Pagina:Ghislanzoni - Racconti politici, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/141

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— Venite qui, figliuoli! — grida l'Obrizzi conducendo Teodoro sui gradini della chiesa. — Sentite mo lui...! Il bravo dei bravi! il protomartire della rivoluzione! il campione dei volontarj... morto, cioè ferito.... alla battaglia di Robbiatello....! Sentite di qual modo viene premiato il valore e l'eroismo del popolo che ha combattuto! A voi! signor Teodoro! parlate!... Da bravo! Raccontate la bella accoglienza che quei signori vi hanno preparata a Capizzone!

— Sì... è vero — balbetta il nipote di don Dionigi; — il Governo... dovrebbe... mettere al dovere... certe persone... che io conosco benissimo... e non permettere certi abusi: so ben io... di chi intendo parlare...

— Di chi intende ella parlare, di grazia? — chiese una voce ruvida e maschia all'orecchio di Teodoro, il quale, volgendosi, si trovò circondato da sei ufficiali di pubblica sicurezza.

Teodoro levossi il cappello, e fece un inchino.

— Vergogna! — seguitò l'ufficiale dominando colla voce taurina lo schiamazzo della moltitudine. — Venir qui in sulla piazza a suscitare tumulti, mentre il nemico ci minaccia alle porte...! I Tedeschi ridono delle nostre discordie, e cercano fomentarle con arti scellerate. Pur troppo si aggirano fra noi individui corrotti dall'oro austriaco, i quali, fingendosi amici del popolo, cercano trascinarlo ad eccessi fatali. Guardati, o popolo, da questi falsi amici, da questi Giuda traditori! Che i buoni cittadini tornino alle loro case, e i prezzolati emissari dell'Austria si mordano le labbra per dispetto!

La verità è per sè stessa eloquente. Il popolo ravveduto risponde all'oratore con plauso concorde.

— Noi non siamo emissari dell'Austria, — risponde l'Obrizzi con calore. — Questo giovane (e additava Teodoro) ha dato sufficienti prove di patriotismo perchè nessuno osi sospettare di lui.

— Ebbene, — risponde l'uffiziale, — se il signore ha qualche ragione di malcontento, purchè reclami colla debita moderazione e con mezzi legali, il Governo gli renderà giustizia.

— Io... credeva, — balbetta Teodoro; — io credeva che in questi tempi di repubblica....