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quando Umberto Biancamano, accordatosi col Vescovo di Milano, e con Bonifazio Marchese di Toscana, risolse di accorrere là, a sostenere i diritti dell’Imperatore, e liberare la vedova.
Fu allora che Ancilla mostrò la fortezza e la nobiltà del suo cuore, imprimendo un esempio imperituro a tutte le donne della sua stirpe. Abbracciando il marito sul punto in cui questi stava per montare in arcione, gli disse coraggiosamente:
— Va!... Salva gli oppressi; magnanimità e giustizia siano l’insegna di Casa Savoia!
Un secondo abbraccio del marito, che la trattenne sul suo cuore, le disse quanto fossero, più delle imbelli lacrime, care ad esso quelle parole.
E Umberto andò, si pose alla testa dell’esercito, e, fatta trionfare la giustizia, tornò poi alle gioie della famiglia insignito della carica di Luogotenente dell’Imperatore, in Borgogna.
Il regno di Borgogna, al principio del secolo XI, era formato dall’attuale Svizzera, Savoia, Delfinato, Provenza. La morte di Rodolfo ne segnò la dissoluzione, e per la Casa di Savoia, come per tutti gli altri vassalli, l’assoluta signoria degli Stati fin’allora posseduti, e la speranza e l’opportunità di acquistarne dei nuovi.
Così, fin dai primi tempi, una benefica stella sorrise ai valorosi di Casa Savoia; e Ancilla, riabbracciando nello sposo il vincitore di Ginevra, come da allora fu chiamato, ebbe a provare la dolce soddisfazione