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78 LA GERUSALEMME

XXXII.


     Tal gran tauro talor nell’ampio agone,
Se volge il corno ai cani, onde è seguito,
S’arretran essi; e s’a fuggir si pone,
252Ciascun ritorna a seguitarlo ardito.
Clorinda, nel fuggir, da tergo oppone
Alto lo scudo, e ’l capo è custodito.
Così coperti van ne’ giuochi Mori
256Dalle palle lanciate i fuggitori.

XXXIII.


     Già questi seguitando, e quei fuggendo
S’erano all’alte mura avvicinati;
Quando alzaro i Pagani un grido orrendo,
260E indietro si fur subito voltati:
E fecero un gran giro, e poi volgendo
Ritornaro a ferir le spalle e i lati:
E intanto Argante giù movea dal monte
264La schiera sua, per assalirgli a fronte.

XXXIV.


     Il feroce Circasso uscì di stuolo;
Ch’esser voll’egli il feritor primiero:
E quegli, in cui ferì, fu steso al suolo,
268E sossopra in un fascio il suo destriero:
E pria che l’asta in tronchi andasse a volo,
Molti, cadendo, compagnia gli fero;
Poi stringe il ferro, e quando giunge appieno,
272Sempre uccide, od abbatte, o piaga almeno.