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GAZZETTA MUSI I giornali parigini hanno molto parlato della scoperta d’un’opera in un atto di Haydn. Quest’opera, perfettamente autentica, è a quel che pare nelle mani d’una scultrice di gran merito: la signora Ashton-Trolley, e s’intitola: Il perfetto intendente.

A Gretry, passando un giorno nella via Sant’Onorato a Parigi, avvenne di rompere un vetro del valore di 50 soldi. Il mercante non avendo a dare il resto dello scudo presentatogli da Gretry, volle andare nella bottega vicina per cambiare. — E inutile, disse Gretry, io farò la somma rotonda» E in così dire ruppe un altro vetro. ¥ Sono molti i musicisti che si sono ispirati al Faust di Goethe: Giuseppe Strauss, C. Lickl, il cavaliere di Seyfried, Bishop, Béauncourt, il barone de Pellaert, la signorina Luisa Bertin, Lindpaintner, il principe Radziwill, Rietz, L. Gordigiani, Spohr, Berlioz, Gounod, Schumann e Boito.

La società di Storia Musicale dei Paesi Bassi ha inviato ai suoi 496 membri protettori 19 canzoni di Adrianus Valerius (1626) con note storiche del professor von Hellwald. Inoltre essa inviò ai suoi 279 membri effettivi un annuario nel quale dà un quadro ragionato di tutto ciò che essa ha scoperto nelle varie biblioteche del Belgio. Questo quadro può servire di fondamento alla storia della musica.

