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Libro quinto 269


il suolo, si porterà al suo posto, darà una rapida occhiata sulla posizione reciproca dei tiratori e domanderà loro ad alta voce: «Sono pronti?». Alla risposta affermativa dei due avversari comanderà «Fuoco!», facendo seguire senza interruzione il comando dell’enumerazione delle battute sulla mano «uno, due, tre».

Al comando preparatorio «Sono pronti?» i combattenti tengono l’arma immobile e rivolta al suolo, limitandosi a rispondere o no.

Appena che il comando «Fuoco!» è stato pronunciato, i duellanti portano l’arma davanti all’occhio e mirano per essere pronti a sparare al comando «tre!».

ART. 496.

Tirare dopo la terza battuta costituisce una grave infrazione alle regole cavalleresche: infrazione che espone un gentiluomo ad essere giudicato dal tribunale penale come un volgare assassino.

ART. 497.

Nel duello alla pistola a comando, i colpi mancati o sfuggiti si considerano come eseguiti.

Nota. — Il duello con fuoco a comando è il più pratico e razionale, purchè si adotti il tiro successivo, per avere un morto o un ferito, invece di due; purchè i quattro rappresentanti sieno quattro galantuomini; purchè non si pretenda che il colpo parta alla terza battuta di mano, sibbene prima che il direttore dello scontro abbia pronunciato «tre!».

Si eviterebbe così di esigere un’eccessiva attenzione ai comandi di chi dirige, con grave danno del tiro, e non esporrebbe al pericolo di commettere un assassinio coloro, i quali non sanno dominare i propri nervi.