Pagina:Giacomelli - Dal diario di una samaritana, 1917.djvu/24

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tori di bettole, degli alcolizzati, dei miserabili, che finiranno a limosinare per le strade.

C’è un bellissimo opuscolo, edito dal Comitato pro Mutilati di Torino, intitolato: Tre anni dopo, del quale il Comitato nostro fa propaganda. E’ un dialogo fra due mutilati, che avevano combattuto assieme, e s’incontrano tre anni dopo la guerra. Uno, che s’è fatto rieducare, ha seco la moglie e un bambino, e s’è creato un’ottima posizione; mentre l’altro, che non ha voluto saperne della rieducazione, è uno sciagurato, che si vergogna dello stato nel quale s’è ridotto, e troppo tardi invidia il camerata d’un tempo.

Oh! sì, i nostri invalidi di guerra — siano mutilati, storpi o ciechi — noi tutti dobbiamo aiutarli a ridiventare dei lavoratori, pieni di dignità e di serenità, che possano essere sempre da ognuno onorati e benedetti.


Li 11. — Oggi è partito Castelli, una delle glorie del nostro bravo primario. Quando rammento in quale stato pietoso è arrivato sei mesi fa... Pareva un caso disperato.

Egli mi ricorda una mattina emozionante della scorsa estate, nella quale ero stata destata dall’allarme degli aeroplani. M’ero vestita a precipizio ed ero andata all’Ospedale di corsa. Della gente che abita incontro, usciva correndo verso il rifugio vicino. Uno mi gridò appresso: «Imprudente!» Un’altro: «L’arresteranno!» Ma chi oserà arrestare uno che va a compiere il proprio dovere?

Intanto s’era udito lo scoppio di parecchie bombe. Quando salii le scale dell’Ospedale, vidi traccie di san-