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98 Codice cavalleresco italiano


drini, anche se energici e risoluti, non possono sempre reprimere o impedire. Sotto l’impeto del risentimento difficilmente l’offeso sente la ragione, e quindi raramente si piegherà a richiedere a un Giurì o alla Corte d’onore la riparazione per l'offesa patita.

ART. 198.

Devono essere trascorse almeno dodici ore dalla offesa allo scontro.

Nota. — Così opina anche De Rosis, III, 10°. Per dar campo alla riflessione di riportare la calma negli spiriti turbati dall’ingiuria, per frenare gli impeti pericolosi del risentimento, per risparmiare ai gentiluomini tardi ed amari pentimenti: per lasciare, infine, agio ai rappresentanti di tentare un accondamento pacifico della vertenza, il duello immediato deve essere assolutamente impedito.

Tale norma non manca di saggezza; le ore di solitudine, date alla riflessione, calmano il risentimento, moderano la collera, lasciano apprezzare sotto il punto di vista più triste l’atto terribile, che si è alla vigilia di commettere.

La maggior parte delle concessioni accordate sul terreno è il risultato di una notte d’angoscia.

I testimoni di un duello, adunque, facciano assegno sulla saggezza inspirata dalle meditazioni notturne e non tollerino il duello immediato, che annullerebbe l’effetto della loro missione conciliativa.


XVI.

Duelli a primo sangue e ad oltranza.

ART. 199.

I verbali di scontro non devono portare la solita frase: «il duello cesserà alla prima ferita, qualunque essa sia».