Pagina:Ghislanzoni - Racconti politici, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/196

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— (Imbecille!)

— Hai detto?...

— Nulla!... Ma mi pare...

— Che cosa?

— Mi pare, amico mio, che per istituire un giornale non ci sia bisogno di saper scrivere... come tu dici... Tu possiedi un capitale di circa ottocento mila franchi — per un foglio quotidiano, sul fare del Pungolo, basterebbero ventimila lire! Quanto al resto, è questione di carta e di collaborazione.

— Tu sei molto istruita, Clementina! Vediamo un poco... Tu hai pronunziata una parola molto lunga, che io non credo di avere abbastanza capita... Che cosa si intende per collaborazione?

— Mi spiego in due parole. Collaborazione è un nome collettivo, nel quale si comprendono quei pochi o molti individui che suppliscono al proprietario od al direttore del giornale nelle funzioni che questi non vuole o non sa disimpegnare. Riportiamoci al caso nostro. Tu istituisci un giornale; apri un uffizio, paghi le spese e l'impianto, la carta, la stampa, che so io... Naturalmente, avendo fornito i capitali, tu diventi proprietario assoluto del foglio, direttore, redattore in capo, gerente responsabile, ciò che meglio ti piace. Non volendo, o non potendo occuparti dei piccoli dettagli, prendi al tuo stipendio uno o più collaboratori che sappiano scrivere...

— Sotto mia dettatura, ben inteso...

— O meglio, di loro talento...

— No! preferisco dettare... Te l'ho già detto, Clementina!... Ho in testa dei materiali! e credo che, dettando, mi sarà più facile di esprimere le mie idee...

— Una volta che tu sii proprietario e redattore in capo, potrai fare ciò che meglio ti accomoda. Senza dettare, c'è un altro modo anche più facile per riempire le colonne di un giornale — si scrive colla forbice.

— Hai detto?...

— Eh! non saresti il primo... Ve ne sono a centinaia dei giornalisti, che sentendo una decisa avversione alla penna, hanno adottato il sistema di scrivere colla forbice!