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GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 39 di colorito, accento finissimo ed espressione deliziosa nelle cantilene, nulla manca a questo violinista e tutto ciò apparisce naturale, tranquillo e scorrevole senza asprezze di sorta, senza effetti violenti. Il Papini, per finire, soddisfa a tutte le più rigorose esigenze artistiche. Poiché sono in viaggio, continuerò la mia rivista delle sale de’concerti, chè troppo viziata m’appare oggi l’atmosfera dei teatri nostri. Non vi spaventate, incomincierò e finirò col trattenimento offerto da una persona che voi troppo conoscete. Quel brontolone del signor Clausetti apri lo scorso anno la sala del suo quartiere a geniali convegni. Davansi la posta i migliori nostri artisti e ei sciar Peclrin tutto giulivo faceva inviti; udironsi certi pezzi di sala d’uno splendore abbagliante. Costantino Paiumbo suonò in maniera veramente prodigiosa una delle migliori produzioni del suo portentoso ingegno; concertisti solidi, esperti, segnalati nell’esecuzione dei pezzi di grande stile, suonarono perfettamente la musica di quei colossi che si chiamano Beethoven, Mendelssohn, Weber, Liszt, Schumann, Haydn, Spohr e che so io. Noi altri napolitani, che andiam matti per i concerti, e in special modo per quelli offerti gratuitamente piombammo, come avoltoi nelle sale del Clausetti, lodammo, applaudimmo, ei commovemmo e con rammarico apprendemmo in giugno che erano sospese le tornate accademiche a cagione del gran caldo. Ieri poi invitati di nuovo ad ascendere l’erta di Gennaro Serra, memori delle passate commozioni, immaginate un po’se rispondessimo all’appello. La sala era zeppa e fra gli esecutori erano Papini e Palumbo. Udimmo da’ medesimi la sonata di Beethoven, opera 47, dedicata a Kreutzer, un lavoro colossale, che fu eseguito con anima, energia, finitezza, eleganza, agilità, in una parola divinamente, come non ho mai udito eseguire questo stupendo concerto. Il Papini si produsse in seguito con una fantasia di sua composizione che valsegli un trionfo vero e leale. Non vo’ tralasciare di far menzione del giovane e valente maestro Marfella che accompagnò questo pezzo e fe’ mostra di molta intelligenza e perizia. La signora Caracciolo dei Duchi di Torchiarolo cantò, come pochissime artiste, con una leggiadria di modi ed una purezza di stile che hanno del singolare. Eseguì la romanza di Tito Mattéi Non tornò ed un’aria di Rossini e produsse magica impressione. Mi dimenticavo che il concerto principiò con un pezzo per pianoforte e che fecesi molto onore il giovinetto Leoncavallo suonando una composizione del Palumbo. Finisce ora l’allegoria; è la prima volta che una mia corrispondenza è zeppa di elogi, ma di qui ad otto giorni incominceranno, ahi! troppo, le lamentazioni. ^CUTO. Mantova, 31 Gennaio. Un mio amico, che fu per lungo tempo in Germania, mi raccontava che i sedicenti musicisti tedeschi chiamano cantilene e canzonette banali le opere dei nostri grandi maestri. L’amico stesso, ad un musicista che gli ripeteva per la forse decima volta questa cosa, chiese: «e perchè quando al teatro rappresentano le vostre dotte opere, non vi è che uno scarso pubblico, e allorché si riproduce una cantilena italiana, v’ha folla?» A questa argomentazione il suo’ amico non ebbe risposta, ed il silenzio del tedesco è la miglior conferma di quanto ebbi a sostenere nelle mie due precedenti lettere. E noi qui a Mantova ne avemmo una recente prova colla riproduzione della Semiramide dopo il Faust. Quest’ultimo spartito per quanto abbastanza bene eseguito, non attirava gente, e nel corso di sei rappresentazioni l’impresa fu costretta di riempire il teatro coi parenti ed amici dei professori d orchestra e dei coristi, e perciò si dovette nuovamente