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Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/21

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to. Ma sotto quella superficie festante, nella retroscena di quei splendidi entusiasmi, quante lacrime, quanti terrori!

«Quarantamila morti! In verità il bullettino non poteva essere più splendido. Chi non ha gustato l’epico entusiasmo di quel grandioso massacro? L’avete voi veduto un campo di battaglia, una pianura di Solferino, dopo una grande vittoria? Quarantamila cadaveri o frammenti di carne umana, orribilmente pestati, confusi, ingrommati di caligine e di sangue?...

«Rifuggiamo dall’orribile spettacolo! Voi, filosofi della umanità, voi protettori del povero popolo, che nell’eccesso di una sensibilità altamente benefica, cadete in deliquio, e più sovente imprecate alla società tutta intera se la ruota incolpevole di una carrozza signorile offende lo strascico di una povera donna pedestre — voi che vi intenerite alla vista di un spazzacamino senza scarpe — voi, che gridate al delitto di lesa umanità, se il poliziotto non si mette i guanti per arrestare il cavaborse — voi, che tutte le mattine versate una lagrima sulla paziente schiavitù del somaro, e sulla fine miseranda del montone che vi fornisce il gigot — voi morireste di raccapriccio alla vista di quarantamila cadaveri umani! — Copriamoli di terra e di oblio, e ricominciamo i massacri!...

«Pur troppo! è la storia di tutti i tempi! è la condanna tremenda della razza ragionevole! — La guerra è un disastro inevitabile. — Tutte le riforme politiche e sociali, tutti i progressi della libertà domandano il loro tributo di sangue! Rispetterò questa barbara convinzione, sebbene io vi potrei rammentare la più grande delle rivoluzioni umane, la rivoluzione di Cristo, operata dagli inermi pescatori di Galilea col pacifico mezzo della predicazione — potrei mostrarvi le immense legioni del