Pagina:Ghislanzoni - Abrakadabra, Milano, Brigola, 1884.djvu/9

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PROLOGO


CAPITOLO I.

Perchè quell’uomo si chiamasse

ABRAKADABRA.

Nell’aprile dell’anno 1860, un eccentrico personaggio venne ad abitare l’alpestre paesello di C....

Era un uomo sui cinquant’anni, magro, sparuto, dagli occhi incavati ed immobili, dal sorriso amorevole, tratto tratto mefistofelico.

La foggia del suo soprabito nero, ampio, abbottonato fino al mento e lungo fino al tallone; la callotta di tela ch’egli portava, a guisa di turbante, involta a più riprese da una fascia azzurra; tutto il suo abbigliamento formava una strana figura di prete e di pascià, che lungi dal riuscire ridicola, ispirava simpatia e rispetto.

Quell’eccentrico personaggio aveva preso in affitto una casa di rustiche apparenze, ma comoda e decente. Tutti lo sapevano ricco e di gran cuore. I poveri del paesello dicevano che quel forestiere era stato mandato in paese dalla Provvidenza. Nei primi tempi lo chiamavano il signore.