Pagina:Gerusalemme liberata II.djvu/276

Da Wikisource.
248 LA GERUSALEMME

XIV.


     Mentre il Latin di sottentrar ritenta,
Sviando il ferro che si vede opporre,
Vibra Argante la spada, e gli appresenta
108La punta agli occhj: egli al riparo accorre;
Ma lei sì presta allor, sì violenta
Cala il Pagan, che ’l difensor precorre,
E ’l fere al fianco; e visto il fianco infermo
112Grida: lo schermitor vinto è di schermo.

XV.


     Fra lo sdegno Tancredi e la vergogna
Si rode, e lascia i soliti riguardi:
E in cotal guisa la vendetta agogna,
116Che sua perdita stima il vincer tardi.
Sol risponde col ferro alla rampogna,
E ’l drizza all’elmo, ove apre il passo ai guardi.
Ribatte Argante il colpo, e risoluto
120Tancredi a mezza spada è già venuto.

XVI.


     Passa veloce allor col piè sinestro,
E con la manca al dritto braccio il prende;
E con la destra intanto il lato destro
124Di punte mortalissime gli offende.
Questa, diceva, al vincitor maestro
Il vinto schermidor risposta rende.
Freme il Circasso, e si contorce, e scuote,
128Ma il braccio prigionier ritrar non puote.