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342 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO & definitivamente stabilite. Sembra che si comincierà col Barbiere di Siviglia per sole tre sere, onde apparecchiare l’opera nuova per Venezia, Reginetta del maestro Braga, il quale verrà in persona a curarne la messa in scena. All’Apollo si attende la Compagnia drammatica Pietriboni, ed al Malibran quella del Rossi Mario, con Ballo. F r^A-RIGrl, 9 ottobre. Lucrezia Borgia al Teatro Italiano — Nuova musica di Gounod — La Sangalli nel ballo la Source all’Opéra, ecc. Alla Traviata ha succeduto in questo Teatro Italiano la Lucrezia Borgia, con la Penco e la Bracciolini, con Ugolini tenore ed Antonucci basso. Temperatura molto più bassa che all’opera precedente; parlo del pubblico, non della sala; questa è riscaldata sufficientemente, anzi più del dovere, dal calorifero; ma i cantanti non fanno lo stesso ufficio verso l’uditorio, il quale non ha gran torto di restar di gelo. Appena se la Penco lo ha a quando a quando tirato dal suo torpore; in tutto il resto della rappresentazione è rimaso ghiacciato. Non era più una sala di spettatori il Teatro Italiano, ma una grotta di stalattiti. Si sperava che T Ugolini prendesse la rivincita nella parte di Gennaro, quella di Alfredo nella Traviata non essendogli molto favorevole. Ma no, tale fu Alfredo, tale è stato Gennaro. L’Antonucci, ad onta della sua rinomanza, pareva aneli’esso intirizzito. La Bracciolini ha fatto applaudir il brindisi (che del resto è applaudito.... anche quando non è cantato) ed ecco tutto. Si direbbe che queste prime rappresentazioni non fanno parte della stagione teatrale; sono come serate straordinarie, o piuttosto come altrettante prove generali. Chi verrà a mettere una scintilla in questa scena marmorea, per animarla come la Galatea della favola? Sarà forse T Albani, della quale si aspetta con impazienza Tapparizione? Sarà il desiderato Caponi, desiderato sopratutto dalle donne — non da tutte, — che ammattiscono per lui. Egli esordirà sabato prossimo (forse) nella parte di Lionello della Marta. E poi?... Vuoisi che il repertorio italiano, quello almeno che può essere scelto da un tenore leggiero, gli sia abbastanza famigliare. Non dico di no, ma son sicuro che abuserà della voce di testa, o piuttosto dei cosi detti falsetti che qui fanno le delizie del pubblico francese, ma che non producono lo stesso effetto altrove. Del resto, non precipitiamo un giudizio, che solo l’opinione del pubblico può dare definitivo. Credo avervi detto in una delle mie lettere precedenti che la novella direzione del Teatro Italiano ha risoluto di profittare delle tre sere per settimana che la sala rimane chiusa (ossia Lunedi, Mercoledì e Sabato) per dare delle rappresentazioni drammatiche francesi. Il primo lavoro che farà eseguire è un dramma storico del signor Ernesto Legouvé, intitolato Les deux reines, ed al quale il Gounod ha scritto un preludio, gl’intermezzi ed i cori - Come vedete, questo nuovo genere di opere sceniche, vale a dire di drammi adorni di musica — (non saprei trovare altra espressione più esatta) comincia ad esser adottato. Già nell’Arlesienne dato al Vaudeville, il maestro Bizet aveva scritto preludio od introduzione, intermezzi e cori; ora Gounod fa lo stesso per le due regine del Legouvé. Fra poco tempo nessun autore drammatico vorrà più scrivere per le scene di prosa senza che un compositore non gli scriva la musica degli intermezzi (entr’actes) dei cori. Ad un certo punto di vista non è un male; almeno, in questo modo, molti compositori di musica che sono costretti a starsene con le mani alla cintola, non potendo giungere a dare le loro opere, troveranno un’occupazione e vedranno il loro nome sul cartello. Tanto di guadagnato per essi. Oltre di che il gusto della musica si propaga sempre più così, e questo è già un risultato assai importante. Colgo quest’occasione per aggiungere che varii giornali hanno annunziato che il Gounod ha promesso di scrivere un’opera in tre atti pel Teatro Italiano di Parigi. A dir