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quelle che discendono in diritta linea dalle Putte onorate dell’immortale Goldoni. A canto d’essa altra donna, bella di quella bianca bellezza veneziana che manda all’occhio sì voluttuose impressioni. — Ella, sposa da poco tempo, ha portato seco il suo bimbo in fasce e vorrebbe che anch’egli gustasse di quella ambrosia ad ufo; ma il bimbo, più assennato della mamma, se ne mostra schivo. Dietro gli ora indicati sta un uomo, così in sui cinquanta che par allora aversi staccato il bicchier dalla bocca; e comprime le labbra come di chi vuol raccertarsi se il vino sia buono davvero. Colui, tuttochè forse famoso frequentatore d’ogni taverna, tuttochè formidabile giudice d’ogni cantina, non osa però precipitare un giudizio; non è come certi amatori di libri o di quadri che si contentano d’uno sfuggevole colpo d’occhio per sentenziare; no, egli è della scuola de’coscienziosi, e gli bisogna tempo e pazienza a decidere.
A sinistra di questa gente e proprio sul dinanzi del quadro una vecchia Gabrina sta raggricchiata sui sedili d’un ponte, malconci dall’età quanto l’antica ospite che essi accolgono. E sapete perché il bravo Bosa ha posta la buona donna acquattata in quell’angolo così lontana dagli altri? Perchè egli, che di continuo scruta nello spirito dell’uomo, ben sa che nell’anima dei vecchi cova spesso quell’egoismo che più non cura nè a gioje, nè a lagrime dei fratelli. Anche ad essa toccò la sua porzione di vino, e forse più abbondante che agli altri, perchè più degli altri perseverante abitatrice di que’radotti della scioperataggine: ma ella o timida di dover con altri dividerlo, od avida di gustare senza disturbi i diletti della gola, gli unici che i sensi godano in sì tarda età, s’è raccolta in quel cantuccio colla speranza