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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO Finita la loro canzone gl’indiani pensarono subito a far cantare la loro bellissima e graziosissima ospitaliera. Per mezzo dell’interprete le fecero dire esser quello un giorno di favori reciproci — essere eglino — i visitatori — i re del canto d’appresso la maniera dei loro padri — esser la loro ostessa la regina del canto moderno, ed esser quindi giusto che essa cantasse a loro, confessi avevano cantato a lei. Dopo ciò come poteva mai la Lucca rifiutarsi, e pazza d’allegria e di piacere cantò, accompagnata al piano dal signor Marezek, come canta nelle grandi sere, m cui la volontà la assiste. Non ho bisogno d’aggiungere che la banda tutta ricevette lauto trattamento di dolci e di vini — cose civili, che parvero ottenere la loro approvazione. Anche il teatro di St. James sarà aperto quanto prima con rappresentazioni di opere buffe. La prima, sarà il Pont des Soupirs d’Offenbach, adattata alle scene inglesi dal maestro Henry S. Leigh. Il maestro Alfredo Cellier sarà il direttore d’orchestra. L’impresa è dei signori Mansell. Finanziariamente il festival musicale di Worcester è stato un gran successo. Il guadagno ammonta a steriini 678 e mezzo. A ciò aggiungasi una somma d’oltre 900 steriini donati alle porte. ’ fBERLINO, 20 ottobre. Concerti sinfonici della Cappella Imperiale — Come sono trattati gli autori viventi — Una nuova orchestra — Il Giuseppe ed i suoi fratelli di Mëhul — Il pianista Buths — L’arte italiana all’Esposizione di Boriino. Il ciclo dei Concerti sinfonici della cappella imperiale sotto la direzione dell’Oberkapellmeister Taubert cominciò la settimana passata. Pensate qual fosse la nostra meraviglia vedendo sul programma una novità d’un compositore vivente!! Ma il buon maestro aveva solo voluto atterrirci, giacché arrivando all’Opernhaus, avvisi rossi (consueto indizip di cose straordinarie) ei informarono che... indovinate dunque? che non essendo arrivata da Lipsia la musica della nuova ouverture, Normanenfahrt, lavoro grandioso del Dietrich, ordinata verosimilmente tre giorni prima del concerto, la novità andava a monte. Io domando se sia maniera proba codesta di trattar i lavori pregevolissimi degli autori viventi; evidentemente se la musica non tardava, si faceva una prova e si eseguiva, sa Dio come, e il pubblico dava la sua sentenza! Invece della promessa ouverture avemmo le variazioni e la marcia celebre della Suite di Francesco Lachner, lavoro che soprasta sul livello ordinario più per l’abile dottrina della forma e perchè tratta con modo caratteristico gli stromenti dell’orchestra, che per vera originalità. Ma è da tener gran conto oggidì d’una forma severa e corretta, giacché siamo in tempo di dissoluzione musicale. Poi furono eseguiti la sinfonia d’Olimpia di Spontini, lavoro pregevolissimo, e due gioielli sinfonici tedeschi: la sinfonia {Mi bem.) di Mozart e la sinfonia {La mag., detta italiana) di Mendelssohn. L’orchestra suonò colla solita perfezione e squisitezza, e specialmente, in maniera da recar stupore, la sinfonia di Mozart. Dello stesso Lachner ei si promette in quest’inverno, in occasione della festa dei morti, nella Singakademie il nuovo Requiem per gran coro, solo ed orchestra, lavoro dei più felici del Lachner, scritto nello stile purissimo dei padri nostri. Siamo curiosi di vedere se questa composizione potrà riprodurci l’impressione immensa fattaci nella stagione scorsa dal Requiem grandioso del valentissimo nostro Kiel. È un gran miracolo, sia detto di passaggio, questo di poter avere in Berlino una grandiosa composizione, poiché è norma (con poche eccezioni) dei direttori della vita musicale, sia per etichetta aristocratica ipocrita, sia per negligenza imperdonabile, di non più eseguire un lavoro importante d’autore vivente, anzi rinomatissimo, se già