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286 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO di più nel novero degli eccellenti. Tuttavia il Delfico è ancora in tempo per far bene e strappandosi dal capo le troppo facili •corone d’alloro tolte alla Filarmonica,, e rimettendosi allo studio, potrebbe forse, dopo questa Fiera, scendere in campo con un lavoro degno di qualsivoglia artista a modo. La nuova opera rappresentata al Mercadante non è lavoro da maestro, ma contiene le tracce d’una fervida imaginazione; oh । piacesse al cielo, che tutti i cultori dell’arte musicale sortissero | ugual dono! Trovo in questa Fiera pensieri nuovi non di rado,, tal fiata eleganti, spesse volte affettuosi e acconciamente appropriati al senso delle parole. Ma sono poi bastevole i concetti felici, se non vengono sorretti dall’ampio, o almeno necessario loro svolgimento, dall’arte sapiente, di saperli colorire e trarre innanzi? E questa è l’arte che il Delfico deve imparare; egli trova talvolta delle belle melodie, ma le accenna appena; quasi ad ogni frase cangia idea, e questa idea che, ha non lunghi intervalli, riescono felici, non sono bene ordinate e connessa T una con T altra. Insomma il Delfico in questa Fiera ha messo in mostra molta merce, ma alcuni generi buoni non sono in commercio perchè il negoziante non sa bene farne lo spaccio, e talvolta li -confonde con altri avariati per lungo uso. Smercia spesso stoffe intessute con materia greggia, non ripulita e lavorata; e per finirla dirò che l’orchestra è sempre d’un colorito esagerato e fa abuso degli strumenti d’ottone; la distribuzione degli altri strumenti è ancora incerta, confusa, le proporzioni non sempre giuste, si che in generale, ne risulta uno strumentale alle volte fragoroso, tal altro sbiadito. Questo in quanto al generale; non credo opportuno discendere ad una minuta disamina dei singoli pezzi; solo eùumererò le melodie migliori e queste sono l’adagio del duetto fra soprano e tenore al terzo atto, la popolare serenata nell’altro duetto al primo atto fra sopivano e basso comico dove il canto dialogato proposto prima dal sòprano è veramente squisito. Non mi dispiace il coro della fiera; non cosi il finale dell’atto secondo più drammatico che comico, dove lamento l’inesperienza del Delfico, il quale trovasi impacciato c/uando ha da aggruppare le voci od esprimere sentimenti diversi; mentre questo finale, come fu concepito dal poeta, mirabilmente prestavasi ad un pezzo di doppia e simultanea espressione. L’opera abbonda di soli e ve n’è qualcuno bellino. Non vo’ lasciare il Delfico, senza ancora una volta raccomandargli lo studio; ingegno n’ha a dovizia, ma deve imparare ancora a maneggiare la parte esterna, dirò cosi, della musica e a seguir meglio i diversi stili e curare più la disposizione e la forma dei pezzi, deve continuare ad ascendere quella faticosa ed erta china che mette capo alle regioni dei valorosi compositori. L’esecuzione di quest’opera non poteva essere più accurata; il Montanaro, sopra tutti, ebbe momenti felicissimi. Il Trisolini allestì splendidamente lo spettacolo. ♦ Ne’ giorni che ancora restano per dare le altre rappresentazioni, il Trisolini preparò il Barbiere con la Repetto, e una nuova musica di un maestro non napolitano, certo Musone, che ha scritto un melodramma Camoens. Jeri ebbe luogo l’altro Concorso bandito dalla Sopraintendenza dell’AIbergo de’ Poveri pel posto di direttore della banda nel medesimo Pio Luogo. La Giunta esaminatrice fu composta degli stessi che vennero chiamati a dare giudizio su’ candidati al posto di Direttore generale della Musica, cioè del coni. Rossi, del cav. Serrao, del cav. Puzone, del prof. Polidoro e del Fioravanti; il Guercia rinunziò e fu sostituito dal Costa, maestro di armonia nel nostro Conservatorio. Quattro furono parimenti le prove che i candidati sostennero; un esperimento letterario, cioè, la disposizione a quattro parti di un breve