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236 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO

  • L’imperatore di Russia ha fissato uno stipendio annuo di rubli 2000 ai

superstiti del defunto direttore dell’Opera di Varsavia, il compositore Moniuszko. L’Unione musicale a Cassel eseguì l’oratorio di Liszt, Santa Elisabetta. Il compositore era presente, ed ebbe due chiamate. ¥ A Coburgo, nei giorni 22 a 25 giugno, fu celebrata la quarta festa di canto, alla quale presero parte 500 cantori. ¥ A Lindò ebbe luogo la seconda festa di canto dell’alleanza dei cantori svevici-bavaresi, e vi presero parte 88 società corali che costituivano un complesso di circa 800 cantori.

  • A Chicago la Oratorio Society eseguì il Messia -di Handel.

A St. Louis (America) i cantori delle diverse chiese cattoliche si sono costituiti in una società corale, che ha per iscopo lo studio della musica classica ecclesiastica. Anche i non cattolici sono ammessi come«membri nella società. E da appaltarsi il teatro Comunale di Pavia per l’autunno, carnovale e quaresima 1872-73. Dirigersi al Municipio, entro il 15 luglio. ¥ Sono anche disponibili i teatri Pantera di Lucca pel carnovale e il Groppi di Reggio d’Emilia dal settembre al 16 dicembre. Nell’uno e nell’altro si richiede spettacolo d’opera. ¥ E aperto il concorso per l’appalto del teatro Civico Chiabrera di Savona per 5 anni dall’autunno 1872 a tutto carnovale 1876-77. La dote è di L. 15,000; il termine utile fino al 31 luglio. Una lettera - reclame abbastanza curiosa è quella che dirige la signora Sass in forma di circolare ai giornali politici di Parigi. La traduciamo letteralmente dal Figaro: “ Vengo ad informarvi del cambiamento di residenza di M.a Sass. Essa abita definitivamente (?) Nogent-sur-Marne (rond point de la Porte du Parc). Voi sarete infinitamente amabile di voler dare di ciò partecipazione ai vostri lettori: „ Il Figaro si domanda che interesse possono avere i suoi lettori a sapere che M.a’Sass abita definitivamente Nogent-sur-Marne (rond point de la Porte du Parc). Trovasi in Milano il sig. M. Ulloa, il quale formerà una duplice compagnia di canto per il nuovo Teatro di San Francisco di California. L’apertura non avrà luogo che nella primavera del 1873. A Wiesbaden la compagnia, dell’opera italiana, di cui forma parte la rinomata coppia Artòt-Padilla ha cominciato le sue rappresentazioni col Don Pasquale, ottenendo un successo entusiastico. Essa doveva eseguire poi le seguenti opere: Barbiere, Traviata, Trovatore e Faust. Nell’inverno venturo si darà spettacolo d’opera al teatro di Atene. Impresario sarà il Costopulo. ¥ In un teatro di Pest, giorni sono, il cartellone annunziava il debutto di un ex-prete; ciò attirò gran folla. Il non più reverendo fece udire una bella voce di baritono e cantò bene alcune canzoncine nazionali ungheresi. ¥ Giorni sono l’orchestra del teatro Nazionale di Praga fece sciopero. Pochi minuti prima della rappresentazione i professori se ne andarono all’osteria e non valsero le preghiere della Direzione a persuaderli di suonare. Si dovette recitare una produzione senza intermezzi musicali. Il pubblico in -teatro fece un chiasso indiavolato. ¥ Il teatro del Giglio di Lucca si aprirà coi Vespri Siciliani. ¥ Il nostro collaboratore ed amico marchese F. D’Arcais, fu dal Ministero dell’istruzione Pubblica nominato cavaliere dei SS. Maurizio a Lazzaro. ¥ Il maestro Auteri è in trattative coll’impresa del teatro della Pergola di Firenze per dare su quelle scene la sua nuova opera Marcellina, che non potè essere rappresentata al Pagliano. ¥ L’Accademia del R. Istituto musicale di Firenze nominò membri corrispondenti i maestri: F. David, A. Elwart, Gevaert, Marchetti, Mercuri, S. Raff, A. Thomas, R. Wagner e H. Vieuxtemps; membri residenti Ketten e Briccialdi, membri onorarli A. Pougin, E. Fétis e G. Lorenzi. ¥ Un brevetto pontificale di Pio IX nomina il signor Vervoitte, (ispettore generale della musica religiosa di Francia) commendatore dell’ordine di San Gregorio il Grande. ¥ E apparso in Firenze il primo numero del nuovo giornale Firenze Artistica, periodo scientifico, letterario, artistico, teatrale; per ora è bimensile, ma promette di diventare più tardi settimanale. Fra i collaboratori vi han di bei nomi, e il primo numero ei pare redatto con garbo. I nostri augurii. ¥ La Duchessa di Galliera ha inviato alla signorina Nilsson, in occasione del suo prossimo matrimonio, un giojello di gran valore. ¥ Il signor Avelino Valenti, compositore spagnuolo, ha posto in musica un melodramma col titolo II Cid. Quest’opera, a quanto si dice, sarà eseguita a Londra. ¥ A Nuova Jork avvenne uno sciopero di operai di pianoforti, e la fabbricazione fu minacciata di interruzione totale. Si voleva la riduzione delle ore di lavoro senza diminuzione di salario. Molti fabbricanti hanno accettato queste condizioni; la casa Steinway dovette provvisoriamente sopprimere l’esportazione dei suoi strumenti. Il movimento, dicono