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575Ogni lago divien, frange i metalli
L’acuto freddo, e co la scure in pezzi
Tagliasi il duro vin, gelano indosso
L’umide vesti, e indurasi in sonore
Gocce di brina su la barba il fiato.
580Giù folta intanto dal cinereo cielo
Cade la neve a larghi fiocchi intorno.
Ne muor la greggia intirizzita, e oppressi
Vi rimangono i buoi; ristretti in branco
Giacciono i cervi, e torpidi e sepolti
585Sotto il peso novel la cima appena
Mostrano fuor de le ramose corna.
Nè cani allora per cacciarli, o reti,
O späuracchi di purpuree penne
Usa il feroce cacciator; col ferro
590Corre lor sopra ad assalirli, e mentre
Tentan col petto invan l’opposta neve
Gemendo sollevar, scannali, e lieto
Porta con se la palpitante preda.
Privi di sol que’ popoli selvaggi
595Entro scavate sotterranee grotte
Menan sicura ed ozïosa vita,
E sovra i vasti focolar le intere
Querce ammontando e gli olmi, in cerchio assisi
Le lunghe notti ingannano giocando,
600E a piene tazze, de le ignote viti