Pagina:Gemme d'arti italiane - Anno I, Carpano, 1845.djvu/71

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il Martirio di san Pietro e di san Lorenzo, la Fede del Doge Grimani. E sovra tutti imprecano contro la memoria di quel massimo guastatore dell’arte, che il profano cantor del Furioso ebbe l’ardire di chiamare Michel più che mortale Angel Divino.

Sopra tante ruine riedificano. Ma, la preghiera non può salire grata all’Eterno fuorché nella oscurità delle chiese di architettura settentrionale; e noi che abbiamo queste vesti strette e il cappello tondo non possiamo ragionevolmente abitare se non in case che ricordano colle architetture le care visite fatte dai settentrionali alla terra nostra. Ivi è che sotto le volte archiacute si deve parlare di ragioni ed uffizii dei popoli, di commercii e d’industrie di leghe doganali, di carità pubblica, di casse di risparmio, d’asili infantili, di strade ferrate e di elettromagnetismo, cose tutte notissime a que’ buoni settentrionali che inventarono quelle architetture. Della pittura soli maestri gli antichi; peccato oltrepassare i quattrocentisti; i tipi veri nelle catacombe e nelle cripte. Distrutto l’idealismo pagano vi si deve sostituire il misticismo; il ricopiare la verità e la natura (quale Iddio l’ha fatta), è dannato, chiamandolo naturalismo. V’hanno però dei meno osservanti, i quali vogliono che si trattino altri suggetti fuori dei religiosi, come vogliono gli osservanti e quasi direi metodisti; e concedono i suggetti storici e l’imitazione della verità. Ma nacquero nella terra nostra e non la dimenticarono, sebbene inchinatisi innanzi alle nuove dottrine delli stranieri. E sì che «ora (come scrisse quell’illustre e generoso uomo, Gino Capponi) per le idee che regnano presso taluni, l’antico mondo sparisce sotto la penna degli