i giornali, tende a propagarsi in tutto il territorio. CORRISPONDENZE NAPOLI, 10 luglio. Il Menestrello del maestro De-Ferrari al Mercadante — L’opera comica in Italia — Sentenza nella quistione tra Musetta e il Municipio — Concorso. E dopo la Scommessa il Menestrello del De Ferrari. Ohimè come stiamo male in Italia per l’opera comica! In generale tutti gli autori di libretti giocosi scrivono come le donnicciuole lor lettere, non occupansi punto delle frasi, de’ versi, delle rime, accozzano sciempiaggini volgari per sali, lasciano andare la sintassi a loro posta e fanno uso di odiosi ripieni accattati da bocche plebee. I compositori della musica poi mostransi incapaci di dare alle loro note un colore comico, scrivono adagi da miserere, strette in tuono di guerra e di procella, servonsi ludialmente’ di concerti seri, e rimpinzano l’opera loro di frasi tolte qua e là da qualche melodramma tragico. Sul più bello della commedia eccoti un gran concertone da Guglielmo Teli, da Ugonotti, e da Freyschütz, le arie paion fatte per mandare sul proscenio eroi, l’orchestra sempre fragorosa, esagera tal fiata, con gli strumenti di ottone, quegli effetti che più colpiscono nelle tragedie liriche. Che dirò dello stile? Brilla per la sua assenza. Se poi rivolgomi più particolarmente un poco a compositori nati qui in Napoli, non fo che passare dalla padella nelle brace. I non pochi che qui scrivono pe’ teatri dove la musica comica è accetta, mettono fuori certi mostricini dove il cattivo gusto è intronizzato, il barocchismo perenne, sono la negazione dell’estetica musicale per dirla in breve. Credono costoro che la musica, regina delle arti, debba discendere adulatrice e mendica di plausi al livello del volgo e della folla; mentre dovrebbero essere suo talento e sua missione l’educare, l’estollere, l’ingentilire. Mi duole esser severo, e più mi duole quando gli applausi e gli evviva che i miei concittadini han prodigato in questi ultimi anni alle opere del Buonomo, del Ruggì, del Migliaccio sembrano darmi torto, ma queste tendenze e questi buoni successi attristano quanti hanno tuttavia in onore la vera musica comica, quanti guardano all’avvenire dell’arte, quanti, ammiratori dell’ingegno musicale napoletano, ora lo veggono dimentico di se stesso e miseramente forviati, Piacemi per altro qui appresso notare che qualche giovane e prestante ingegno si fa largo tra la folla e che incoraggiato potrebbe rendere segnalati servigi all’arte. Il maestro d’Arienzo, l’autore dei Due mariti, che ha attitudine e intelligenza tutta propria, sembra abborrire quelle sconcezze musicali che infiorano il Cicco e Cola, i Due ciabattini, L" eredità in Iscozia. Fatto calcolo che questa commedia lirica dei Due mariti è il secondo lavoro del d’Arienzo, sperasi bene a ragione di lui. Voi che conoscete quest’opera converrete meco che nell’insieme e nelle parti di esso rivelasi una mano tutt’altra che novizia; è sparsa di canti immaginosi e di effetti strumentali molto acconci. Anche il Sarria ha un bell’ingegno e perseverando nel bene, potrà divenire come il primo un valoroso campione dell’arte melodrammatica. Ma due fiori appena sbucciati non possono costituire un delizioso giardino, perciò non credo essere tacciato di pessimista se dico che da poco più d’un decennio la musica comica italiana vergognosamente si tace. Quest’esordio lunghetto abbastanza mi risparmia di scrivere a lungo del Menestrello. Tranne due o tre brani, il rimanente dell’opera è un accozzamento, non sempre troppo felice, di pensieri, e frasi le cento volte udite in altri spartiti dei fratelli Ricci, del Petrella, del De Giosa e pure in qualche opera seria. Il De Ferrari parmi sia musicista più per pratica anziché per serii e profondi studii della scienza armonica. Udii la terza rappresentazione di questo Menestrello al Mercadante, e trovai qualche mutamento nel personale artistico. Alla Montanari è succeduta la Sainz, che cantava già al Filarmonico; le altre parti sono sempre sostenute dalla Neri, dal Lambiasi, dal Marchisio e dal Tortelli. Al protagonista dell’opera, al buffo Marchisio, sono i primi onori della sera, i secondi sono subito subito pel Tortelli, il Sopraintendente, che deve ripetere quasi sempre il suo rataplan. Il Marchisio è un artista provetto, fa ridere, diverte e il pubblico l’applaudisce fragorosamente. Il tenore Lambiasi è saltato dalle scene del Rossini a quelle del Fondo troppo presto, perciò è impacciato abbastanza e soprattutto non in grado di far mostra di saper ben cantare; ha discreti mezzi, ma nello stato greggio. La Sainz non va male, la voce spesso le si ribella e quindi l’intonazione è difettosa, cala quasi sempre. Il Trisolini intanto, visto che la sua brigata chiedeva rinforzi, ha scritturato subito il tenore Montanaro e, invece della Bellini, la Suardi-Repetto, prima donna che esordirà fra qualche giorno. Su questo stesso teatro presenterassi stasera il violinista Rapini, che darà il suo terzo Concerto fra noi.