Pagina:Ghislanzoni - Racconti politici, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/194

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— Nulla di più naturale che questo uomo possegga dei talenti... dei talenti di un ordine più elevato.. Vediamo un po'!... Tu sei uno dei primi negozianti...

— Il primo!

— Col tuo commercio ti sei considerevolmente arricchito!

— Fra mobili ed immobili, un capitale di ottocentomila franchi....

— Ci vuole della intelligenza, ci vogliono delle cognizioni per primeggiare in un ramo qualsiasi di industria. Gli sciocchi non sanno condurre gli affari; e quand'uno arricchisce nel commercio, vuol dire ch'egli possiede molto criterio amministrativo.

— Hai detto?...

— Ho detto una cosa, della quale non sono pienamente convinta. Ma ora non si tratta della mia opinione individuale; io ti giudico come dovranno giudicarti le persone che non ti conoscono, per esempio, i nostri elettori... Dunque... come ti dicevo, tu sei un industriale illuminato; tu possiedi in grado superlativo il talento dell'amministrazione. Non si domanda di meglio. Ho inteso dire che, alle nuove elezioni, si mandaranno al Parlamento degli uomini pratici, degli uomini di cifre. Di avvocati, di poeti, nessuno vuol più saperne...

— Clementina: che vuol dire?... Da qualche tempo tu parli toscano...

— Qualche frase... qualche parola... Come fare? Al negozio ne vengono di tutte le nazioni... e bisogna farsi intendere... D'altronde, se tu riesci ad essere deputato, noi dovremo traslocarci a Firenze....

— A Firenze!

— Questa idea, se non mi inganno, ti preocupa seriamente...

— Hai detto?...

— Mi sembra che l'idea di lasciare Milano e di trasferirti alla nuova capitale del regno, non ti sorrida gran fatto...

— A dirti il vero, Clementina, questa è l'unica causa delle mie inquietudini... Ah! se in Parlamento si potesse dirle giù alla buona, come si pa