Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/82

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all’esistenza, debbo credere che le generazioni precedenti alla nostra non fossero al mondo che per espiare un delitto. Possiamo noi leggere le storie del passato, senza provare una specie di ribrezzo per coloro che ci hanno preceduti? Eppure noi vediamo che i pochi fautori dell’era antica, coloro che in giovane età succhiarono la corruzione, oggi non sono in grado di comprendere il bene. Essi hanno nel sangue il veleno, ereditato dai loro antenati. La loro essenza non è la nostra — e il Codice di redenzione fu ispirato da somma giustizia quando stabilì maggior mitezza di pena pei delinquenti nati prima del 1925.

— Vero! vero purtroppo! — esclamò Fidelia con voce commossa, — I nostri padri sono molto diversi di noi! Bisogna compatirli e rispettarli nei loro pregiudizi, pensando che essi ci hanno preceduti sul cammino della libertà, ch’essi hanno fatto sforzi da giganti per rimuovere quella diga secolare che stava fra le due grandi epoche dell’umanità.

— Ciò che io trovo inconcepibile — proseguì Luce è che molti dell’Era vecchia, mentre riconoscono i grandi progressi di questi ultimi tempi, la saggezza delle nuove istituzioni, la squisitezza dei nuovi trovati, non solo rimpiangono sovente il passato, ma non possono interamente rinunziare alle orribili abitudini contratte nella loro gioventù. Mio nonno, cui sono riuscita colle dolci violenze della persuasione e dell’amore a rendere graditi gli zigari alla rosa, che egli per molti anni trovò detestabili, ogni mese riceve dalle Antille una cassetta di zigari alla foglia di tabacco fabbricati da una società anonima di Ottentotti. Dippiù egli ha pagato dodicimila lussi per avere mille pacchi di certi fuscellini neri e puzzolenti, di cui si trovarono alcune casse negli scavi dell’antico Foro Bonaparte. — Mio nonno si fuma