vero, non so se la notizia sìa esatta; ma la credo fino ad un certo punto, e per dir meglio aspetto per darle fede, di vederla avverata. All’Accademia di musica e di ballo, altrimenti detta a.U’Opéra, una vostra concittadina, la Sangalli, ballerina, ha ottenuto un bel successo nel ballo la Source, nel quale la Salvioni, aneli’ essa italiana, si fece vivamente applaudire. La Sangalli non ha tardato a riunire tutta la simpatia di questo pubblico. Vero è che essa è molto abile e molto agile; piuttosto danzatrice di forza che di grazia, nullameno ha molto piaciuto; i suoi renversés hanno fatto scoppiare un plauso universale. Con la Sottrae ballo cui il Delibes ha messo la musica, ed una musica molto preziosa e molto brillante, V Opéra ha dato il Trovatore per continuare a produrvi il tenore Sylva la cui voce è d’una possanza eccezionale, e la Favorita per la rentrée del baritono Faure, l’idolo di questo pubblico. Certo è che quando quest’artista canta, lo fa così soavemente che è impossibile di non applaudirlo. Nel Fon Giovanni, nella parte di Mefìstofele, in quella del re nella Favorita è veramente artista-modello. Per ora non posso nulla dirvi dell’Opéra- Comique, visto che le prove del Bon César eli Bazan non sono peranco terminate e che quelle del Romeo e Giulietta di Gounod non sono peranco cominciate. Il teatro è obbligato a dar continuamente Le préaux-Clercs e Mignon ed a riprendere le Nozze di Figaro per non restar chiuso fino al giorno in cui potrà dare una delle due opere più* su designate. In quanto all’Ateneo, l’Alibi del maestro Nibelle è ancora differito. Il cartello l’annunzia per giovedì (domani), ma il cartello l’ha tante e tante volte annunziato che veramente giustifica la similitudine: «bugiardo come un cartello teatrale», Se T Ateneo farà lo stesso per la dozzina di opere che ha in portafogli, compiango i poveri maestri che avranno a fare con questo teatrino. Ma fin che il Lirico non sarà ristaurato, bisognerà contentarsi di quel che si ha. Come avete potuto vedere ho passato in rassegna tutt’i teatri lirici della capitale, salvo i Bouffes parisiens che fanno sempre sala piena con l’eterna Timbale d’argent che non invecchia mai. Non mi resta dunque nuli’altro a dirvi in fatto di musica scenica, posso aggiungere dunque, come cosa estranea al teatro, che il capo d’orchestra Paulus, reduce dall’America ha dato domenica scorsa una gran mattinata musicale al Circo dei Campi-Elisi, e che ha fatto udire ed applaudire un gran numero dei pezzi che ha eseguiti con tanto successo a Nuova York ed a Boston. LONDRA, 7 ottobre. Sir Julius Benedici cittadino di Nonoick — Compagnia, Italiana per la rappresentazione d’opere buffe al St. Georges Hall — La Lucrezia Borgia, Sonnambula e Flauto Magico a Lublino — Piedestalli che rimangono e statue che discendono Il tenore Bellini — Cose dell’Australia. Confermo la notizia che sir Julius Benedici diverrà cittadino di Norwich. Il Consiglio comunale di quella città ha decretato di conferirgli l’onore della cittadinanza in riconoscimento dei lunghi servigi del veterano maestro, come direttore del festival di Norwich. La cerimonia dell’investitura non è fissata ancora, ma avrà luogo al più presto. — I nostri complimenti a sir Julius Benedici che ha avuto la rara abilità di farsi credere una aquila quando non è che un pavone. Una compagnia italiana per la rappresentazione di opere buffe, è in corso di formazione, e prenderà stanza al Si. Georges Redi in Regent-street. So che fra le altre opere verrà rappresentato V Alì Babà del Bottesini. Peccato che i promotori della compagnia non abbiano potuto o saputo trovare un miglior teatro. Il teatrino di S. Giorgio mal si presta a musica e dramma, ed è inoltre, a giudicare dal passato, poco propizio alla salute delle tasche degl’intraprenditori. Questo è pascolo i sfiziosi; ma essi appartengono ad una razza, dell’universalità, essendovene in ogni angolo < ghilterra non eccettuata. Io auguro con tutto del cuore ogni successo alla nuova compagnia. invero pei superche ha il pregio del mondo, l’Inciò dal profondo