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Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/160

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140 LA GERUSALEMME

L.


     Più suso alquanto il passo a lor contende
Fero leon che rugge e torvo guata:
E i velli arrizza, e le caverne orrende
396Della bocca vorace apre e dilata:
Si sferza con la coda, e l’ire accende.
Ma non è pria la verga a lui mostrata,
Ch’un secreto spavento al cor gli agghiaccia
400Ogni nativo ardire, e in fuga il caccia.

LI.


     Segue la coppia il suo cammin veloce;
Ma formidabile oste han già davante
Di guerrieri animai, varj di voce,
404Varj di moto, e varj di sembiante.
Ciò che di mostruoso e di feroce
Erra fra ’l Nilo e i termini d’Atlante,
Par quì tutto raccolto, e quante belve
408L’Ercinia ha in sen, quante l’Ircane selve.

LII.


     Ma pur sì fero esercito e sì grosso
Non vien che lor respinga, o lor resista:
Anzi (miracol novo!) in fuga è mosso
412Da un picciol fischio, e da una breve vista.
La coppia omai vittoriosa il dosso
Della montagna, senza intoppo, acquista;
Se non se inquanto il gelido e l’alpino
416Delle rigide vie tarda il cammino.