Pagina:Gazzetta Musicale di Milano, 1885.djvu/60

Da Wikisource.

Le ballerine, come vi telegrafai, sono merce più da quaresima che da carnevale. Possono fare una pericolosa concorrenza... al baccalà. Ed ora veniamo al secondo morto — un mostriccino mingherlino, carino, da conservarsi sotto spirito — che è quello che gli manca sopratutto. Dico subito d’un fiato, più che un parto fu un aborto. La colpa dell’insuccesso non solo si deve alla povertà della musica, che fa strano contrasto col tesoro di cognizioni musicali dell’autore e... di quattrini, ch’egli profuse a piene mani all’impresa, ai suonatori, ai coristi e ad altri ancora, ma eziandio al libretto sconclusionato, barocco, insipido, pieno di rime tronche in torototò, taratatà, tirititì e ai suddetti compari del loggione e della platea, che si scalmanavano a urlare fuori l’autore proprio quando il pubblico imparziale stava per andare fuori dei gangheri. Oh se il dott. Bottagisio invece di buttare via oro a manate per far camminare il suo rachitico.rampollo, avesse cominciato a spendere bene i suoi denari nell’acquistare un buon libretto, per esempio, dal simpatico e valoroso solitario di Caprino, quanto non avrebbe meglio provveduto alla vitalità della sua amata creatura! Poiché, a essere schietti, dei bagliori di musica eletta ne sorgono qua e là nel suo lavoro, che si potrebbe definire l’Alaimo dei finali e dei cori, essendo di questi gonfio lo spartito. Qual meraviglia adunque se il pubblico piuttosto che essere tratto in fine al supplizio, come il conte Bagatta (il librettista) fa senza pietà dei tre personaggi Alaimo, Macalda maestro! Mi dimenticavo globo terraqueo, (Amore respinto) e Gualtiero, scarta bagatto e trae al supplizio poeta!!! e di dirvi che il poema!!! si compone di cinque parti, come il e sono: Prologo (Liberazione di Messina) — Primo atto — Secondo atto (Dittatore) — Terzo atto (Il prigioniero) — Epilogo (Il supplizio. — Questo è indovinatissimo nel titolo) e che ei sono versi come questi: Bella Messina, allegrati, Risorgi a nuova vita, La tua bandiera sventola Di gloria redimita. Di pace brillerà Il tempo che verrà. Sempre ricorderà Il tempo che verrà. Il core batterà Di patria e libertà. Ah! Ah! Ah! Le trine (!) luci accendi — Cessa i lamenti ornai — Esser più mia. non puoi, che mi ricorda il proverbio: donne e buoi de’ paesi tuoi. Si diceva un giorno avanti la prima rappresentazione da qualche distinto dilettante, ammiratore troppo appassionato del genitore della musica, che in questa c’era dell’avvenirismo e del buono e che ei voleva del tempo per capirla e gustarla, ma dove trovare poesia più avveniristica? Nella differenza che questa la si gusta subito, senza capirla mai, tanto che credo fermamente che della musica sublimemente spasmodica e noiosa dei ballabili, zittiti dal principio alla fine, sia genitore il poeta. L’Impresa per rabbonire il colto, la studiosa e l’inclita e far tollerare una seconda rappresentazione dell’Alaimo, con un periodo sospeso ha annunziato la sospensione deW Alaimo e la promessa d’una quarta opera: Lucrezia Borgia. Una vera orgia di spettacoli! Cave venenum! Che fosse in cauda? Tanto per finir bene... un contravveleno. Anche a Pavia ha avuto un gran successo di ammirazione il nuovo, stupendo, inarrivabile Almanacco musicale del noto e celebre Burgmein. I giornali cittadini ne hanno parlato con entusiasmo. So di parecchi che possedendo un pianoforté senza... una lira (istrumento importantissimo, indispensabile per un buon accompagnamento), fanno di tutto per... averne dagli amici a prestito venti (di lire, non di pianoforti) per abbonarsi alla Gaietta Musicale. E poi mi si venga a dire che a Pavia mancano i cultori... della buona musica. Se ei sono di quelli che sanno sì bene battere cassa. — Ave. PIACENZA, 20 Gennaio. Roberto il Diavolo al Municipale — Grande successo del ballo Le due Gemelle. La Scuola musicale di S. Franca. 01 poveri critici ei troviamo spesse fiate a mal partito. Chè da un Iato il j&M decoro dell’arte ei sospinge a protestare contro certe brùtture, dall’altro gl’interessi locali e quelli delle molte persone che dal teatro traggono momentaneo sostentamento, ei consigliano a temperare i nostri giusti sdegni ed a coprire d’un velo pietoso tante mostruosità. Così, applicando il principio al nostro Municipale, dovremmo dire schiettamente che il Roberto il Diavolo, ammannitoci quest’anno dall’impresa Beretta, è nel suo complesso male interpretato e peggio eseguito; che le masse corali sono troppo esigue e mal scelte; che certi cantanti hanno dovuto puntare la parte per tessitura non consona alla bisogna; che certi tagli forzati svisano completamente il sublime capolavoro meyerberiano... ma queste cose non diciamo per amore di quiete e passiamo oltre. Mentre scriviamo si stanno preparando I Lombardi: auguriamo sorti migliori all’Impresa. Intanto il ballo Le due Gemelle furoreggia e questo un pochino per merito dell’esecuzione e moltissimo per l’incanto, la grazia, la seduzione della musica ponchielliana. Figuratevi che per le strade non si cantano che i motivi del ballo; nei salons e nelle società non si suonano che le danze delle Due Gemelle! Gli è codesto un vero e reale successo! Molto probabilmente nella