Pagina:Ghislanzoni - Racconti politici, Milano, Sonzogno, 1876.djvu/29

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— Ma finora non ci sono proclami — rispose il prete — non sono che notizie da Caprera... dei si dice...

— Ma... dei si dice...! come nel cinquantanove! E mentre quegli altri si battevano, noi stavamo qui a masticare dei si dice!... Ernani: va a dormire!

— A dormire!... Così presto?... Ma io non ho sonno...

— Va a dormire, ti dico: domattina verrò a svegliarti di buon'ora... e andremo tutti e due... dove s'ha da andare...

— Da Garibaldi!... esclamò il fanciullo battendo le palme.

E di nuovo saltò al collo del vecchio; poi, senza dire parola, Ernani s'avviò alla cucina, salì per una scaletta di legno e disparve.

— Che vuol dire questa novità? — domandò il prete — se n'è andato senza salutarmi!

— Quel ragazzo aveva voglia di piangere... Io l'ho capito... Oh! non dormirà questa notte... il povero figliuolo!

— Ma dunque... anche lui... ha una gran voglia di andare alla guerra! A quell'età! E si può dire che egli non sa nemmeno cosa siano quei maledetti che a noi hanno fatto tanto male!

— Ditemi un po', don Remondo — prese a dire Gregorio col tono misterioso di chi sta per rivelare un grande segreto. Ditemi un poco: perchè ci siete andato... perchè ci tornerete anche voi alla guerra? cosa vi hanno fatto di male, a voi, quegli scomunicati di tedeschi?

— Io vado a battermi — rispose don Remondo con qualche imbarazzo — io vado a battermi per un principio... perchè ho veduto le atrocità che i tedeschi hanno commesso nella nostra povera valle... uccidendo tanti poveri innocenti...

— Dite la verità, don Remondo — fra questi poveri innocenti non c'era qualcheduno che vi apparteneva.... al quale eravate specialmente affezionato... qualche amico?...

— Ebbene... sì!... capisco... dove mira il tuo discorso... Tutti abbiamo le nostre debolezze... Noi preti si vive nell'isolamento... non abbiamo famiglia...