Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/145

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CANTO DECIMOQUINTO. 125

V.


     Così piuma talor, che di gentile
Amorosa colomba il collo cinge,
Mai non si scorge a se stessa simíle;
36Ma in diversi colori al Sol si tinge.
Or d’accesi rubin sembra un moníle:
Or di verdi smeraldi il lume finge:
Or insieme gli mesce: e varia e vaga,
40In cento modi, i riguardanti appaga.

VI.


     Entrate, dice, o fortunati, in questa
Nave ond’io l’Ocean, sicura, varco:
Cui destro è ciascun vento, ogni tempesta
44Tranquilla, e lieve ogni gravoso incarco.
Per ministra e per duce or mi v’appresta
Il mio signor, del favor suo non parco.
Così parlò la donna; e più vicino
48Fece poscia alla sponda il curvo pino.

VII.


     Come la nobil coppia ha in quel raccolta,
Spinge la ripa, e gli rallenta il morso:
Ed avendo la vela all’aure sciolta,
52Ella siede al governo, e regge il corso.
Gonfio il torrente è sì ch’a questa volta
I naviglj portar ben può sul dorso;
Ma questo è sì leggier, che ’l sosterrebbe
56Qual altro rio per novo umor men crebbe.