basso, la composizione d’una melodia, e la strumentazione per banda di un inno guerriero, che i componenti la Giunta esaminatrice scrissero seduta stante. Messi in un’urna Questi varii pezzi fu estratto a sorte l’inno del cav. Puzone. I candidati tutti furono reputati degni di lode, però meritò il pósto il capobanda Francesco Herbin, perchè su 54 punti ne. aveva riportato 45 -/... La signora Melloni è la prima donna che dalla scuola di codesto Conservatorio musicale passerà al teatro Rossini di qua per esordire in carriera. Ci si promettono grandi cose; fra le altre quattro opere nuove di giovani maestri. Qui vivra verra. ÿ<CUTO. MACERATA, 17 Agosto. La Forza del destino — Prima rappresentazione e successive. Vi scrivo per informarvi dell’esito che ebbe la musica della Forza del Bestino, per la prima volta gustata dal pubblico ma■ ceratese in occasione della ’ riapertura dell’elegante teatro Comunale; esito che fu brillantissimo, quando vogliasi tener conto della grandiosità dello spartito e dei mezzi modesti di un teatro di città di Provincia. L’esecuzione fu scrupolosa tanto per parte degli artisti, quanto delle masse e dell’orchestra in cui si annoverano valentissimi professori. Gli applausi scoppiarono durante lo spettacolo, fragorosi ed unanimi, quali si possono desiderare alla prima rappresentazione di un’opera che racchiude tesori di bellezza. Cominciando dalla bellissima sinfonia, vi dirò, che l’impressione che fece sul pubblico fu profonda per guisa da essere con una triplice salva di battimani applaudita in sul finire, senza tener conto delle^ esclamazioni di approvazione che di tratto par tivano spontanee dalle labbra degli spettatori nei punti più salienti. Gli artisti principali gareggiarono tutti indistintamente di bravura; viva sensazione destò l’eccellente modo di canto della signora Blume, la bellissima voce del tenore Bolis, che disse magnìficamente la parte di Don Alvaro, e la impareggiabile valentia nella voce e neH’azione dell’Aldighieri. Il Maffei £e’ stupire colla sua voce straordinaria, le masse d’ambo i sessi fecero il loro dovere con amore pari ad una accuratezza rara, e [furono giustamente rimeritate d’applausi, in special modo nel finale dell’atto secondo e nel Rataplan di cai il pubblico volle il bis. Benissimo le seconde parti. Il Magnani, giusta il suo costume, dipinse le scene come pochissimi sanno dipingere, ed ebbe una vera ovazione. Ottimamente l’orchestra, diretta dal bravo maestro Dall’Argine. È certo che di sera in sera crescerà il favore del pubblico, il quale apprezzerà vie più il valore della musica, che, siccome di un genere poco adatto alla intelligenza di chi non si tiene al corrente del progresso dell’arte, ha bisogno di tempo per essere gustata pienamente. 20 Agosto Come prevedevo il successo della Forza del Destino ha raggiunto l’apogeo del fanatismo. Ogni sera si’ deve replicare Ta Sinfonia ed il Rataplan, e si dovrebbero ripetere tutti i pezzi dell’opera, che sono applauditi oltre ogni misura, se il pubblico non avesse riguardo alla fatica degli artisti, che la rappresen..! in modo ammirabile. Mi sento in dovere di riparare ad una inavvertenza, in cui incorsi nella mia prima lettera, non facendo motto nè del Melitene nè della Preziosilla. Il sig. Toledo cantò ed agi la sua parte abbastanza bene e se non può paragonarsi al Rota, come attore e cantante, ebbe il talento di farsi applaudire nella predica e nel duetto col basso dell’atto quarto. La Preziosilla (signora Gurieff) passò senza infamia e. senza lode; non guasta, ma non fa certo benissimo. fi- q. EAJJIOi, 21 agosto. Riapparizione della Juive d’Halevy aZZ’Opéra — Il giornalismo e Z’Aida di Verdi — Concorsi all’orizzonte. Annoiato dei continui rimproveri della stampa periodica, il direttore deH’Accademia di musica, sig. Halanzier si è risoluto a rimettere in iscena la Juive d’Halevy, e l’ha fatto con tutto il lusso e tutto lo sfarzo che avrebbe potuto concedere ad una