlioz, di Schumann e di Gounod. Noi seguiremo passo passo questo lavoro, riassumendolo o completandolo finché ei paja sufficiente a dare un’idea chiara ai nostri lettori. Goethe aveva espresso molte volte il desiderio che la sua concezione trovasse un grande compositore che la vestisse di note; ma riputava la cosa diffìcilissima, pensava che la musica dovesse avere il carattere di quella del Don Giovanni di Mozart, e non sperava se non in Meyerbeer, il quale in fatti ne ebbe più volte l’idea, ma vi rinunziò, a quanto pare, per non far torto a Spohr ed a Gounod. Rimane tuttavia di Meyerbeer un’opera postuma incompiuta col titolo La giovinezza di Goethe, in cui si contengono alcune pagine del famoso poema, e fra le altre la scena della cattedrale e l’hosanna finale della seconda parte; ma il testamento dell’illustre musicista vieta disgraziatamente la rappresentazione e la pubblicazione di quest’opera. Fra i molti lavori musicali sul Faust che ebbero la loro ora o la loro giornata di vita, e che ora sono sepolti nella dimenticanza, ve ne ha di pregevolissimi che importa rammentare al pubblico. Il Faust di Giuseppe Strauss apparve nel 1814, sette anni dopo la pubblicazione della prima parte del poema. Strauss Giuseppe fu, come è noto, musicista di gran merito, violinista esimio e autore di varie opere; La vita e le azioni di Faust, così egli intitola la sua opera, fu rappresentata nella provincia di Transitvania; nè il signor Jullien, nè il Fétis, nè altri dice del successo di quest’opera e del suo merito intrinseco. Ma bisogna argomentare che il successo fosse poco felice, perchè un anno appena dopo un altro compositore, Giorgio Vichi, faceva rappresentare al teatro Schikaneder di Vienna una produzione collo stesso titolo non abbastanza mascherato: La vita, le azioni e la discesa di Faust all’inferno. Anche di quest’opera ignoriamo il successo. Nel 1820 il cav. Ignazio Saverio de Seyfried regalò a Vienna un altro Faust. Costui era stato allievo di Mozart per il pianoforte, di Haydn per l’armonia e di Winter per la composizione. Ma non pare che quei grandi maestri sapessero far di lui un grande compositore drammatico, perchè dall’elenco interminabile delle sue opere teatrali non una si sottrasse alla dimenticanza. Questo Faust è seppellito come il resto della sua musica teatrale, la quale mancava d’originalità. 11 nome del cav. Seyfried è però rammentato in Germania con onore quando si parla di musica religiosa. L