Pagina:Ghislanzoni - Racconti politici, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/133

Da Wikisource.

«La colonna guidata dal capitano Negri, forte di duecento volontari, ebbe ieri uno scontro formidabile a poca distanza dal lago di Garda con un corpo di soldati austriaci. I nemici patirono gravi perdite; circa trecento Croati perirono sul campo, altri cinquecento rimasero prigionieri, lasciando in potere dei nostri armi e munizioni. Ma le vittorie costano sangue; e noi pure abbiamo perduto buon numero di valorosi, fra i quali (ci duole annunziarlo) il sergente Teodoro Dolci da Capizzone, l'eroe di piazza Fontana, il terribile rivoluzionario del 2 gennaio, che, al primo assalto dell'inimico, cadde colpito da una palla. Il nome di questo, tanto valoroso quanto modesto soldato della indipendenza, rimarrà scritto nelle eterne pagine della istoria italiana. Noi proponiamo che a spese della nazione si celebrino in Milano esequie solenni all'anima del prode, aspettando epoca più tranquilla per onorarne la memoria con pubblico monumento.»

Sebbene i bullettini del 1848 non si distinguessero per iscrupolosa esattezza nel riferire gli avvenimenti del campo, la battaglia data dal Negri era vera, vera la strage dei Croati, vera la vittoria, tutto vero... tranne la morte del Dolci. Il nipote di don Dionigi, trascinato suo malgrado alla battaglia, non s'era tampoco data la pena di apprendere la carica del fucile. Egli temeva delle proprie non meno che delle armi nemiche.... Metter mano alla giberna per cavarne la cartuccia parevagli impresa arrischiata e piena di pericolo.... Che fare? i nemici si avanzano, lo scontro è inevitabile, il capitano minaccia dietro le spalle i codardi che osassero ritirarsi. Teodoro a mala pena si tien ritto in sulle gambe. I compagni appostano il fucile alla spalla per fare la prima scarica. — Fuoco! — grida il capitano, — e al tuono dell'armi... l'allievo di don Dionigi cade al suolo tramortito dalla paura, prima che il nemico abbia risposto alla fucilata.

Una lotta sanguinosa, micidiale si impegnò da quel momento presso il corpo del caduto. I volontari animati dall'intrepido condottiero fanno strage di Croati per vendicare l'amico; il combattimento si protrae fino a notte avanzata.