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i8 Della Dotta me è grande l'vtilitdci arreca l* ^ r a za da quale così guida alla 1 za, come la guerra ci conduce alla pac e. No j) altro guerreggiano gli huomint fuor, t • • I I ^ «MRSVtVi che per viuere in pace : onde la guerra ha 4 .W ; * I J . L ■ V. - per fine la pace 9e di lei e cagione. Simile TPlPWtd? /S/TM/1V ^ ^ yurfi/l/ i) /A , . *.t « i w ls:n « » •p » jr •'V' j A w f»< /4 bìn~ io non vo ora lodando la pazza ignoranza, pmeuolcj. I ri * /* J • /> Z1 •/■ J a o che /prezza ogni fa per e, che ci fafimi li a fanciullipriui d'in onde
- ■ Platone chiam ollapa’/zia , f bruttura del-
Vanima : ma ben vengo a moftrarui, Dotta ronza, co
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e:n », Iu •r mente l'ignoranza e quel pungente fiero ne , ^ fpinge l delle fetenze / fenzacuiy non mai alcuno - ranza'fco* tare^eSauio. 2)/^///potetefcorgere,che /♦ ’» . ! . . • _ ' t t • . 4 u Ilici ili, 5 III vengo a moftrarui, che 0 tutti noi debbiamo abbracciar la dotta ivno w -wvw^*** p •»!/• O »»<f fia vti- ranza, da cui pende ogni vera fetenza, la hjftmtL,. qual'altro non bramafe non9 chefatti humili ne*propri occhi, fi reputiamo d'ejfer rftmpre mai ignoranti j imitando in ciò quel Detto di dotto maeftro della moralfilcfofiajhe di fife% tìocratzj . tanta humtltà >io so qucfto filo 3 eh'io non so cofa alcuna. Quinci Ariftotile fi moffie a (pecolar altamente le cagioni delle tofenaturali, e con iftupor di tutto il mondo ^
& 4tifatili v a V h K ir4 ri il f* {« i ti Digìta!iz2ato dà Go