Pagina:Giacomelli - Dal diario di una samaritana, 1917.djvu/26

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sulto. Poi disse: «Strano, qui fa impressione; ma lassù è un’altra cosa. Là, in certi momenti di combattimento per la conquista di una quota, par che vivere o morire sia tutto lo stesso».

Sì, vivere o morire, non importa: purchè sia per compiere il dovere.


Li 12. — Oggi c’è stato, da parte di una benefattrice dell’ospedale, larga distribuzione di dolci, di sigarette, e, per quanto lo permette il regolamento, di liquori. Benefattrice... ma se quel danaro lo avesse speso in qualche cosa di più utile? E’ certo che domani avremo delle nuove temperature, e che tutte le tossi saranno peggiorate.

Ma, sopratutto, è triste che chi intende far del bene non pensi che a soddisfare le debolezze ed i vizi, e non cerchi piuttosto di dar cose ben altrimenti rinforzanti, sollevanti lo spirito, che non l’alcool e il tabacco.

Con quel centinaio di lire, noi samaritane avremmo potuto fare tante belle cose, che ci avrebbero molto aiutate nel nostro lavoro fraterno e patriottico. E scommetterei che anche parecchi dei nostri soldati, in fondo, l’avrebbero preferito.

Di queste occasioni, se non altro, mi valgo per far loro un po’ d’istruzione antialcoolica. I veneti, in genere, si dura fatica a persuaderli; e poi c’è sempre qualche convalescente dei reparti borghesi, coi quali passeggiano in cortile, che fa da guastamestieri. Ma, tuttavia, mi par d’essere riuscita a convincere parecchi, di tutti i pericoli e i danni, non solo dei liquori, ma anche dell’a-