prima una piccola città di provincia abbia fatto onore al nome ed al merito suo coll’esecuzione di tale novità. Potrei citare una lunga serie di lavori d’ogni genere, di compositori non certo spregevoli, i quali aspettano che siano eseguite le loro composizioni. «Festina lente» tale la divisa della nostra Berlino, molto borghigiana ancora in ciò che tocca il progresso delle arti e delle scienze. Invece dell’orchestra del Bilse, il maestro Wuerst ha composto un’orchestra nuova, con cui ha dato dei concerti sinfonici; confessiamo che non solo è bravo musicista e maestro rinomato, ma che ha dato con questa nuova orchestra un gioiello alla corona delle orchestre migliori. Sappiamo che ha l’intenzione di riparar quanto è possibile i vecchi danni della negligenza dei buoni lavori sinfonici, facendosi benemerito degli interessi dei compositori viventi. In uno di questi concerti udimmo il concerto per violino di Mendelssohn {mi min,) eseguito dal Friemann. già maestro concertatore in Darmstadt, e piacqueci molto il suo canto, il suo portamento; poco gli manca ad essere veramente esimio, e siamo certi che starà un giorno fra i violinisti più rinomati. Lo Schott, ora scritturato per la nostra scena, debuttò nella parte di Giuseppe del Giuseppe ed i suoi fratelli di Mëhul, come era naturale col màssimo successo. Conoscete questo dramma musicale in cui i personaggi escono dal telaio solito della musicale scenica, e diventano quadri santi colle aureole sopra il capo; per me, quando cominciano gli accenti di quella musa ispirata dalla grazia di Dio, mi sento trasportato nel mistero d’un altro mondo sconosciuto. Mëhul, Gretry e Boieldieu, grandioso triumvirato, artisti brillanti nel cielo dell’epoca francese nel primo decennio di questo secolo, non spariranno dal mondo musicale, finché esistono circoli musicali in cui sono serbati gli interessi veri dell’arte! Lo Schott si mostrò eccellente, e crediamo che sarà un gioiello nella nostra scena per le parti liriche, benché le opinioni intorno a lui non siano concordi, ma saprete che nulla è così diffìcile, quanto soddisfar tutti. Fu pure scritturata nella scena nostra per le parti di soubrette affidate finora alla Horina, la Meinhardt, già al Friedrich-Wilhelmstadt. Non lo crediamo un cambio che ei possa compensare della brava ed infaticabile Horina, e non sappiamo.proprio perchè si voglia sostituire la valente cantante, la quale è ancora nello1 splendore dei suoi mezzi. Per la morte del principe Albrecht (fratello all’imperatore Guglielmo) furono chiuse l’opera ed il teatro drammatico pe^ pochi giorni; perciò non ebbe luogo la rappresentazione della Norma colla Michaeli, cantante rinomatissima del teatro di Stoccolma- Sarà per più tardi, e non mancherò di parlarvene. Il mese venturo verrà in Italia e principalmente in Milano, il Buths, trionfatore nel concorso Meyerbeer, di cui vi parlai altra volta. Prego un’altra volta i miei colleglli italiani di accoglierlo benevolmente essendo egli valentissimo davvero come pianista e come compositore, ed insuperabile nella modestia. Non voglio finir queste righe senza congratularmi delle bellissime cose che ha fornito l’Italia all’Esposizione dei prodotti artistici in Berlino, eccitando l’ammirazione e l’entusiasmo dei berlinesi. Naturalmente non vi do un’analisi critica di queste opere, mi accontento di dirvi i nomi dei principali artisti italiani. E sono, fra i pittori, il Passini (già quasi nostro), il Guglielmi, il Zona ed il Zuccoli (di Milano); degli scultori: il vostro Francesco Barzaghi che ha esposto due statuette maravigliose. d’una finezza incantevole: Mosca cieca e Vanerella, il Bianchi, il Calvi, il Lombardi ed il Soldini. Cosi le arti porgonsi la mano e non conoscono nè nazione nè patria, perchè hanno per patria il cielo. ■Raro. Al prossimo numero la pubblicazione di un altro carteggio da Berlino pervenuto troppo tardi.