ricorrere alla Regina di Babilonia, che trionfante ricomparve sulla scena. Il pubblico le fece onore, ogni frase culminante fu applaudita, e gli artisti festeggiati. Fra giorni andrà in iscena la Traviata. Tempo addietro vi tenni parola di un Circolo Filodrammatico che qui si è istituito e mi pare aver asserito che la prima necessità per la vita di tale Società sia un istruttore. Le mie parole ebbero prova col fatto, chè si dovrà riunire la Società per ottenere l’assenso di prendere Tistruttore, senza di che una Società filodrammatica non ha vita, le famiglie non mandano i loro figli senza la certezza che debbano imparare. Jeri a sera ebbe luogo al teatro Sociale una rappresentazione a benefìcio degli Ospizi Marini. Il teatro era gremito. Sia lode ai giovani che iniziarono e condussero a termine cosi felicemente il loro progetto. Debbo registrare una perdita dolorosa per Mantova e per T Italia nella morte del conte Carlo D’Arco, illustre storico e artista, dico artista, perchè le sue illustrazioni dei capilavori d’arte sono un monumento artistico imperituro. Mori a 72 anni lasciando cospicue somme in beneficenza. P-’ p. f. Londra, 29 gennaio. Le istituzioni musicali si moltiplicano, e il giorno non é lontano, in cui il governo, secondando gli sforzi dei privati, diverrà anche esso un mecenate della musica. Sino ad ora le proposte di un regio conservatorio di musica, mantenuto col denaro della nazione, non sono state definitivamente accettate dal ministero; ma tutto fa credere che le ultra-economiche intenzioni del ministro delle finanze saranno quanto prima soggiogate dalle domande e dall’aspirazione del popolo «Chi la dura la vince» è un motto che gli inglesi conoscono a meraviglia; ed è perciò che le loro agitazioni, una volta cominciate, non si arrestano che allorquando non hanno più ragione d’essere. Ora una società di amatori istrumentisti è in corso di formazione per cura del comitato esecutivo del Royal Albert Hall, e il Duca d’Edimburgo ne ha già accettato la presidenza. Gli indizii che la gran stagione s’approssima a gran passi, sono visibili dappertutto. Il Palazzo di Cristallo è di nuovo la passeggiata fashionable del sabbato, grazie alla ripresa dei celebri concerti, che da lungo tempo a questa stagione dell’anno formano l’attrazione principale di quel popolare stabilimento. Sotto la direzione del signor Boosey progredisce con crescente successo la serie dei London Ballads Concerts al St. James’s Hall. Io credo che il signor Boosey, entusiasta come è della musica delle ballate, esagerò lo stato odierno della musica, il quale è detto miserando in ogni ramo, ad eccezione di quello che esso devotamente patronizza e incoraggia a patronizzare. Fra gli altri artisti di canto il signor Boosey annovera i seguenti; Sims, Reeves, A. Byron, Maybrick, Melbourne, signora Sherringhton, signora Bianca Cole e Miss Enriquel. Questi concerti di ballate hanno luogo il mercoledì e si chiamano però Wednesday’s Ballad Concerts. I concerti popolari del lunedi sono più popolari che mai. Secondo il solito, è il Benedici che li dirige; e giova dire che se il Benedici non è un genio nè per dirigere, nè per scrivere, egli è straordinariamente felice sempre nella scelta de’suoi personaggi. Basti il dire che fra gli altri rappresentanti della parte strumentale esso ha assicurato i servigi del Piatti, dello Strauss, e della Norman-Neruda. Ciò invero non è cosa nuova, poiché tali nomi sono popolari per i vecchi frequentatori dei «Monday Popular Concerts. $ Nell’ultimo concerto la Bentham-Fernandez ha fatto un vero furore non solo col suo canto, ma eziandio col suo abito verde. La Bertham-Fernandez è una cantatrice della speranza, forse perchè conta di cogliere nel corso della stagione prossima maggior numero d’allori, che nell’anno scorso. È in