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Manda la greggia a pascere il soverchio
Lussurreggiante orgoglio, allor che in erba
Spuntano il solco ad uguagliare appena?
170E di lui che dal bibulo terreno
Le dissipate scola acque stagnanti,
Singolarmente agl’incostanti mesi,
Quando per piogge gonfiasi e trabocca
Fiume vicin, che di belletta i campi,
175E di tepido umor colma le fosse?

     Dopo queste però fatiche e cure
D’agricoltori e buoi molto ancor resta
Ad oprare e temer; ch’ai campi nuoce,
Se difesi non son, l’oca maligna,
180E la strimonia gru, nuocono l’ombre,
E l’amara cicoria. Il sommo padre
Giove egli fu, che facile non volle
La terrestre cultura, ed a quest’arte
Leggi impose primiero, e in cor de l’uomo
185L’industria a raffinar stimoli infuse,
E non soffrì nel regno suo, che in ozio
Neghittosi languissero i mortali.
Prima di Giove agricoltor non v’era,
Aratro, o marra, che il terren rompesse,
190Nè partir campi, nè segnar confini
Era lecito allor; tutto da tutti