Pagina:Geografia fisica, Geikie 1878.djvu/115

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Il mare. 107


236. Avrete inteso ad un dipresso come si faccia a scandagliare le profondità sottomarine, benchè ci debba sembrare operazione difficile quella di scandagliarle sopra una linea di più centinaja di miglia. Eppure, come vi ho detto, non solo si misurarono le maggiori profondità, ma se ne trassero copiosi saggi del fondo marino. La scienza ha fatto perciò dei grandi progressi in questi ultimi anni nella conoscenza della natura dei fondi marini, come delle piante e degli animali che hanno stanza nelle maggiori profondità. Anche laggiù ferve la vita, come lo attesta il gran numero di conchiglie, di coralli, di stelle di mare, e d’altri animali d’ordine inferiore che vi furono scoperti.

237. Nella prima parte di questo volumetto si è dato notizia dei cambiamenti che hanno luogo di giorno in giorno sulla superficie della terra asciutta. Cerchiamo ora di informarci di quelli che avvengono sul fondo dal mare. Non pretenderemo al certo di poterlo esaminare così minuziosamente come abbiam fatto colla superficie della terra; ma, via; ci abbiamo di molto cose a imparare.

238. Spingendo alle ultime conseguenze ciò che avete appreso nei precedenti capitoli, voi siete in grado di indovinare senz’altro i cambiamenti più importanti che debbono aver luogo sul fondo del mare. Provatevi, per esempio, ad imaginare dove saranno andati a finire tutti quei prodotti della continua devastazione dei continenti che di anno in anno i fiumi gli vennero recando in tributo. Che ne avvenne? Quei detriti vennero sempre scendendo, come l’acqua che li trascinava, dal monte al piano, dalla valle al mare. Una volta che ne toccarono il fondo, non hanno potuto discendere più oltre; dovettero pertanto rimanervi ed accumularvisi.