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■ 348 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO

  • A Palmanova fu testé eseguita in duomo una nuova messa del maestro

Corrado Cartocci, che vediamo lodata dai giornali.

  • Il nostro egregio confratello L’Arpa di Bologna è entrato nel ventesimo

anno di vita. Un amico ei avverte essere inesatto che le inondazioni abbiano fatto rovinare il Teatro d’Intra. Tanto meglio; e se una retifica fatta con piacere può puntellare in qualche modo un teatro, quello d’Intra non crollerà in eterno. H; I i s J! La città di Santiago (Chili) fa ricerca d’un pianista di talento comprovato per affidargli la direzione del Conservatorio di musica. collo stipendio annuo di lire 4000. Garantisce inoltre una clientela che può fruttare quattro volte tanto. I concorrenti, e saranno certo più d’uno, si rivolgano all’uffizio del giornale La Revue et Gazette Musicale a Parigi.

  • Il nuovo teatro Wagner a Baireuth farà stupire il mondo. I lavori

sono incominciati e condotti innanzi operosamente; le fondamenta sono colossali; e sotto il palco scenico si approfondiranno ben sessanta piedi, per lasciar spazio ai meccanismi!!!

  • Lieto esito ebbe la Lucia a Liegi’.

Il rinomato pianista-compositore Stephen Heller, dopo un soggiorno di tre mesi nella Svizzera, è ritornato a -Parigi.

  • Liszt ha lasciato Weimar per recarsi a Pest, passando da Bayreuth.
  • Il celebre Bilse, i cui concerti a Lipsia chiamano gran folla, festeggiò

il primo ottobre il 30.° anniversario della formazione della sua famosa orchestra.

  • Flotow ha perduto testé la moglie e si è ritirato in una piccola fattoria

di sua proprietà presso Vienna, dove, mescendo l’utile al dolce, coltiva i suoi campi, cura i bestiami, ha le sue bravi patenti di lattaio e.. compone della musica.

  • La Società Tonic sol-fa di Glasgow, che conta oltre 400 membri cantori,

ha posto allo studio tre oratori! di Handel non mai eseguiti colà: Isra eie, Atalia et Betsassar. ¥ Il nuovo teatro di Breslavia fu inaugurato cogli ’Ugonotti. 4 Si assicura, dice il giornale Le Menéstrel, che Offenbach ha firmato con un Barnum americano il famoso contratto, di cui si è tanto parlato. Il maestro si terrebbe il carico di dirigere l’orchestra per cento rappresentazioni delle sue opere in America, al prezzo di 5000 franchi l’una Si assicura... dunque non sarà vero! Il comitato del famoso Giubileo di Boston ha determinato di cedere l’enorme colosseo all’impresario Gilmore pel tenue prezzo di 30,000 dollari; e c ò in considerazione del disinteresse di cui il signor Gilmore diè prova al tempo del festival. Quell’edifizio aveva costato un milione. Quanto al deficit prodotto dal festival pare che sia di 120,000 dollari, pari a 600,000 lire!

