Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
berta | 15 |
Le nozze di Arrigo e di Berta furono celebrate, con somma magnificenza, nello splendido castello di Tibur in Germania; ma non erano ancor cessate le feste, che già Arrigo aveva preso in uggia la casta e soave giovinetta, a lui legata oramai con vincoli indissolubili.
Dopo questo preludio, è facile immaginare qual vita si schiudesse per la poverina, amante del marito anche dopo averlo riconosciuto indegno dell’amore ispiratole. Amare senza speranza, e soffrire in silenzio, fu il programma a cui essa sottopose, con precoce saviezza, il suo cuore; ma ciò non bastava all’iniquo, che oramai voleva ad ogni costo disfarsi di lei, e che per raggiungere lo scopo le tese un infame agguato. Istruì un suo cortigiano onde si fingesse seduttore di lei, e si dispose a sorprenderli. Allorchè il briccone s’introduceva al buio nelle stanze imperiali, Arrigo, che con altri signori destinati a testimoni voleva seguirlo, per l’impazienza lo precede; e Berta, che trapelata la trama stava sulle difese, lo fece accogliere dalle sue damigelle, come se fosse lui il seduttore, con una tale scarica di colpi, che gliene rimase il segno a lungo, insieme all’ira e al livore per il fallito tentativo.
Per un brutale sfogo, Arrigo fece morire il cortigiano, non colpevole d’altro che di troppa compiacenza; oppresse la moglie d’insolenze e di vituperi, inferocì contro il suo popolo, e chiese il divorzio al Papa, adducendo una ragione ingiuriosa e calunniosa, per l’Imperatrice.