Pagina:Giambelli - Il ragionamento della dotta ignoranza, 1591.djvu/24

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fojafitu

?o Della Dotta ^ m V za ne procede laperfettione dellanimale h e i quello > eh*e la farina al corpo, hftejfo e la fetenza all anima.Ma quejl ' dottrina rmll tSche n0n e a'troìc^e La cognition difee slcjfofeien za in vero così nobile che auanza qual un - que difeiplina fetenza tanto vtile all’ani- nia>quato e gioueuole il pane al corpo feicn za tanto necejfaria alla mente [quanto di cibo corporale e bif la carne. Pereto I i 1 1 4 *% »V O J quelle dueparole, cognofee te ipfumtfurono feolpite dalpublico configit di tutta la Gre fiatone * ciaCfe cr Adiamo à Platone) nelle porte del famofe tempio di Delfo, quafe, che non - teffero cjfer vfeiteda Intorno terreno, ma dall’oracolo celefte. Egli e cofet Si- % m nofcTfefièf gnorì npbtiifiimi) il feapere fo ì degno no le Sfere celefti, corne girano i dì bìnfimo. cpe gufa fe genera la nette, pioggia, gr agnino la, la rugiada ; d'onde nafeono i fulmini^ i tuoni, i lampi» i venti>i terremoti , onde habbia origine il fluffo, e r finJfo del mare : conciona che tutte le fetenze na- U 3 1 V * ' J 1 ~ turalmentcfon buone >1 he non fi safc non il verOych'e laperfettion dell’intelletto, come il lume dell aria. Ma che damo tanto in- t% |f } •* % «MA tenti % ti & tr k Ù) V .'lì. 'M flt Digitalizzato da Goo| (!