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100 LA GERUSALEMME

XX.


     Reggea Damasco e le città vicine
Idraote famoso e nobil mago;
Che fin da’ suoi prim’anni all’indovine
156Arti si diede, e ne fu ognor più vago.
Ma che giovar, se non potè del fine
Di quella incerta guerra esser presago?
Ned aspetto di stelle erranti o fisse,
160Nè risposta d’Inferno il ver predisse?

XXI.


     Giudicò questi (ahi cieca umana mente,
Come i giudícj tuoi son vani e torti!)
Ch’all’esercito invitto d’Occidente
164Apparecchiasse il Ciel ruine e morti:
Però credendo che l’Egizia gente
La palma dell’impresa alfin riporti,
Desia che ’l popol suo nella vittoria
168Sia dell’acquisto a parte, e della gloria.

XXII.


     Ma perchè il valor Franco ha in grande stima,
Di sanguigna vittoria i danni teme;
E va pensando con qual'arte in prima
172Il poter de’ Cristiani in parte sceme:
Sicchè più agevolmente indi s’opprima
Dalle sue genti, e dall’Egizie insieme.
In questo suo pensier il sovraggiunge
176L’Angelo iniquo, e più l’instiga e punge.