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lora, a frenare la volgare tirannia del marito, che in quel tempo toccava l’apice della sua potenza. Intanto l’anno successivo al matrimonio, in Abbiategrasso (il cui castello era stato nell’atto matrimoniale assegnato alla Duchessa per sua particolare residenza), le nacque un figlio, a cui furono imposti i nomi di Giovanni Galeazzo, in memoria del primo Duca di Milano. Poi, il 30 luglio del 1470, essa diè alla luce, nel castello di Pavia, un secondo figlio, Ermes.
Ma le gioie della famiglia non distoglievano il Duca dagli amorazzi sconvenienti, e, come sempre avviene, quella che meno ne sapeva era la Duchessa, cui le feste e le adulazioni dei cortigiani, nuove per lei, distraevano alquanto, e che del resto, non capace di commettere il male, non sapeva neppure immaginarlo. Eppoi Galeazzo era furbo, e conosceva il modo di legarla a se, e già le aveva posta al fianco la sua bastarda Caterina, che Bona amò ed educò con rara abnegazione, pur non ignorandone l’origine, e che, maritata poi a Girolamo Riario, ebbe vita avventurosissima.
Caterina amò e riverì, oltre ogni dire, la sposa di suo padre, e sempre le fu amica affettuosa, e ciò perchè la bontà ha tali attrattive che seducono e vincono ogni cuore.
Bona, nel 1471, partecipò col marito ad un sontuoso viaggio a Firenze, dove il Duca, in seguito all’alleanza conchiusa, insieme ai Veneziani, con quella Repubblica, recavasi per visitare Lorenzo il Magnifico, la cui liberalità ne eccitava la gelosia, e pretendeva imitarlo.