In maggio 1820 C. M. Weber inviò la partitura del suo Freischütz a Berlino, e il mese appresso ne ricevette l’onorario ammontante a talleri 440. La riduzione per pianoforte fu acquistata dal sig. Schlesinger di Berlino per talleri 220. Nella primavera 1823 l’intendente dei teatri di Berlino, conte Brühl, invitò il compositore a spedirgli una quitanza di cento talleri, come «correspettivo addizionale pel Freischütz, alla sua 5O.a rappresentazione». Ma Weber scrisse a Brühl: «Confesso sinceramente che questa offerta mi ha profondamente afflitto. Colla pubblicità che ora accompagna ogni cosa nel mondo, non può mancare che anche questo si renda palese. Immaginate un articolo del seguente tenore: «La 5O.a riproduzione del Freischütz che ebbe luogo in 18 mesi fu pubblicamente notata dal nostro onorevole intendente generale. Questo caso sì raro negli annali del teatro meritava una speciale distinzione, tanto più che queste 50 rappresentazioni possono aver fruttato alla cassa del teatro un introito di talleri 30,000». (In fatti per le prime 51 rappresentazioni s’incassarono talleri 37,018). «Si è quindi assegnato al compositore un regalo di 100 talleri» — Ad un amico, al quale Weber partecipò l’offerta di Brühl, il celebre compositore scrisse». Non si dovrebbe rinunciare a scrivere opere in Germania?» — Dopo la morte di Weber l’introito della 99.a rappresentazione del Freischütz a Berlino, 6 novembre 1826, (talleri 1912 72) fu erogato a benefìcio degli eredi; la 100.a ebbe luogo il 26 dicembre 1826; la 200.a quattordici anni dopo, 21 dicembre 1840. Subito dopo quest’ultima furono pagati per ordine di re Guglielmo IV al figlio di Weber, che studiava a Berlino, 100 ducati «come sussidio per le spese de’ suoi studi». Le prime 200 rappresentazioni a Berlino produssero circa 94,000 talleri. Weber pagò all’autore del libretto lo stabilito onorario di talleri 30, ma dopo l’inaudito successo dell’opera, il compositore raddoppiò spontaneamente questa somma. CALE DI MILANO 89 Rivista Milanese Sabato, 1G marzo. Il cielo della Scala, che si era intorbidato in questi ultimi giorni colla malattia di Fancelli e di Perotti, rovesciò finalmente due uragani, due di quei formidabili uragani che non lasciano se non la malinconica memoria di chi ha avuto la disgrazia di trovarcisi sotto. Questa volta ei si trovarono sotto il ballo Sirena del coreografo Monplaisir e il Barbiere di Siviglia. Pochi cenni necrologici di ciascuno. Il coreografo Monplaisir ha fatto teatro dei suoi avvenimenti coreografici Parigi, nel secolo decimosesto, e precisamente al tempo di Caterina dei Medici e di Enrico III di Valois, felicemente regnante. Ci è una Sirena, che è quando le accomoda la centenaria La Goule, o se le piace meglio la Baronessa di Kerjean, ed ha ai suoi ordini una masnada di paltonieri e di accoltellatori; costoro invadono il Prè aux Clercs, e vi ballano una ridda, poi, secondo l’uso d’allora, la Sirena mascherata fa un passo a solo che fa girare la testa al giovine Sforzi, favorito del re. Anche alla Sirena piace «la maschia figura di Sforzi» e siccome usa andare per le spiccie gli fa proporre un ratto; Sforzi si lascia rapire e il primo atto finisce. Il secondo atto è consacrato all’amore. Sforzi dòmanda alla centenaria La Goule di vedere la Sirena illuminata dalla luce elettrica. Siccome la luce elettrica costa, ha luogo un po’di mimica che conduce il contratto un po’ per le lunghe, ma finalmente la luce elettrica è concessa e la Sirena fa un passo sulle punte, a cui non ei è forza umana che possa resistere. Sforzi si getta nelle braccia della Sirena e qui la scena si trasforma in omaggio al pudore. Il terzo atto è una festa nei giardini del Louvre per le nozze del Duca di Joyeuse con Margherita di Lorena Qui la fantasia del coreografo non ha avuto limiti: ei sono danze di gobbi e di sciancati, di api, di gemme, di margherite, ecc. Caterina de’Medici trova l’occasione opportuna per guadagnare al suo partito il favorito Sforzi e gli offre la mano di Diana d’Assy, creatura seducente che si tiene in esercizio seducendo il Re Enrico III. Contrasto di passioni. Sforzi ama la Sirena, Enrico III ama Diana, Diana ama Enrico, Caterina de’ Medici sospetta e freme, finché apparisce la baronessa di Kerjean, la seconda persona della trinità degli accoltellatori, che rimprovera collo sguardo a Sforzi il tradimento; Sforzi la segue, mentre le api e le gemme continuano a far la guerra al buon senso con due ballabili che sono la parte migliore dello spettacolo. Il quarto atto è tutto mimico e destinato a riassumere la situazione ed a dare una idea precisa delle passioni; perciò si può saltare. Succede un conciliabolo di paltonieri sotto gli archi del Ponte di San Michele; la Senna, dice il coreografo, si è ritirata; la decenza non permette di domandarne di più. Siccome i paltonieri non vogliono attirare l’attenzione delle pattuglie che passano sul ponte adottano il sistema di ballare una ridda. Sforzi viene per farsi arrestare dai paltonieri. Succede altra mimica che non è indispensabile. Nell’atto sesto, Sforzi è condotto nel palazzo della Sirena. Il brigante Caboche, geloso, vuole ammazzarlo, ma la Sirena arresta il braccio dell’assassino, e rimasta sola col giovine innamorato gli dà il colpo di grazia con un altro passo a solo. L’ultimo atto avviene in un sotterraneo splendidamente illuminato, tutto oro, gemme e luce; è il covo dei paltonieri; Sforzi capisce finalmente di trovarsi fra i ladri, vuole ammazzarsi o fuggire; la Sirena preferisce lasciarlo fuggire, e siccome la benemerita arma ha finalmente scoperto il sotterraneo e domanda di entrare in nome del Re, così la Sirena ordina che si dia fuoco ad una mina, non senza abbandonarsi prima con tutte le schiave ad un ballabile di sirene. La mina scoppia, il sotterraneo crolla con grazia infinita e la Senna allaga la scena. Perdonando tutte le inverosimiglianze e le lungaggini, non si può dire che la tela di questo ballo sia orribile. La logica non