  • L’Agenzia Teatrale Lamperti coi primi d’Ottobre venne trasferita

S. Giuseppe, N. 10. in via merito del Maurel ch’è applaudito ad ogni frase e si palesa davvero un attore — cantante di prim’ordine. Il ballo è stato ridotto ai minimi termini, ma si continua a darlo dopo il second’atto dell’opera per far dispetto all’opinione pubblica, la quale ha chiesto in tutti i modi che si rappresentasse l’opera tutta di seguito. Per un paio di sere questo voto generale fu soddisfatto; poi prevalse la volontà delle ballerine e si ritornò all’antico sistema. E notate che il conte Pianciani, capo della democrazia romana, fa parte della Deputazione teatrale, anzi è il fac totum del palco scenico! Questo è il rispetto della democrazia per le volontà popolari! A proposito dell’Apollo non si può a meno di rammentare gli articoli del famoso cronista della Libertà il quale è un buon ragazzo, ma qualche volta ne dice di marchiane. Figuratevi che nel suo entusiasmo pel Marchetti (pel quale ho anch’io grandissima stima) lo proclama oggi il primo dei maestri italiani che abbia rotte le tradizioni del Convenzionalismo. Senza parlare della Lucrezia Borgia e di altre opere del Donizetti, nè del Guglielmo Teli di Rossini, nè del finale ultimo della Norma, senza suscitare la questione se questo convenzionalismo abbia ricevuto il primo colpo mortale prima o poi, ei vuole una bella sicurezza per attribuire al Marchetti il merito di averlo distrutto. Dunque anche il Rigoletto e la Forza del Destino, per esempio, opere anteriori al Ruy-Blas, erano schiave del convenzionalismo? Il Marchetti sarà il primo a ridere di questi giudizj stravagantissimi del suo amico Carocci, cronista della Libertà. E dopo ciò non deve recarvi meraviglia che lo stesso cronista abbia scritto che il Bulterini fu scritturato all’Apollo per far piacere alla casa Ricordi, la quale voleva assicurarsi a spese dei romani, se il futuro tenore del Don Carlos e dell’Az’tZa al San Carlo di Napoli fosse ancora indisposto oppure ristabilito. Quest’asserzione del buon Carocci ha avuto un successo di ilarità. Per sabato è annunziata la prima rappresentazione della Mignon del Thomas. Qualunque pronostico sarebbe inopportuno, trattandosi di un’opera nuova per Roma, e di artisti, per la maggior parte, ignoti al nostro pubblico. Al teatro Valle la stagione musicale procede mediocremente e si avvicina al fine. Fra breve avremo su queste scene la compagnia Meynadier, la quale probabilmente ei farà udire le solite operette, dalle quali Dio scampi e liberi ogni fedel cristiano. I» lì wkr CORRISPONDENZE ROMA, 17 ottobre. Ho gioni Sventure teatrali dell’Apollo — Entusiasmo d’un cronista. aspettato a scrivervi che fosse tornata la calma nelle redei nostro teatro Apollo, dove mentre le cose parevano bene avviate ed io nella mia precedente corrispondenza intuonava Yhosanna, improvvisamente oscuravasi il cielo e.... giù indisposizioni a catinelle, insomma un vero diluvio di abbassamenti di voce, di tonasi ostinate e di altri consimili malanni. Io non vi farò la lunga e dolorosa storia di queste sventure tracheali; il teatro è rimasto chiuso per alcune sere, vale a dire fino a che non fu ristabilito in salute il baritono Maurel. Quanto al tenore Bulterini pare che la sua malattia non fosse tanto passeggera, giacché ha sciolto il contratto coll’impresario Jacovacci. Gli venne sostituito il Sani, che ha voce poco gradevole, ma sicura. Io lo aveva udito qualche anno fa a Firenze, ed è giusto il dire che ha progredito un poco nell’arte del canto. Ignoro se in tempi normali sarebbe stato accettato come tenore d’obbligo all’Apollo, ma nelle presenti circostanze il pubblico non poteva mostrarsi rigoroso senza esporsi al pericolo di veder nuovamente chiuso il teatro. D’altronde vi ripeto, il nuovo tenore se non è addirittura un Fraschini, è almeno sicuro del fatto suo ed intonato, e quest’ultima qualità è, sovra ogni altra, apprezzata qui a Roma. Cosi rattoppato, il Ruy Blas procede discretamente, anzi si può dire ch’è accolto con favore dal pubblico, sovratutto per IN’AJPOIuI, 16 ottobre. Carmosina al teatro Rossini — Promesse del teatro Nuovo — I Bue Foscari al Politeama — Il pianista Coletti — La nuova commissione teatrale — Promesse. Al Rossini preparano, come dicesi, V Ombra del Flotow, pertanto l’impresa credette ben fatto allestire in fretta l’opera Carmosina, che, come sapete, è il primo lavoro scritto dal Sarria quando non avea neanco,ventitré anni. Per molti era nuova, chè la Carmosina fu rappresentata la prima volta al teatro Nuovo sono ormai venti anni. Quanti ricordavano d’aver udito questo spartito attendevansi un esito felice, e questo manifestatosi franco nella prima rappresentazione, è anche andato crescendo nella seconda, e andrà forse aumentando più nelle seguenti. Quest’opera del Sarria è una di quelle delle quali può dirsi — sonvi di belle cose, — e l’autore appartiene di già al ristretto numero di compositori che sanno e possono scrivere musica capace di farsi ascoltare. Nella Carmosina fanno capolino è vero i difetti d’un principiante, ma v’han pure le qualità che mancano non di rado ai più avanzati nella carriera; difetti che perdonsi con lo studio, qualità che con lo studio non acquistansi così di leggieri. Gli applausi furono molti, comunque si trattasse di una riproduzione, moltissime le chiamate al maestro, ed io farò di menò di contarle, enumerando piuttosto i pezzi che mi sembrano i migliori e che sono: le due arie di D. Michele, il duetto fra D. Michele e D. Bernardo, la serenata di Meniello e il duetto fra Carmosina e Meniello. Molto altro v’è di buono