Scuola musicale di S. Franca, diretta con molta coscienza dal maestro Antonio Majocchi, avverranno delle modificazioni. Sino a questo momento non s’è ancora stabilito nulla di positivo, ma appena sapremo qualche cosa in proposito, ei affretteremo ad informarne i vostri cortesi e numerosissimi lettori. Per ora accontentatevi di queste poche e succinte notizie. G. D. V. CREMONA, 19 Gennaio. Teatro della Concordia. aENGO con la presente ad informarvi prima di tutto di due cambiamenti,! avvenuti nel personale artistico del nostro massimo teatro. Il tenore signor Puerari, dopo cinque sere di recita nelFA/Wz?, partì lasciando nel nostro pubbblico incancellabili impressioni, le quali sommariamente vi partecipai nella precedente mia. A lui successe il tenore signor Cioci Amos, scritturato dall’impresa in principio di stagione e che per malattia sopraggiuntagli alla vigilia di andare in scena dovette essere surrogato. Benché gli nuocesse il confronto col Puerari, bisogna però che dica come egli piacque, specialmente per le potenti e squillanti note acute; peccato che ai mezzi vocali non accoppii maggiore espressione e legatura nel canto. Il baritono signor Fedini, che neWAida fu tollerato, alla seconda rappresentazione del Trovatore, andato in scena sabato 17 corrente, venne apertamente disapprovato, ed allora l’impresa scritturò il Putò Antonio, che domani si produrrà n&WAida. Ritornando al Trovatore, non vi parlerò della musica, che tutti conoscono, e tutti sanno essere, specialmente il quarto atto, tale da non impallidire al confronto di qualsivoglia altra pagina più sublime scritta dal genio di Verdi, come vorrebbe qualcuno. Dirò adunque che la signorina Lola Peydro gareggiò di zelo, buona volontà e valentia, superando anche l’aspettativa del pubblico, che la rimeritò di applausi per la sua perfetta intonazione e pel bellissimo timbro di voce; cantò tutta la faticosa parte di Leonora con rara squisitezza e singolarmente emerse nel quarto atto, dove il pubblico proruppe in grida di brava, acclamandola parecchie volte alla ribalta. La signora Veratti (Azucena) è artista assai felice zingara abbastanza bene, ma la sua voce le vietano quegli applausi che meriterebbe. Il signor Cioci, come scrissi più sopra, è un coscienziosa e rappresenta la introppo ineguale, quasi sgradita, tenore dei mezzi vocali bellissimi e potenti nel registro acuto; cantò la cabaletta della pira in modo sorprendente, emettendo un do di petto sì squillante e limpido che il pubblico con generale applauso chiese il bis, che l’artista compiacente regalò, senza farsi troppo pregare. Come già scrissi, il baritono signor Fedini se come Amonasro passava, non così però nella tanto importante parte del Conte di Luna, e fu sostituito, come le ultime notizie, dal signor Putò Antonio. — B. P REGGIO NELL’EMILIA, 22 Gennaio. La Fata del Nord del maestro Zuelli. iun’altra novità nel nostro teatro tranne l’aspettazione la più viva ed ansiosa della comparsa della Fata, del Fiord, che è l’argomento saliente, se ■ non unico, di tutti i circoli e convegni. E quest’ansia è appieno giustificata dal fatto, perchè trattasi di un primo lavoro di un nostro concittadino, giovanissimo d’età, il quale, attraversate difficoltà più ardue, colla scorta di un ingegno fidente nelle speranze dell’avvenire, ha osato presentarsi a un periglioso agone e ne è uscito vittorioso colla palma del trionfo! Sabato, 24, avremo in teatro doppio spettacolo, cioè sul palcoscenico e nella sala... Fedele al mio ufficio di reporter, non vo’ menomamente prevenire il giugizio del pubblico, che nelle odierne condizioni sarebbe assai agevole l’indovinare. Ciò che posso accertare si è che la Direzione teatrale, il maestro direttore, gli artisti di canto, le masse, orchestrale e corale, e persino chi ha gli uffici i più secondari nel teatro, gareggiano con zelo lodevolissimo perchè questo spettacolo sia prodotto nel modo più degno e decoroso. Per la prossima rassegna m’impegno di spedire un lungo e dettagliato articolo intorno all’esecuzione di questo lavoro e alle impressioni del pubblico: per intanto mi piace riferire i versi coi quali l’autore del libretto, prof. cav. Naborre Campanini, ha saputo con sintesi felicissima compendiare l’intero svolgimento dell’azione drammatica La Fata del Nord {Leggenda del Reno}. Va sul Reno un’antica leggenda Che racconta gli amor d’una Fata. Su uno scoglio la bella è dannata, Ne le notti di luna, a salir. Nè può darsi che lieta ne scenda Fin che al Genio del Monte si niega; Chi di baci e d’ebrezze la prega È travolto ne l’onde a perir. Ma l’antica leggenda soggiunge Che una notte fu vinta da amore, Quando scòrse, ne l’armi, il Signore Del Castello, e l’intese parlar. Abbandona lo scoglio, congiunge Anelante la bocca a la bocca; Ma la morte improvvisa la tocca, E tra i flutti del Reno scompar. Gli artisti esecutori dello spettacolo saranno i signori: Giannina Monsour (Fata),. Aristodemo Sillich (Genio della Montagna), Lodovico Fagotti (Signore del Castello), Maria Zanon (Paggio). — L’orchestra e il corpo corale sono stati rafforzati da nuovi elementi, la mise en scène è veramente sfarzosa, sì che non resta che l’l’o triumphe, e son certo di confermarvelo colla prossima rassegna. Melos.